Milano e i dehors all'aperto
Nel giorno in cui la Lombardia viveva la sua prima serata di coprifuoco, a Milano, il Consiglio Comunale si riuniva per prorogare ai prossimi mesi la gratuità e la procedura semplificata per l'occupazione del suolo pubblico, consentendo ai locali di continuare a usufruire di spazi all'aperto temporanei e di poterli arredare con elementi riscaldanti. “Sappiamo” scrive a riguardo l'assessore al Commercio Cristina Tajani “che lo scotto economico del distanziamento sociale pesa soprattutto sui pubblici esercizi”. E per questo si dice soddisfatta del contributo che questa proroga potrà portare alla causa della ristorazione. L'esenzione dal pagamento della tassa Cosap sarà valida dunque fino al prossimo 31 dicembre, e finora sono oltre 2400 le attività commerciali di Milano che hanno usufruito della possibilità di recuperare spazi esterni a spesa zero. Fatto salvo il divieto di diffusione sonora all'esterno per impedire il disturbo della quiete pubblica (per cui sono previste sanzioni severe), il discrimine ulteriore per verificare la bontà dell'operazione sarà comprendere come e se le attività potranno organizzarsi per far fronte all'arrivo delle temperature più rigide che normalmente rendono poco piacevole sostare dei dehors all'aperto. Ma questa è una sfida comune a tante città del mondo che negli ultimi mesi hanno agevolato un ripensamento dello spazio pubblico urbano per disegnare nuova modalità di vita sociale all'aperto.
Ripensare la città per vivere all'aperto. Anche in inverno
Succedeva a Chicago già alla fine dell'estate, con il concorso aperto a tutti gli abitanti della città per individuare soluzioni funzionali ed esteticamente gradevoli per la realizzazione di dehors a prova di inverno. Ma il tema sta alimentando il dibattito degli ultimi giorni anche a New York, dove a pronunciarsi sono esperti di design e imprenditori affermati stimolati da un'indagine del Center For an Urban Future. Come potranno i ristoranti di New York sopravvivere all'inverno, sfruttando al meglio lo spazio urbano? Il progetto ha prodotto una quarantina di risposte utili, sviluppate intorno a tre focus tematici: la creatività e il design al servizio della realizzazione di spazi outdoor per la ristorazione; il ripensamento delle regole di fruizione dello spazio, tra pedonalizzazioni e gestione dei diversi flussi di utenza; l'individuazione di spazi inutilizzati (proprio a partire da quelli pubblici) per l'allestimento di pop up.
Design e funzionalità per aiutare i ristoranti
Nel dettaglio si suggerisce il ricorso a strutture modulari esteticamente gradevoli ma realizzate a partire da materiali di recupero a basso costo o materiali da lavoro rapidi da assemblare (a Milano ha lavorato in tal senso Aurora Zancanaro, al panificio Le Polveri, utilizzando tubi Innocenti e bancali); in alternativa, quale momento migliore per investire sul lavoro di piccoli artigiani di arredi su misura e giovani studi creativi (a questo proposito qualcuno propone di indire un concorso di progettazione, sul modello di Chicago)? Ma è molto quotata anche l'idea di favorire la collaborazione tra attività adiacenti, consorziate nel realizzare strutture temporanee per l'inverno negli spazi pubblici pedonalizzati dal provvedimento Open Streets, dotando gli spazi di riscaldamento, senza mortificare la ventilazione naturale. Lo stesso dicasi per i mercati gastronomici di quartiere, che nel caso specifico non sarebbero vissuti come pericolose forme di assembramento, ma come spazi gestiti da attività limitrofe libere di riallestire piazze o parchi pubblici in forma di giardini d'inverno (con posti a sedere). Sempre attuale anche il tema della rimozione di posti auto a vantaggio di piste ciclabili e isole pedonali, pur da attuare con criterio. Mentre è più innovativa la proposta che suggerisce di varare un'operazione “warm streets”, allestendo nelle aree pedonalizzate un arredo urbano che sgravi le singole attività delle spese necessarie per riscaldare dehors. Insomma, le idee sono molteplici, e d'ispirazione ben oltre i confini della città di New York. Per chi volesse trarre ispirazione, il sito del Center for an Urban Future le raccoglie tutte.
a cura di Livia Montagnoli