Il governo lo ha battezzato “trimestre anti inflazione”: da ottobre fino a dicembre prezzi bloccati su un paniere di beni di prima necessità, dagli alimentari ai farmaci, per difendere il carrello della spesa dagli effetti dell'inflazione.
Ma dalla lista sono esclusi i prodotti freschi: carne, frutta e verdura, che sono fra quelli che hanno subito i rincari maggiori. Al link del ministero delle Imprese e del Made in Italy c'è elenco aggiornato regione per regione di chi ha aderito in ogni provincia.
I 32 marchi aderenti
Alla partenza il primo ottobre erano 32 associazioni di impresa e marchi della grande distribuzione che hanno aderito: Coop, Conad, Despar, Federdistribuzione (che raggruppa molte insegne fra cui esselunga, Famila, Dpiù, Crai, Pam, Lidl, Oasi, Coal Market City, Decò, Arcaplanet...), Confcommercio (che a sua volta riunisce diverse catene fra cui Sigma), Fiesa (Naturasì), Confcooperative, Confimprese, inoltre Federfarma, Assofarma, Farmacie Unite, FederFarDis, Culpi, Fmpi, Unaftisp, Mulf.
Quali sono i prodotti e come riconscerli
I prodotti a prezzo bloccato sono scelti liberamente dalle singole catene di distribuzione e vengono identificati con un bollino che riporta un carrello tricolore, simbolo del trimestre anti-inflazione. Un simbolo che indica il prezzo bloccato e scontato del 10% rispetto a quanto applicato il mese di settembre. Un ulteriore “segnale” nella selva di sconti e ribassi, che il cliente a caccia di sconti trova fra tutti gli altri che ogni catena applica stagionalmente o su prodotti specifici. Ma chi almeno una volta a settimana spinge un carrello della spesa per rifornire la dispensa domestica, sa che i prezzi di tutti i beni venduti nei supermercati e ipermercati italiani sono aumentati circa il 25/30% nell'arco di un paio d'anni.
Aspiag Service: Despar & co
Ad esempio, Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha aderito al patto anti-inflazione tramite Federdistribuzione e nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar delle cinque regioni in cui è presente. Ha bloccato il prezzo fino al 31 dicembre su 300 prodotti a marchio Despar, aggiungendo anche una selezione di prodotti della linea a marchio esclusivo di primo prezzo S-BUDGET che comprende pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa. “L’adesione al patto anti-inflazione è dunque un’iniziativa che si inserisce in un impegno più ampio della nostra azienda che da tempo, insieme ai propri fornitori, si impegna per offrire opportunità di risparmio attraverso la proposta di prodotti, campagne e promozioni che puntano ad accrescere le occasioni di convenienza” ha commentato Francesco Montalvo, Amministratore Delegato di Aspiag Service Despar. “Abbiamo scelto di completare e ampliare l’offerta del paniere anti-inflazione con la linea S-BUDGET, che vedrà anch’essa prezzi bloccati, per mettere a disposizione una soluzione unica ed esclusiva per i clienti dei negozi a insegna Despar, Eurospar ed Interspar, che rappresenta la risposta concreta per tutti coloro cercano risparmio e qualità con prezzi stabili e bassi. Oltre a questa iniziativa, abbiamo scelto di creare da settembre e per il 2024, un paniere di migliaia di prodotti ribassati e bloccati in tutti i punti vendita a insegna che oltre a prodotti a marchio Despar includerà anche prodotti dell’industria”.
I 1.200 di Coop Italia
Coop Italia partecipa con lo sconto del 10% su oltre 200 prodotti a marchio di largo consumo, altri 1.000 prodotti a marchio sono sugli scaffali con prezzi bloccati fino alla fine dell’anno, anche in questo caso l'iniziativa si somma a quelle già avviate dal gruppo cooperativo. Sono inclusi alimentari - come pasta, pelati, caffè, uova, latte, formaggi - e non: pannolini, baby food, detergenza, e poi tutte le linee del prodotto a marchio Coop, compresa Vivi Verde, Solidal, BeneSì. “Rimangono fuori dal carrello tricolore quelle categorie sulle quali incombono tensioni legate all’approvvigionamento di materia prima a causa di una stagionalità difficile”.
“La proposta con la quale aderiamo concretamente al Trimestre Anti Inflazione si somma all’impegno che, come cooperative di consumatori, ci ha sempre contraddistinto per arginare le difficoltà economiche delle famiglie e trovare il punto di equilibrio fra chi produce e chi consuma” afferma Maura Latini, presidente di Coop Italia “La nostra è un’azione di responsabilità con la quale intendiamo dimostrare vicinanza alle famiglie. In prospettiva ci aspettiamo ora abbassamenti di prezzi anche da parte dell’industria che ha aderito con lettere di intenti separate, ma affini, siglate con lo stesso Ministero. Questo ci permetterebbe di riversare questi abbassamenti direttamente sui prezzi di vendita dei prodotti di marca allargando quindi il paniere di beni coinvolto nell’operazione antinflazione”.
I bassi e fissi di Conad
Conad aderisce con tutta la sua rete, composta da oltre 3.300 punti vendita sull’intero territorio nazionale offrendo nei propri punti vendita un oltre 600 prodotti a prezzi calmierati fino alla fine dell’anno, per offrire ai propri clienti una spesa completa e di qualità. “Per Conad aderire al trimestre anti inflazione è una scelta di responsabilità" ha commentato Mauro Lusetti, Presidente di Conad "come prima insegna della grande distribuzione in Italia, sentiamo il dovere di continuare a fare la nostra parte per limitare gli effetti dell’inflazione. Le referenze con cui aderiamo al trimestre anti inflazione appartengono a 'Bassi e Fissi', l’iniziativa con cui da dieci anni offriamo ai nostri clienti prodotti indispensabili a prezzi ribassati e con una qualità che non teme confronti”.
Il no di Federconsumatori
Federconsumatori boccia l'iniziativa governativa sul nascere: “Controlli? Nessuno, prima, durante e dopo. Prima, per verificare che il prezzo che viene scontato non sia stato incrementato nei giorni precedenti. Durante, per verificare che non vi siano effetti negativi sui prodotti esterni al panierino. Dopo, per evitare che un modesto e breve sconto, di appena tre mesi, non abbia come effetto quello dell’aumento di quei prodotti oltre il prezzo originario, a gennaio 2024”.
Ma su tutto questo precipita l’evidente inconsistenza dell’iniziativa, che influirà sugli scontrini per una cifra ridicola. L’impressione è che chi ci governa non abbia a disposizione gli elementi di base, le minime conoscenze in materia di consumo, di formazione dei prezzi e dei margini. L’idea poi che si possa affidare alla grande distribuzione e alle aziende produttrici il compito di contenere l’inflazione, una emergenza che gli stessi hanno contribuito a creare, è davvero balzana. I primi aumenti sono stati giustificati dalla crescita dei costi energetici e di alcune materie prime, ma quando i prezzi sono rientrati ai livelli precedenti, o poco sopra, i prezzi non solo non sono calati, ma hanno continuato a salire” continua Federconsumatori Emilia Romagna in una nota. “Sapere cos’è accaduto e identificare eventuali speculazioni, è indispensabile se non vogliamo trovarci il prossimo inverno con una ulteriore forte ondata di rincari. Il Governo dovrebbe verificare se vi sono stati in questi ultimi anni accordi di cartello, tra produttori e tra distributori. Dovrebbe verificare se davvero gli spaventosi aumenti dei prodotti ortofrutticoli sono stati determinati da cali di produzione, oppure da speculazioni. Dovrebbe esaminare la differente percezione tra consumatori e Istat rispetto agli aumenti. Certo, la definizione dei prezzi non può che essere libera; ma il Governo, tramite il Garante dei prezzi dovrebbe mettere sotto controllo i listini, rendere pubbliche le loro variazioni, catena per catena, territorio per territorio, utilizzando la trasparenza come arma di controllo sui prezzi. Infine vanno verificati gli effetti di tutto questo sui bilanci di produttori e grande distribuzione, e se ci sono stati degli extraprofitti questi vanno tassati e restituiti ai consumatori”.