Le camelie di Coco Chanel
Per la maison fondata da Coco Chanel, coltivare la terra non è una novità. Dal 1998, infatti, sulle colline che circondano il piccolo borgo francese di Gaujacq, i giardinieri della maison si prendono cura di un giardino botanico dedicato a un fiore molto amato dalla leggendaria stilista, la camelia - simbolo della casa dal 1913 - che qui si coltiva in duemila varietà diverse, senza l'uso di sostanze chimiche e con pratiche rispettose dell’ambiente, che vertono all’agroforestazione, con l’idea di rigenerare il suolo per creare un ecosistema felice, di cui tutti possano godere.
Accanto, c’è l’azienda agricola, che alimenta la produzione della linea di trattamenti skincare brevettati da Chanel nel laboratorio all’avanguardia della tenuta di Gaujacq, sempre a partire dalla coltivazione sostenibile di camelie, che ha ottenuto il livello più alto della certificazione Haute Valuer Environmental, ad attestare la bontà del lavoro svolto in fase di produzione e trasformazione.
Il Landscape Resilience Fund
L’iniziativa in campo più recente della storica casa di moda francese, però, è ancora più caratterizzata dall’esigenza di avere un impatto positivo sull’ambiente, con la partecipazione attiva al Landscape Resilience Fund, che mira a raccogliere entro il 2025 100 milioni di dollari da investire in progetti per promuovere l’agricoltura sostenibile, proteggere le foreste e incentivare l’attività dei piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo. L’idea del fondo di investimento è promossa dal WWF con l’impresa sociale South Pole, che da Chanel hanno già ricevuto 25 milioni di dollari, e ora auspicano che proprio l’impegno della maison francese possa essere di buon esempio per altri investitori privati, ancora restii a stanziare fondi per contrastare il cambiamento climatico. Nello specifico dell’operazione, il primo obiettivo del fondo sarà quello di fornire assistenza tecnica, supporto e prestiti a basso costo alle piccole imprese agricole che operano in zone svantaggiate del mondo (dall’Africa sub-sahariana all’America Latina, al Sud Est asiatico), portando avanti, per esempio, la coltivazione di caffè e cacao in situazioni di grande vulnerabilità, perché esposti allo sfruttamento delle multinazionali e soggetti a stagioni sempre più siccitose.
L’impegno di Chanel
L’investimento propiziato dal WWF, quindi, fornirà loro sementi resistenti alla siccità, ma anche formazione in campo e denaro per ammodernare l’attività. E Chanel ha risposto alla chiamata con convinzione, evidenziando come questo momento storico sia cruciale per dimostrare la vicinanza delle grandi realtà private alla causa ambientale, contro il cambiamento climatico e vicino a chi lavora la terra e alimenta con coscienza le filiere alimentari. Del resto, anche l’industria della moda, come quella alimentare, contribuisce abitualmente a incentivare l’impatto ambientale di pratiche produttive irresponsabili che in nome del profitto sacrificano foreste e distruggono ecosistemi naturali ed economici fondamentali per la sopravvivenza delle comunità che li abitano, minacciando al contempo la biodiversità agricola. L’impegno di Chanel, per contro, arriva immediato e cospicuo, permettendo sin da subito al LRF – lanciato all’inizio di giugno 2021 – di spiccare il volo. E l’investimento fa il paio con il progetto Mission 1.5° avviato nel 2020 dalla maison – che entro il 2025 si impegna anche a utilizzare energie rinnovabili al 100% - per contrastare il cambiamento climatico.