Il primo e più antico birrificio artigianale degli Stati Uniti, Anchor Brewing, ha annunciato che a causa delle difficoltà finanziarie è costretto a cessare la sua attività. L’azienda, nata a San Francisco nel 1896, era stata acquisita dalla compagnia giapponese Sapporo nel 2017 per 85 milioni di dollari e negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pandemia, è stata colpita dall’inflazione e da un calo delle vendite così da non riuscire a sopravvivere in un mercato sempre più competitivo. Sembra che una delle cuase della crisi sia anche la crescente ascesa dei superalcolici che hanno gradualmente guadagnato popolarità e porzioni di mercato ai danni appunto delle birre e in particolare di quelle artigianali.
Chiude Anchor Brewing, il più antico birrificio Usa
Le perdite economiche “non hanno lasciato all'azienda altra scelta se non quella di prendere la triste decisione di cessare le attività – ha spiegato Sam Singer, portavoce dell'azienda, aggiungendo che la Anchor Brewing "non è riuscita a compensare la significativa perdita di vendite e ha finito i soldi e il tempo a disposizione”. È una notizia significativa, come spiega nella sua newsletter, Fingers, l’esperto Dave Infante: “Anchor non è semplicemente un birrificio craft qualsiasi. Secondo la maggior parte delle testimonianze, è il primo birrificio artigianale d’America, accreditato per essere quello che per primo ha diffuso l’intero concetto di produzione di birra locale, indipendente e artigianale”.
Non è la prima volta che Anchor rischia il fallimento. Dopo essere sopravvissuto allo storico terremoto di San Francisco (che aveva distrutto la sua produzione) e al proibizionismo, l’azienda negli anni '60 era già sull'orlo della bancarotta e nell’archivio del San Francisco Chronicle si possono ritrovare titoli come “L'ultima birra a vapore - un'istituzione muore”. La svolta arrivò però nel 1965 con l’acquisizione del birrificio da parte del magnate Fritz Maytag, che trasformo le birre dell’Anchor Brewery in prodotti di culto come sono stati la storica Pale Ale e l’audace Christmas Ale. Harry Schuhmacher, editore della pubblicazione specializzata Craft Business Daily, ha dichiarato alla CNN che la fine di Anchor rappresenta un “giorno triste nella storia della birra artigianale negli Stati Uniti”.
La crisi dei birrifici artigianali
Garrett Oliver, mastro birraio della Brooklyn Brewery, altro celebre marchio, è stato intervistato dal Guardian sulla vicenda: “Anchor era essenzialmente il nonno di tutta la produzione di birra artigianale americana – spiega Oliver – c’è un vecchio detto che parla di una band che ha avuto solo 50 persone al suo primo concerto... ma ognuna di quelle persone ha poi fondato una propria band. Ecco, quella band era la Anchor Brewing Company e tutti i loro collaboratori erano i migliori”.
Il caso della Anchor è esemplificativo delle sfide che devono affrontare i birrifici al giorno d’oggi, in particolare dopo la pandemia, che ha cambiato le abitudini dei consumatori e hanno innescato il sistema di acquisizioni dei piccoli produttori da parte delle grandi compagnie. “Il colpo di grazia per Anchor è stata la pandemia”, ha detto il Sam Singer al New York Times, spiegando che il 70% dei prodotti dell'azienda era stato venduto a ristoranti e bar gravemente colpiti dalle conseguenze del Covid sul settore della ristorazione. L’azienda aveva provato a invertire la rotta dopo la pandemia cambiando il proprio marchio e iniziando a vendere le birre negli alimentari ma i risultati sono stati comunque negativi. L'azienda ha dato ai suoi 61 lavoratori un preavviso di sessanta giorni e continuerà a vendere la birra rimasta in magazzino fino alla fine di luglio.