“Quest’estate vado in vacanza in Alto Adige, ti serve qualcosa?” “Forse sì , Corrado, ma ce la fai a far tutto, hai quasi tutta la Toscana, un po’ di Liguria, ristoranti, bar, pasticcerie... le scadenze le conosci...” “Tu lo sai che con me puoi stare tranquilla”. Tranquilla in realtà non ci stavo perché Corrado Benzio era un ritardatario cronico... “ti mando tutto domani” mi diceva quando finalmente alla quarta telefonata o alla decima mail si faceva coraggio e rispondeva ”scrivo stanotte...sai il giornale oggi non mi ha dato respiro”. Non era mai vero, passava almeno una settimana, ripartiva il match e alla fine in zona Cesarini le schede arrivavano. E tutte le volte puntualmente giurava che l’anno successivo non sarebbe andata così.. “l’anno prossimo parto prestissimo ed entro giugno hai tutto...”. Da anni in redazione il leit motiv era “che schede mancano per chiudere? Quelle di Benzio, è sempre il solito...” Era sempre il solito ma non ne potevi fare a meno perché Corrado era uno di famiglia, siamo cresciuti insieme, lui c’è sempre stato dalla prima ora, la filosofia del Gambero pensata e creata da Stefano Bonilli l’aveva fatta sua da subito. E fu subito feeling.
Corrado Benzio e la collaborazione con il Gambero Rosso
La sua firma arriva prestissimo: a luglio del 1990 le prime schede nella rubrica Specialità del mensile Gambero Rosso dedicate alla sua amata farinata e il mese successivo il primo pezzo “Svegliarsi all’Elba”, un itinerario dell’isola, alla sua maniera, cogliendo lo spirito del luogo e delle persone. Da allora la collaborazione non si è mai interrotta e non c’è stata guida che non l’abbia visto in prima fila, da quella dei ristoranti del 1991 all’ultima creatura, quella dedicata al pane: lui c’era sempre con l’entusiasmo del primo giorno.
E poi Corrado c’era anche dopo, come sostenitore perché sì, fino a quando è stato una delle colonne del Tirreno, la sua prima preoccupazione era quella di sapere le date di uscita delle pubblicazioni: se poteva scappava alla presentazione ma soprattutto si preoccupava di avere il materiale per fare un pezzo... “oggi ho fatto una bella pagina sul giornale...poi te mando...”
L’ultima volta che ho visto Corrado è stato a marzo alla presentazione della guida Street Food, non era il Corrado di sempre, ma “ce la faccio... bar sicuramente, anche pizzerie…”. Non ci siamo più sentiti, soltanto mail nelle quali mi rassicurava che sarebbe arrivato tutto “...anche ristoranti e pasticcerie…”. Le schede di ristoranti e pasticcerie quest’anno in redazione non sono arrivate. Ad agosto una mail mi avvertiva che “Corrado è molto dispiaciuto ma non ce la fa a mandare le schede... mi ha detto di salutarla...”
Guardare oggi il colophon di Ristoranti d’Italia 2020 fa male: sapevo benissimo che il suo nome per la prima volta non c’era ma per me era solo una parentesi, ero convinta che dall’anno prossimo avremmo ricominciato a trattare sui tempi. Che brutto scherzo che ci hai tirato Corrado...
a cura di Laura Mantovano
foto Il Tirreno