Tanti stimoli in più, una stella Michelin in meno. Il mondo dell'haute cusine marchigiana si gela nel primo mercoledì di Dicembre con la chiusura del ristorante L'Arcade di Porto San Giorgio (due Forchette del Gambero Rosso). Dopo oltre dieci anni di successi e innovazioni nel settore della ristorazione, lo chef Nikita Sergeev ha annunciato di voler cessare l'attività. Russo di origini ma sangiorgese d'adozione, Sergeev aveva aperto il locale nel 2013 in viale don Minzoni, a Porto San Giorgio (Fermo) per trasferirsi sul lungomare Gramsci. Lì è arrivata, nel novembre del 2021 la stella Michelin, confermata quest'anno. Poi la notizia della chiusura: il ristorante non riaprirà, e di riflesso perderà la stella della prestigiosa guida francese.
La conferma dopo le indiscrezioni
Dopo le indiscrezioni iniziate a circolare nelle Marche Sporche, in particolare tra Porto San Giorgio e il Fermano, la conferma è arrivata direttamente dal cuoco: «Non ho più stimoli. Non ci credo più. E se non provo più emozioni, non riesco nemmeno più a trasmetterle a chi lavora con me e ai nostri clienti», ha confessato Sergeev in un'intervista. Un fulmine a ciel sereno per una realtà nata ben 12 anni fa e cresciuta nel corso del tempo grazie a una proposta sempre a cavallo tra tradizione e innovazione. «Dal 2013 è cambiato molto - spiega - in questo nostro mondo della ristorazione, del fine dining. Mi sono stancato: da cuoco mi sono ritrovato a dovermi occupare di gestione e burocrazia. Con il primo Arcade siamo partiti benissimo, stesso dicasi col Banco 12 che voleva essere un'esperienza di ristorazione semplice. Ma dopo il Covid, siamo ripartiti bene ma senza entusiasmo. Abbiamo sempre lavorato benissimo, da dopo la stella arrivata nel 2021 fino a quest'ultima stagione. Ma questo non basta».
Il futuro di Nikita Sergeev
Insomma, una decisione dettata da elementi personali ma anche professionali e presa nonostante il continuo successo e la crescita di popolarità del locale. Guai però a vedere solo la parola punto all'orizzonte. «A me piaceva e piace tuttora fare il cuoco e vorrei tornare a cucinare. Insomma tornare ai fuochi magari con qualche responsabilità in meno», ha affermato Sergeev. Che cosa succederà ora? «Qualche progetto di lavoro - rivela - già c'è. Sono appena tornato da Dubai e Abu Dhabi. Magari mi metto a scrivere. O magari mi dedicherò alla didattica e alle consulenze». Parole di ottimismo che confermano quanto la chiusura de L'Arcade non sia la fine del percorso di Sergeev: «La giacca stellata resta, anche se a casa. E chissà che quelle emozioni nel riceverla non le rivivrò in un futuro, anche prossimo. Perderla formalmente non tocca il mio ego perché so quello che valgo e i sacrifici che ho fatto. Si tornerà a sentir parlare di me, di noi».