“Nasce una inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico” con queste parole contenute in un comunicato diffuso da Coldiretti nasce ufficialmente l’alleanza contro il cibo sintetico, che avrà come mission quella di opporsi in maniera netta all’introduzione del cibo coltivato in Italia. Una nuova realtà che fa felice il Governo, che trova così nuove forze per alimentare la propria crociata contro questo tipo di innovazione tecnologica,
Nasce la grande alleanza contro il cibo sintetico
Il comunicato elenca le realtà che faranno parte dell’alleanza: Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Uuna, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.
Il prossimo passo di questa nuova alleanza sarà la sottoscrizione di un Manifesto annunciato alla fine di un incontro che ha visto riunite le diverse realtà nella Sala Consiglio della Sede Coldiretti. Tra gli obiettivi quello di “aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini per l’avvio di una battaglia – quella contro il cibo sintetico e artificiale – che è possibile vincere anche in una proiezione europea, nella certezza di agire per il bene comune”. Nel comunicato vengono anche citati quelli che secondo le associazioni sono i rischi per il settore “desertificazione delle campagne, speculazione finanziaria e monopolio brevettuale” oltre a un generico e vago “allarme per la salute dei consumatori”.
Il clima ostile contro la carne coltivata
È ormai sempre più chiaro che il dibattito intorno alla carne coltivata, spesso definita erroneamente carne sintetica dal Governo, è destinato a essere sempre più polarizzato. In particolare, si sta compattando il fronte che vuole respingere in modo netto questo tipo di innovazione: approfittando della presa di posizione del Governo, le associazioni come Coldiretti e Slow Food si sono organizzate per creare un fronte in cui sono convogliate anche realtà più piccole, che si apprestano a dare manforte alle posizioni dei partiti conservatori.
Solo pochi giorni fa il deputato della Lega e presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni ha rincarato la dose contro la carne coltivata parlando della proposta di legge contro il meat sounding, di cui è primo firmatario. Per giunta, la battaglia che sta portando avanti il Governo è puramente culturale e di principio, visto che prima o poi l’Unione Europea si esporrà sulla materia e l’Italia dovrà adeguarsi: se la vendita di carne coltivata verrà autorizzata a livello comunitario, il Governo non potrà vietarla e potrà bloccare solo la produzione, rischiando di lasciare indietro il paese in questo settore destinato a crescere a dismisura nei prossimi anni.