Contanti o carta?
Contanti o carta? La domanda è così ricorrente – anche se in Italia molti sono ancora restii a farne l'uso disinvolto abituale in altri Paesi – da consolidare due opposte fazioni: i sostenitori del Pos senza remore da un lato, gli assertori del portafoglio sempre pieno in caso di necessità dall'altro. Ribaltando la prospettiva sul versante degli esercenti, una certa resistenza ad agevolare il pagamento elettronico è ancora condivisa da tante piccole attività. Negli Stati Uniti, per esempio, oltre il 60% delle transazioni inferiori ai 10 euro viene effettuata in contanti: il dato sale moltissimo se ci spostiamo in Italia. Chi invece sembra aver adottato con convinzione il sistema cashless è la Svezia, che guida la classifica dei Paesi più inclini al pagamento elettronico, anche quando si tratta di cifre contenute. Anzi, sono molti gli esercizi commerciali che accettano solo pagamenti con carta (quante volte capita di trovarsi nella situazione contraria in Italia?). L'ultima iniziativa di Visa, uno dei circuiti di transazione elettronica più diffusi nel mondo insieme a Mastercard, cerca proprio di sollecitare esercizi commerciali e consumatori all'uso più consapevole e frequente della carta.
Cashless Challenge. Al bando il contante al ristorante
Come? Lanciando la cosiddetta Cashless Challenge, rivolta principalmente a ristoranti, caffè ed esercizi di street food. Le regole del gioco sono semplici: a 50 attività selezionate dal circuito tra quelle ancora sprovviste di pagamenti contactless saranno offerti 10mila dollari da investire nell'upgrade della propria infrastruttura di pagamento. In cambio, però, gli esercizi dovranno garantire l'uso esclusivo del sistema cashless, accettando solo transazioni con carta o cellulare. Al bando i contanti, dunque. Chiaro il tornaconto di Visa, intenzionata ad applicare le proprie commissioni su un volume di transazioni sempre maggiore, altrettanto vero quanto sostiene Jack Forestell, responsabile Global merchant solutions di Visa, nel lanciare l'iniziativa, in vigore dal mese di agosto: “Crediamo che possa essere semplice effettuare o ricevere un pagamento ovunque si sia in qualsiasi modo, che si tratti di un cellulare, una carta o un wearable. Con il 70% del mondo (più di 5 miliardi di persone), che sarà connesso in mobilità entro il 2020, abbiamo la straordinaria opportunità di educare esercenti e consumatori sull’efficacia della soluzione cashless”.
E infatti, dopo l'imminente test americano, l'idea è quella di stanziare 500mila dollari per replicare la sfida altrove, magari anche in Paesi più conservatori, come l'Italia. E il “cashless culture movement”, come lo definisce la piattaforma Visa dedicata, potrebbe garantire nuove possibilità di guadagno al settore della ristorazione (si pensi alla semplificazione dei sistemi di pagamento e allo smaltimento rapido delle code, ma pure alle formule prepagate e ai pagamenti anticipati contro il no show), non a caso il primo a essere coinvolto nella sfida da Visa.
a cura di Livia Montagnoli