È stato presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il dossier della Coldiretti “Lavorare e vivere green in Italia”. Molti gli spunti di riflessione e i dati utili per orientarsi a un consumo consapevole all’insegna dell’alimentazione sostenibile. Sono soprattutto gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole dopo una lunga traversata oceanica i principali responsabili dell’inquinamento globale: ciliegie dal Cile, mirtilli argentini e asparagi del Perù raggiungono le vette della singolare classifica elaborata a partire dal consumo di petrolio e dall’emissione dei gas serra necessari per l’importazione di prodotti alimentari nel nostro Paese. Dal continente americano provengono anche le more del Messico, i cocomeri brasiliani, i meloni di Guadalupe, mentre più breve, ma ugualmente dannoso per l’ambiente, è il viaggio dei melograni di Israele o dei fagiolini egiziani. Alimenti che rispondono principalmente all’esigenza di consumare frutta e verdura fuori stagione o portare sulle nostre tavole prodotti esotici. Ma un chilo di ciliegie del Cile, prima di arrivare a destinazione, percorre 12mila chilometri, con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Dati questi, che devono far riflettere sulla necessità di valorizzare i prodotti del territorio e rispettare la stagionalità degli alimenti, ripensando il ruolo di quel km 0 ormai diventato fenomeno di tendenza, ma evidentemente ancora sottovalutato dalla maggioranza degli italiani, abituati a portare in tavola prosciutto e melone estivo anche a dicembre. Con un occhio di riguardo anche alla difficile congiuntura economica, come spiega Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti: “Fare la spesa con attenzione all'ambiente significa anche impegnarsi per il territorio, la cultura, le tradizioni ed i prodotti che rendono il made in Italy unico e competitivo nel mondo e quindi sostenere l'economia e il lavoro in Italia in un difficile momento di crisi”.