La superstizione
Che gli italiani siano un popolo superstizioso è risaputo. Credenze popolari e scaramanzie, però, sono radicate in tutti i Paesi: già nei tempi antichi gli uomini, cercando una risposta ai fenomeni naturali come le eclissi, i lampi, i tuoni, ne attribuivano l'origine a spiriti invisibili. Il profondo legame culturale con il cibo, poi, ha portato gli italiani a creare una serie di miti e leggende attorno alla tavola. Non solo gatti neri, scale, specchi rotti e venerdì 17: nella Penisola, molte delle scaramanzie fanno riferimento alla cucina. Che si tratti di buon auspicio o cattiva sorte, sono gli ingredienti più comuni a essere al centro della maggior parte delle dicerie, prodotti che, a seconda della gestualità e il modo di utilizzo, possono rappresentare un pericolo in arrivo oppure la salvezza da un destino crudele. Ecco quali sono le credenze popolari più note che ruotano attorno alla tavola.
Aglio: dalla Grecia alla Polonia, passando per Napoli
Ogni napoletano che si rispetti ricorderà sicuramente la formula che Peppino De Filippo recitava negli anni '70 ogni volta che interpretava il personaggio di Pappagone: “Aglio, fravaglio/fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r'alice e capa r'aglio”. Da sempre considerato antidoto per eccellenza contro i vampiri, l'aglio è simbolo di buon auspicio e un ottimo rimedio contro i malocchi. Secondo delle antiche credenze partenopee, condivise anche con Umbria, Marche e Calabria, inghiottire uno spicchio intero a digiuno porterebbe una gran fortuna (per molti, semplicemente, è un toccasana per la salute). In Grecia, basta invece pronunciare la parola aglio (skórdo) per assicurarsi una buona sorte: ancora oggi, infatti, tante ceramiche tipiche da appendere sull'uscio di casa raffigurano una testa d'aglio. In Polonia, infine, un'antica usanza impone di far ingerire uno spicchio d'aglio a chiunque nomini la parola serpente in presenza dei bambini, per scongiurare l'energia negativa e maligna che la figura del rettile porta con sé.
Banane e sfortuna, fra Vietnam e Inghilterra
La scena dei personaggi di film e cartoni animati che scivolano sulla buccia di banana è un grande classico in tutto il mondo. In Vietnam, proprio per questo motivo è sconsigliato mangiare banane prima di un evento importante, che sia una gara sportiva, un colloquio di lavoro o un esame. Il motivo? Il rischio di “scivolare” - metaforicamente parlando - e fallire nella prova. Anche nel Regno Unito c'è una superstizione simile, stavolta appartenente alla tradizione marinara: proprio come nel caso dell'ombrello, l'ingresso in barca delle banane è severamente vietato. Difficile rintracciare le origini di questa scaramanzia che, secondo alcuni, deriverebbe ancora una volta dal rischio di scivolare sulla buccia.
Cipolle salvifiche
Non solo aglio: anche la cipolla può essere una valida alleata, soprattutto nei Paesi anglosassoni. Fra le tante usanze di una volta, quella di mettere una cipolla sotto il letto di una persona malata, oppure di appenderla in casa per evitare l'ingresso di germi ed eventuali malanni. Veniva, poi, utilizzata anche per prendere delle decisioni importanti: a ogni bulbo veniva associata un'opzione diversa e, una volta piantati, il primo a germogliare avrebbe rappresentato la scelta giusta da fare.
Fondi di caffè per predire il futuro
Quella della caffeomazia, ovvero la tecnica di lettura dei fondi del caffè per predire il futuro, è una tradizione di origine remote, da mettere in pratica esclusivamente con il caffè turco e una tazza bianca in grado di risaltare i segni lasciati dalla bevanda. Una branca distinta dalla più generale tasseomazia, che comprende invece l'interpretazione dei fondi di tè, disciplina che si iniziò a diffondere in Europa a partire dalla metà del Seicento. Ma torniamo al caffè: fondi a parte, per i greci l'oro nero può indicare la sorte di una persona anche a partire dalle bollicine che si formano in superficie. Se si allontano, si prevede un futuro complicato, mentre se si avvicinano sono segno di serenità.
Galateo scaramantico: posate, tovaglie, commensali
Per i superstiziosi ci sono delle regole ben precise quando si tratta di posate e vettovaglie. Non vanno mai incrociati coltello e forchetta, una mancanza di rispetto per la crocifissione di Gesù, e soprattutto niente tovaglie bianche: o meglio, possono essere usate, ma non vanno mai lasciate per tutta la notte, perché ricordano le lenzuola funebri. Da non dimenticare, poi, il numero dei commensali, mai pari a tredici, antica credenza legata all'Ultima Cena della religione cristiana.
Nel Regno Unito, invece, guai a regalare un coltello a qualcuno, perché significa che si intende tagliare i ponti con quella persona. Ci sono poi anche segnali di buon auspicio: per i russi, una posata che cade a terra segnala una visita in arrivo (per la precisione, una donna se si tratta del cucchiaio e un uomo se a cadere è il coltello). Non solo posate occidentali: anche le bacchette orientali portano con loro diverse dicerie. Fra tutte, la posizione: porta sfortuna tenerle perpendicolarmente al piatto, ovvero in verticale, perché ricordano gli incensi che vengono utilizzati ai funerali.
Le lenticchie che si trasformano in soldi
Immancabili nella notte di San Silvestro, accompagnate da zampone o cotechino, le lenticchie in Italia sono un portafortuna prezioso, segno di guadagni in arrivo. Un'usanza che affonda le proprie radici nell'Antica Roma, quando in arrivo del nuovo anno si era soliti donare una borsa di cuoio - chiamata scarsella - colma di lenticchie che, secondo il mito, si sarebbero poi trasformate in monete.
Noodles da mangiare interi
Simbolo di longevità e salute, i noodles in Cina non vanno mai spezzati né con le bacchette né con i denti, altrimenti si rischia di accorciarsi l'esistenza.
Olio d'oliva: sfortuna o antidoto contro il malocchio?
Uno dei prodotti attorno al quale ruotano più leggende: innanzitutto, se cade, è bene gettarvi un po' di sale sopra per scongiurare eventuali disgrazie in arrivo. Come nel caso analogo del sale, il motivo di questa diceria popolare è da rintracciarsi, semplicemente, nell'alto valore che prodotti simili vantano da sempre: ingredienti di pregio, fondamentali per la cucina ma soprattutto per la conservazione degli alimenti, olio e sale erano materie prime costose da tenere con cura; sprecarle era segnale di male augurio.
L'olio, però, presenta una doppia anima nel mondo delle superstizioni: è, infatti, un valido alleato per intercettare il malocchio, una delle credenze popolari più antiche e radicate nel nostro Paese, secondo la quale lo sguardo di una persona può avere effetti negativi su un altro individuo. Per scoprire eventuali fatture, nei paesini del Sud si ricorre da sempre a un piatto pieno di acqua e olio. Tanti i modi diversi per verificare la presenza della fattura: c'è chi dice che la macchia d'olio debba disintegrarsi, chi invece ritiene che debba ampliarsi, ma l'antidoto, come sempre, è segretissimo e varia di persona in persona.
Pane capovolto e la nascita del pancarré
Un prodotto dal valore così inestimabile che, nel caso fosse caduto a terra, doveva essere baciato prima di essere riposto sulla tavola, un'abitudine che in molti paesini è ancora in vita. Guai, però, a servire del pane capovolto, segno di male augurio. Questa antica diceria risale all'Ottocento ed è legata alla figura dei boia. Solitari ed emarginati da tutti, queste figure non godevano di buona reputazione: dovevano, infatti, sottostare a diverse burle e angherie da parte delle comunità. Fra queste, lo scherzo dei panettieri che, in segno di disprezzo, porgevano loro il pane al contrario.
Una leggenda popolare racconta che proprio per questo motivo nacque il pancarré: Piero Pantoni - secondo la tradizione il boia di Torino che eseguì l'ultima impiccagione nel 1864 - fece appello alle autorità chiedendo che i fornai porgessero a tutti i clienti il pane sottosopra, a prescindere dalla condizione sociale. Per aggirare la sentenza, allora, gli artigiani inventarono un nuovo tipo di pane a forma di mattone che aveva pressoché lo stesso aspetto da entrambi i lati. In questo modo, i boia potevano ritenersi soddisfatti, mentre i fornai potevano continuare a prendersi gioco di loro senza che se ne accorgessero.
L'altra faccia del pane
In Inghilterra, invece, le dicerie legate al pane assumono un carattere più tetro. Segno di una buona lievitazione, un'idratazione ben scelta e un'impeccabile alveolatura, i grandi buchi nella mollica rappresentano per gli inglesi le bare dei defunti, e sono quindi un presagio di morte. Prima di cuocerlo, inoltre, i fornai di una volta (in questo caso non solo inglesi) erano soliti intagliare una croce sull'impasto, una tecnica che eviti che la pasta si gonfi eccessivamente, ma che nasconde in realtà un significato nascosto: il segno serve a impedire a eventuali spiriti maligni di sedersi sulla pagnotta.
Peperoncino e fedeltà
Un vero amuleto contro il malocchio, ma anche contro l'infedeltà: in passato, in molti paesini i coniugi che sospettavano un tradimento erano soliti lasciare due peperoncini rossi sotto il cuscino del partner. In questo modo, avrebbero riconquistato il loro cuore.
Riso ai matrimoni
Non ci sono nozze senza riso. Tutto ha inizio nell'Antica Roma, quando ai neo sposi venivano lanciati chicchi di grano come augurio di felicità e prosperità. Una delle ipotesi più accreditate afferma che, una volta che il grano iniziò a scarseggiare, venne sostituito dal riso, meno costoso e più facilmente reperibile. Ma c'è anche il racconto cinese che narra invece di un Genio che si privò dei suoi denti per piantarli nel terreno e salvare il suo popolo dalla carestie. Nei campi, fiorirono piantine di riso, che da quel momento rappresentarono fertilità e nuova vita.
Sale, l'antica paga dei soldati e il segno d'amore
Si sa: se il sale cade a terra, è segno di sfortuna. Perché in fondo, fin dai tempi degli antichi romani, era considerato merce rara e speciale, tanto che i soldati erano pagati con questo ingrediente. La stessa parola salario, infatti, significa proprio “razione di sale” e deriva da questa abitudine. Utilizzato da sempre per conservare gli alimenti freschi, è ancora oggi uno dei prodotti immancabili sulle tavole di tutto il mondo: nel caso vi dovesse scivolare, però, niente panico, basta gettarne tre manciate alle proprie spalle per scacciare la mala sorte.
Dalla Russia, invece, un racconto più romantico. Se una donna ne usa molto in cucina, si dice che sia innamorata: per questo le future spose, per ingraziarsi il favore dei suoceri, aggiungono sempre più sale del dovuto nei loro piatti.
I tabù: donne, mestruazioni e cucina
Sembra inverosimile, oggi, pensare che le mestruazioni – a lungo uno dei tabù più taciuti delle società di tutto il mondo – possano in qualche modo influenzare le varie capacità delle donne. Eppure, sono tanti i falsi miti che ruotano attorno a questo fenomeno naturale del corpo femminile, a cominciare dagli specchi che diventano opachi, per finire con il ferro che arrugginisce o l'avorio che perde la sua lucentezza. Con il cibo, poi, non si scherza: il ciclo mestruale avrebbe, secondo le credenze più antiche, il potere di fare inacidire il vino. Per non parlare della preparazione della maionese, da non affidare mai a una donna durante quel periodo. Si è cercato a lungo di fornire una spiegazione ragionevole a questa convinzione, ma l'unica (surreale) ipotesi è quella che fa riferimento ai cambiamenti ormonali in corso, che porterebbe le donne ad avere poca precisione nella gestualità.
Tè, zucchero e latte: un ordine da rispettare
La tradizione britannica del tè del pomeriggio ha conquistato tutto il mondo. Ma come si prepara una buona tazza? Per i superstiziosi, è bene tenere a mente una regola ferrea: dopo aver versato la bevanda, occorre prima di tutto aggiungere lo zucchero e poi, alla fine, il latte. Pena per chi inverte l'ordine: mancato matrimonio.
Torta di compleanno: desiderio o scaccia spiriti?
Questa, forse, è una delle credenze meno conosciute e più sorprendenti. Nonostante la canzoncina di rito per il festeggiato, sembra che all'origine della tradizionale torta di compleanno ci sia l'esigenza di scacciare gli spiriti maligni. Più precisamente, il momento in cui si spengono le candeline rappresenta il rituale scaramantico contro le energie negative. E noi che pensavamo si dovesse esprimere un desiderio...
Uova, simbolo di nuova vita
Emblema della rinascita, ma anche della protezione, da sempre uno dei doni più utilizzati dai popoli antichi, l'uovo è sinonimo di nuova vita: se in un guscio ci sono due tuorli, si dice infatti che sia sintomo di una nascita in arrivo, secondo alcuni di un parto gemellare. C'è però un'altra diceria, più cupa e inquietante, che riguarda il guscio: una volta rotto, deve essere frantumato per bene prima di essere buttato, altrimenti potrebbe diventare un richiamo per il demonio, ben lieto di annidarvisi dentro.
L'uva: 12 chicchi per 12 mesi
Una tradizione tipica dei paesi spagnoli e sudamericani, che da sempre si ripete negli ultimi 12 minuti della notte di San Silvestro, prima dello scoccare della mezzanotte: 12 acini d'uva, uno per ogni mese dell'anno che verrà. Per ogni chicco ingerito, si esprime un desiderio per il nuovo anno.
Vino: cosa fare quando cade e come versarlo
Al contrario del sale e dell'olio, il vino che cade sulla tavola non porta con sé grandi disgrazie. Anzi, se se ne prende un po' con le dita e lo si passa dietro le orecchie, diventa segno di buon auspicio. Attenzione, però, a versarlo nella maniera corretta, ovvero con il dorso della mano rivolto verso l'alto. Il motivo di questo vecchio detto risale al Medioevo, quando insieme alla bevanda veniva versato anche del veleno che, nascosto nell'anello, scivolava via una volta capovolta la bottiglia. Così, il gesto elegante di servire l'ospite poteva tramutarsi in un tradimento (per questo, ancora oggi a Roma, la gestualità sbagliata viene definita in dialetto “alla traditora”).
a cura di Michela Becchi