Dopo il raddoppio dell'offerta ristorativa con la nascita del Gatto Verde all'interno di Casa Maria Luigia, la guest house di casa Bottura continua la sua crescita, stavolta non degli spazi destinati alla ristorazione ma di quelli per la ricezione. CML diventa infatti un albergo diffuso. Al momento, spiegano dal team di Francescana Family, è ancora troppo presto per dare delle date, dipenderà da come procederanno i lavori. Quel che è certo, però, è che il Consiglio comunale di Modena giovedì 7 marzo ha dato il via libera al progetto, approvando la delibera sullo lo schema di convenzione della durata di 5 anni.
Lo annuncia – come si legge sul sito del Comune di Modena – l'assessora all'Urbanistica Anna Maria Vandelli presentando «un nuovo modello di attività economica in territorio agricolo che crediamo essere di massimo interesse per la città e il territorio, ampliando il brand dell’agroalimentare ed estendendo a ulteriori luoghi rispetto a quelli urbani tradizionali la possibilità di svolgere attività turistiche ricettive». Commenta Diego Lenzini (Pd) «Un’offerta che mancava a Modena, che aumenta l’attrattività e la visibilità della città, oltre a essere positivo dal punto di vista della rigenerazione».
Valorizzare l'anima rurale del territorio
L'intervento di rigenerazione urbana valorizza un territorio, quello appena fuori il centro città, in stradello Bonaghino a San Damaso – già meta di un turismo di fascia alta, quello legato allo spin off di campagna della Francescana, «l’intervento – ha proseguito Vandelli – presenta un interesse pubblico, in ragione dell’ampliamento dell’offerta di ristorazione ed alberghiera di elevatissima qualità, della promozione delle condizioni di attrattività del sistema locale, della valorizzazione delle eccellenze gastronomiche e tecnologiche del territorio, oltre che della rigenerazione dei fabbricati esistenti con una altissima qualità architettonica e paesaggistica».
Gli interventi mirano a conservare e anzi valorizzare proprio l'anima rurale di queste strutture senza snaturale il contesto, anzi valorizzando il territorio e il pregio dal punto di vista agroalimentare «grazie alla costruzione di una sorta di circolarità tra la produzione dei prodotti dell’orto, del miele e dell’aceto e il loro impiego nella ristorazione». Per Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) la cosa più importante è che «il livello di qualità dell’intervento sia alto». E visto gli attori in campo ci sono davvero pochi dubbi.
Le quattro tappe della ristrutturazione
Il complesso di Casa Maria Luigia si compone di vari edifici di epoche differenti, oltre alla Villa Padronale ottocentesca – cuore della struttura e primo edificio restaurato – ci sono l’Acetaia (sede del Gatto Verde), l’ex Stalla (ora abitazione) e una serie di strutture, oggetto queste di interventi di ristrutturazione conservative; in alcuni casi ci sarà anche un piccolo ampliamento, non oltre il 10% delle superfici già edificate, come previsto dalla normativa.
Parte del progetto – con un suo stralcio funzionale - prevede la realizzazione di un nuovo spazio espositivo multifunzionale «finalizzato a far conoscere a tutti i visitatori e ospiti le eccellenze del territorio modenese, oltre che a promuovere le condizioni di attrattività del sistema locale». Degli altri tre stralci funzionali, si legge ancora nel sito del Comune di Modena, «il primo riguarda la ristrutturazione di tipo conservativo di due edifici da destinare in parte a ristorante e in parte a spazi eventi/esposizioni come attività complementari alla ristorazione; il secondo prevede il restauro e risanamento conservativo di un edificio dependance destinato ad albergo, oltre a un secondo edificio destinato a scuola di cucina e a una piscina; il terzo stralcio prevede la conversione ad uso alberghiero dell’edificio residenziale (villa e relativa attività di ricezione - B&B), la manutenzione degli edifici destinati a magazzino e acetaia, oltre alla realizzazione di edifici di servizio minori, quali corpi per impianti tecnologici, servizi esterni, capanni per ricovero attrezzature di manutenzione del parco».
Insomma: un ampliamento degli spazi dedicati alla ricezione, distribuiti nei vari edifici. Tra gli interventi previsti, anche la piantumazione di essenze resistenti alla siccità e altre opere esterne, «così da riprendere il sistema storico della viabilità delle aziende agricole modenesi», ma tra gli obiettivi c'è anche miglioramento degli standard ecologico-ambientali interni. Visto il contesto, l’Amministrazione ha richiesto la monetizzazione dei parcheggi pubblici previsti. A chiusura del dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ribadito che il progetto «è in linea con i criteri di sostenibilità, qualità della rigenerazione e bellezza già adottati negli anni, ai quali si aggiungono anche la valorizzazione dei prodotti della nostra terra e il riutilizzo del patrimonio agricolo. Siamo davanti a un’impresa del territorio importante anche per l’immagine e l’attrattività di Modena».