Caro Ferdy Wild, quanta banalità nella retorica dell'uovo autoprodotto. Replica all'agriturismo amato da Chiara Ferragni

22 Lug 2024, 08:13 | a cura di
In un video Ferdy Wild, l'agriturismo amato da Chiara Ferragni, invita i cittadini ad autoprodursi uova e verdure. Sembra una trovata pubblicitaria. E neppure troppo edificante

In un video su Instagram Nicolò Quarteroni, il giovane titolare di Ferdy Wild (l'agriturismo del Bergamasco amato da Chiara Ferragni) invita tutti i cittadini (tutti!) ad autoprodursi l'ovetto quotidiano e le verdurine dell'orto: come una volta facevano tutte le famiglie. Che poi tutte non erano davvero, tanto che lui stesso butta là una stima del 50 per cento. Lo slogan: l'agricoltura del futuro è l'autoproduzione. Sarà...

Nicolò Quarteroni nel video sull'autoproduzione di uova

La maggior parte della popolazione vive in città e condomini

«Negli anni siamo cresciuti tanto sia a livello di ristorazione sia in generale nel campo dell'ospitalità - racconta Nicolò Quarteroni, il figlio di Ferdy (al secolo Ferdinando: pastore e fondatore dell'azienda) in una intervista - Chi viene a trovarci lo fa per una fuga dalla città senza andare troppo lontano». Prima domanda: ma se tutti avessimo il nostro orticello, chi più andrebbe a gustarsi le delizie di Ferdy? Ma va beh, questa potrebbe sembrare una semplice boutade polemica. Invece, su Instagram, c'è chi pone domande ben più serie a Nicolò. Gli chiede, per esempio, un utente «Ma tu hai idea di dove vive la gente? Il 99% delle persone vivono in città, in condomini senza giardino… dove vuoi che coltivino l’orto o allevino le galline?». E poi, anche Ilaria: «Dire che l'autoproduzione è l'agricoltura del futuro è davvero contro ogni previsione. 57 euro all'anno di uova (metti 2 uova a settimana biologiche) sono meno che mantenersi una gallina dai... come fai a dire che conviene? Inoltre il tempo da dedicare e lo spazio non lo hanno in molti (eufemismo)».

Ferdy (padre) in alpeggio

La banalizzazione dell'agricoltura

Appunto. Perché, dunque, banalizzare una produzione agricola seria parlando di autoproduzione? Magari, il punto potrebbe essere un altro, sempre che vogliamo star coi piedi per terra e non solo fare spot per il nostro (in questo caso di Ferdy Wild) marketing: se fino alla Seconda guerra mondiale una famiglia spendeva circa il 60% del reddito per mangiare, oggi si dedica al cibo non più del 12-15 per cento del reddito in Occidente. Allora, forse questo potrebbe essere un indicatore di dove va il futuro! Magari, provando a rendere più consapevoli i cittadini-consumatori e spingendo la comunicazione per una spesa più di qualità cui dedicare una quota del reddito maggiore. Anche perché, di fondo, il messaggio di Nicolò Quarteroni non sembra essere tanto: producetevi l'ovetto e l'orticello. Bensì: venite da noi a gustare i prodotti veri della terra. Non tutti forse potranno permetterselo, ma forse qualcuno potrebbe anche decidere di farci un salto - o anche solo di dare un'occhiata allo shop online di Freddy - e acquistare o gustare qualcosa di buono.

Pranzo bucolico in agriturismo da Ferdy Wild

La battaglia è sull'agricoltura di qualità

La battaglia che pensiamo possa avere un senso non è quella sull'allevare una gallina in balcone. Bensì quella di puntare - a livello di Paese, tra chi governa e chi associa i produttori e dovrebbe farne gli interessi - a forme di agricoltura e allevamento estensive e non intensive, a parametri di produzione legati ai modi di allevamento, a supportare chi decide di produrre carne, latte, formaggi, verdure puntando sui valori nutrizionali oltre che organolettici, sulla sostenibilità... Ecco, questa potrebbe essere una idea di futuro per una Italia che voglia davvero portare nel mondo la sua agricoltura. Anche perché, già qualche anno, ci fu una vecchietta che in via della Spiga a Milano (una residente reliente alla gentrification) una gallinella se la allevava in balcone, per avere l'ovetto quotidiano fresco. Peccato che allevare animali da cortile in città sia vietato e che la povera signora dovette sfrattare dal balcone la sua gallinella. Una storia triste che commosse il Paese, ma anche una storia esemplare. Così come esemplare è il sequestro (lo scorso novembre) di 16 galline allevate in spazi angusti a Fiumicino, in pieno centro e a due passi dal mare: le uve erano autoprodotte, ma le galline vivevano in spazi sporchi e indecenti. Insomma, forse meglio puntare sulla campagna e su un'agricoltura di qualità, piuttosto che sul fai-da-te cittadino. Caro Nicolò, pensaci. E se vorrai replicare siamo qui pronti ad accogliere il tuo ragionamento.

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