Gli izakaya
Articolati in piccole salette private dove spesso è consentito fumare, gli izakaya sono il punto di ritrovo dei giapponesi una volta staccato dal lavoro. Qui si azzerano le classi sociali, i ruoli e le formalità, i manager si tolgono la cravatta lasciando spazio alla condivisione. Si entra senza scarpe, per non sporcare il tatami sul quale poi ci si siede, e ci si viene principalmente per bere sake o birre, da accompagnare con pochi piatti, in condivisione e non troppo costosi. Negli izakaya è il cibo che accompagna la bevuta. Format simile e concetto opposto per il nuovo locale di Luca Catalfamo, che venerdì 24 marzo apre a pochi metri dal primogenito Casaramen, di cui vi abbiamo parlato qui. “Quella degli izakaya è una formula di ristorazione che mi piace, ma non volevo rinunciare alla centralità del cibo. Poi ho comunque cercato di selezionare alcuni sake, delle birre italiane e nordeuropee, un bel po' di vini naturali e una selezione di tè. In Casaramen Super, questo il nome del nuovo arrivato, è il cibo che accompagna il bere e non viceversa”.
Casaramen Super
Lo spazio del nuovo locale è un po' più grande – “a pensarci bene era molto difficile trovarne uno più piccolo di Casaramen” - e comprende una trentina di coperti in un ambiente informale. “Dopo aver inizialmente coinvolto architetti e designer, ho deciso di crearlo con il prezioso aiuto di mia moglie Margherita, coinvolgendo gli artigiani”. Così, il tavolo conviviale è di un artigiano portoghese, Romain Janet, e le sculture e le ceramiche sono dell'amico scultore Manuele Parati. Il nuovo locale non vuole però essere un Casaramen 2: “Avevo voglia di confrontarmi con uno spazio nuovo, fisico e mentale. Dopo un ristorante di successo come Casaramen, con tantissime soddisfazioni in così poco tempo, sarebbe stato più facile riprodurre lo stesso format in un’altra città o in un'altra zona di Milano. Ma ho voluto prendermi dei rischi uscendo dalla mia confort zone e provando a ricreare un modello di ristorante che, grazie ai numerosi viaggi in Giappone, ho imparato ad amare”. Il nome non è assolutamente auto celebrativo ma è più uno stimolo a volersi superare. E poi saranno diversi i piatti “super” presenti in menu.
Il menu
Nel menu 12 piatti da condividere, tutti di ispirazione nipponica ma con un tocco sempre italiano: “La cucina ha chiaramente delle basi giapponesi per tecniche, ingredienti e ispirazioni, poi però subentra la creatività, la voglia di sperimentare, osare e cucinare ciò che mi piace senza pormi troppe barriere”. Via libera a Chawanmushi (budino a base di latte e uova), frittata al vapore con capasanta, ikura, uni e gambero rosso; Dumpling di manzo, shiitake, germogli, verdure saltate e sesamo; Takoyaki (simili a dei bignè), polpo arrosto, gamberi ed erba cipollina; Quaglia fritta con panko (pan grattato), cavolo cinese, cipollotto e salsa tonkatsu.
E ancora Kakuni (brasato), costine, pak choi, mini carote e senape, tofu con alici, sesamo ed erba cipollina o vongole affumicate al sake con brodo tonkotsu e wasabi. Poi le proposte “super”, ovvero i piatti vegetariani, dal supersushi al supersashimi, dalla super tempura al super ramen. Sì, perché ovviamente c'è spazio anche per il ramen, il trampolino di lancio verso l'amore di Luca per la cucina giapponese, che cambierà settimanalmente a seconda della disponibilità del mercato. Casaramen Super aprirà solo la sera tranne il sabato e la domenica a pranzo, “così potrò fare la spola tra i due locali”.
Casaramen Super | Milano | via Ugo Bassi, 26 | aperto solo la sera tranne il sabato e la domenica a pranzo | da venerdì 24 marzo
a cura di Annalisa Zordan