Dal 1º gennaio 2024 nel centro storico di Roma potranno aprire nuove pizzerie, gelaterie e kebab artigianali. Il primo giorno del nuovo anno, infatti, scadrà la norma che blocca l’apertura di nuovi laboratori artigianali alimentari all’interno del sito Unesco e della città storica. Concedendo, di fatto, l’avvio di nuove attività in queste aree di Roma. Ma, con un numero di locali pari a 20.200, la Capitale è già in cima alla lista dei comuni italiani per presenza di punti di consumo, secondo un'analisi Cga by NielsenIq (Niq).
La proposta di proroga
Nei giorni scorsi la lista civica di Carlo Calenda aveva presentato una mozione per chiedere di prorogare per altri tre anni lo stop all’apertura di nuovi laboratori artigianali. L’assemblea capitolina avrebbe dovuto esaminare la proposta lunedì 18 dicembre, ma la seduta si è concentrata sul bilancio di previsione 2024-26.
La mozione, dunque, è rimasta fuori dalla discussione, ma i consiglieri della lista Civica Calenda si oppongono. La capogruppo calendiana in assemblea capitolina, Flavia De Gregorio, ha detto al Corriere della Sera: «Ho chiesto di calendarizzare con urgenza la mozione». Nel caso venisse approvata, servirebbe poi un atto dell’assessora alle Attività produttive Monica Lucarelli, che dovrebbe poi essere approvato in aula.
Chi può aprire (o trasferirsi) in centro
Ma quali saranno le attività che dal 1º gennaio potrebbero inaugurare nel centro di Roma? I parametri sono stati stabiliti da una delibera del presidente della Commissione commercio Andrea Alemanni, approvata lo scorso maggio dall’assemblea capitolina. La parola d’ordine è artigianalità: l’imprenditore dovrà essere, infatti, anche un artigiano e realizzare i prodotti che vende (pane, pasta fresca, pizza, gelato, kebab) all’interno del proprio locale. Il titolare (sono escluse le srl), dovrà inoltre essere iscritto all’albo regionale. Altro criterio importante sono le dimensioni: l’attività dovrà misurare almeno 80 metri quadrati (100 nel caso di vendita di bevande) e dovrà essere dotata di bagno per i clienti.
"Rilanceremo l’artigianato"
La norma è stata messa a punto una volta studiati i risultati del monitoraggio degli indici di saturazione, dal quale è emerso un calo del 30 per cento dei laboratori artigianali alimentari negli ultimi cinque anni. Numeri che corrispondono a quelli della Confcommercio, secondo cui, ci sarebbero solo 290 attività artigianali in centro, a fronte delle 1200 segnalate dai residenti. Ovvero lo 0,29% ogni 100 abitanti. Da qui, secondo Lucarelli, la necessità di promuovere le attività artigianali: «Se blocchiamo queste attività, rischiamo di fare passi indietro lasciando spazio alle proposte scadenti» ha detto al Corriere.
Le polemiche
Parole che, comunque, non sembrano riuscite a spegnere del tutto le polemiche, anche da parte dei cittadini romani più famosi. Come Alessandro Gassmann che su X ha polemizzato contro la trasformazione «del centro storico della città più bella del mondo in pizzeria, kebabberia, friggitoria, pizzicheria». Alemanni, però, difende il provvedimento, lanciando una scommessa: «Se dopo due mesi apriranno cento laboratori artigianali alimentari presenteremo una delibera per introdurre dei paletti».