Si autodefinisce il primo fast drink and food della capitale, formula con la quale i creatori di Dude rispondono in maniera apparentemente definitiva alla fatidica domanda: “Perché non è possibile mangiare del buon confort food sorseggiando un buon martini o un buon americano”. Da Dude l’hamburger, il più fast di tutti i food, verrà reinterpretato in chiave locale e potrà essere affiancato da un drink di qualità superiore alla media dei locali in cui è servito.
Da Co.So a Dude
Dude è la nuova veste di Co.So, un’ulteriore evoluzione della storica proposta del cocktail bar del Pigneto (in via Braccio da Montone, 80). Nelle intenzioni di chi ha escogitato la trasformazione non si dovrebbe trattare soltanto di un cambio all’anagrafe, ma di un vero e proprio rinnovo concettuale che non abdica ai valori fondamentali di socialità e accoglienza che hanno fatto la fortuna di Co.So. ma cerca di abbattere i muri che dividono la mixology da quello del cibo, due mondi che si guardano sempre con sospetto, ciascuno pensando di non meritare di essere messo in ombra dall’altro.
Nostalgia newyorkese
Ambizione di Dude è quella di sedurre prima di tutto i nostalgici dei fast food tradizionali, che si rifanno all’estetica tipicamente underground e newyorkese degli anni Ottanta e Novanta, con evidenti riferimenti alla cultura del basket di strada e attingendo a un linguaggio informale e gergale. L’ambiente promette di essere “vibrante e autentico, dove ogni visita possa trasformarsi in un'esperienza memorabile e ricca di convivialità”. Naturalmente si attendono conferme in merito. Ma il manifesto, “Spred love, it’s the Dude way”, pare un buon inizio. E passi anche il riferimento all’inclusività, che come la sostenibilità non fa più da tempo la differenza.
Cosa si mangia
La proposta culinaria di Dude gioca sulla suddivisione dei burger in tre macrocategorie: gli Old School sono per gli amanti dei classici, come cheeseburger, crispy o chicken); gli Slurpy sono elettrizzati da un pizzico di creatività, come nel Fish veg e biggie, una reinterpretazione del Big mac; i Supreme sono oltre il burger: ribs, pastrami e altro. Naturalmente ci sono i cibi di accompagnamento, le patatine fritte, i nuggets, i gyoza fritti e i gamberi altrettanto fritti. Alla convocazione non posso mancare i milkshake (anche in versione alcolica, quello che nessuno ha mai osato sperare), i Dizzlies che rappresentano la reinterpretazione in chiave quasi gourmet dei flurry, e poi i brownie, i banana stick e i roll. Chi vorrà potrà costruirsi la propria playlist con le Combo. La drink list è studiata per andare a braccetto con la proposta del cibo ma può anche vivere di vita propria all’aperitivo o nel dopo cena. I prezzi sono in linea con le esigenze di un quartiere popolare, ancorché vivace, e una combo base (panino, patatine e drink) costa 12 euro.