Michelin UK 2020. A Londra si parla francese
Il giorno dopo la pioggia di stelle caduta a Londra, a festeggiare è in primo luogo la cucina francese. Con due pesi massimi della scuola transalpina, baciati dal successo di là dalla Manica (e non solo): sono per Pierre Gagnaire e Anne Sophie Pic i riconoscimenti più significativi dispensati dalla guida Michelin UK (Gran Bretagna e Irlanda) 2020. Entrambi arrivano a Londra, che da oggi può vantare una nuova tavola tristellata – Sketch by Pierre Gagnaire – e le due stelle che premiano il lavoro di La Dame de Pic (e l'head chef, Luca Piscazzi, è italiano, con esperienze pregresse a Roma con Heinz Beck, e Hong Kong), rendendo merito a una delle più lampanti dimostrazioni che una donna di indubbio talento professionale può controllare una solida impresa di ristorazione al pari di un collega dell'altro sesso (a proposito delle reiterate polemiche sulle differenze di genere scoppiate di recente). Di fatto, però, il tabellino delle stelle assegnate alla capitale gastronomica del Regno Unito – tra le città più interessanti, gastronomicamente parlando, del panorama internazionale – soddisfa gli inglesi a metà.
Le nuove stelle di Londra
Fatta eccezione per i big, sono quattro le new entry londinesi nell'empireo stellato. Potevano essere di più, sostiene a caldo la critica locale, e più rappresentative del melting pot gastronomico della città. Ma intanto ci si complimenta con chi ce l'ha fatta: Dysart Petersham, Endo at the Rotunda, Maos (l'ultimo esperimento gastronomico di Nuno Mendes a Londra), Da Terra. L'ultimo progetto, nato all'interno del Town Hall Hotel, ha solo un anno di vita, e già attira l'interesse della Rossa, che premia ancora una volta la capacità di ragionare sul cibo e sulla cucina oltre i confini territoriali e culturali. Dietro all'idea ci sono il brasiliano Rafael Cagali e l'argentino Paulo Airaudo (titolare di un ristorante a San Sebastian, Amelia), entrambi vantano origini italiane, e c'è anche questo imprinting alla base di un menu ispirato dagli ingredienti e dai ricordi sudamericani. Del resto, nel corso della loro formazione, entrambi hanno fatto tappa anche in Italia: il primo a Villa Feltrinelli, per tre anni accanto a Stefano Baiocco, il secondo al Magnolia (le strade si sono incrociate al Fat Duck di Heston Blumenthal).
Prime stelle tra Manchester, Dublino, Edimburgo
Intanto anche Manchester festeggia per la prima stella arrivata in città dopo 40 anni di oblio: il premio spetta al Mana di chef Simon Martin – già al Noma, da un anno rientrato in città - ampiamente pronosticato alla vigilia. Mentre a Dublino i riflettori sono puntati su Greenhouse, new entry tra i bistellati (come il conterraneo Aimsir, nella campagna di Kildare), e Variety Jones, per il primo macaron. Numerose pure le defezioni, con 16 insegne nella lista delle stelle soppresse, chi per trasferimento dello chef in carica (The Araki ne perde tre insieme, dopo il rientro in Giappone di Mitsuhiro Araki), chi per cessata attività (come Fera at Claridge's e l'Atelier di Joel Robuchon), altre per puro declassamento. Primi macaron anche per Condita a Edimburgo, The Muddlers Club a Belfast, e per il chiacchierato ristorante plant based di Alex Bond a Nottingham, Alchemilla.
Tutte le nuove stelle della guida Michelin Great Britain and Ireland 2020
Tre Stelle
- Sketch, Londra
Due Stelle
- La Dame de Pic, Londra
- Aimsir, Kildare
- Greenhouse, Dublino
- The Dining Room, Whatley Manor
Una stella
- Dysart Petersham, Londra
- Da Terra, Londra
- Maos, Londra
- Endo at the Rotunda, Londra
- Stark, Broadstairs
- Artichoke, Amersham
- Cottage in the Wood, Braithwaite
- Allium at Askham Hall, Askham
- Old Stamp House, Ambleside
- The Oak Room, Adare
- Opheem, Birmingham
- Mana, Manchester
- The Angel, Hetton
- Netherwood Estate, Herefordshire
- Beach House, Oxwich
- Condita, Edinburgo
- Bastion, Kinsale
- The Tudor Room, Egham
- Isle of Eriska
- The Royal Oak, Whatcote
- Interlude, Lower Beeding
- The Muddlers Club, Belfast
- Alchemilla, Nottingham
- Variety Jones, Dublino