Caporalato. Bracciante indiano ricoverato in gravi condizioni a Latina

12 Feb 2025, 13:35 | a cura di
46 anni, indiano. Se sappiamo della sua esistenza è solo perché dall'inizio di gennaio è ricoverato a Latina. Un “fantasma” che faceva il bracciante – ma ancora non si sa per quale azienda agricola – nell'Agro romano o Pontino. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.

È la stessa zona dove lavorava Satnam Singh, lavoratore indiano 31enne, scaricato come «un sacco di patate» di fronte al cancello di casa sua, con il braccio—rimasto amputato dopo essersi incastrato in un macchinario per avvolgere la plastica—lasciato in una cassetta della frutta. Una storia agghiacciante, in seguito alla quale il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva annunciato l'arrivo di nuovi ispettori. Un annuncio che, però, non è servito a salvare le gambe di un 46enne, anche lui di nazionalità indiana, che pare lavorasse nella zona di Ardea.

L'ennesimo caso di caporalato nel Lazio

Se sappiamo della sua esistenza, è perché il 3 gennaio scorso è stato soccorso da un'ambulanza per problemi cardiaci che stavano mandando in necrosi i tessuti. È stato portato dapprima a Pomezia e poi a Latina: «Resta in gravissime condizioni il bracciante di nazionalità indiana, da giorni ricoverato al Goretti per una grave vasculite autoimmune che gli ha compromesso gli arti», si legge sul sito dell'Ordine dei medici di Latina. «I medici gli hanno amputato una gamba e non sono riusciti a salvargli neanche la seconda. Al suo arrivo in ospedale, le sue condizioni erano apparse subito particolarmente serie e si sono aggravate di giorno in giorno».
Le cause del suo stato di salute non sono ancora del tutto chiare. Una prima ipotesi formulata dai medici è che la sua situazione sia compatibile con gli effetti di un'esposizione prolungata ai pesticidi. Al momento, la questura di Latina sta indagando per accertarne le cause e per risalire all'azienda agricola per cui il bracciante ha lavorato.

“Incidenti sul lavoro spesso dichiarati come infortuni domestici”. La denuncia dei sindacati

«Questa tragedia dimostra ancora una volta che gli strumenti messi in piedi per garantire un lavoro agricolo di qualità e contrastare lo sfruttamento vanno resi operativi celermente e nella loro interezza: non bastano più gli annunci ai media, ora servono passi concreti per restituire ai lavoratori la dignità che spetta loro», dichiara in una nota il Segretario Generale della Fai-Cisl Latina, Islam Kotb.

Gli fa eco il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota: «A Latina, dopo la tragica morte di Satnam Singh, erano state annunciate misure molto più severe contro il lavoro nero e il caporalato, ma di fatto continuiamo a registrare un coinvolgimento insufficiente delle parti sociali e dell’ente bilaterale territoriale, oltre a numerosi incidenti sul lavoro spesso dichiarati dai lavoratori stessi come infortuni domestici o stradali, per paura di possibili ritorsioni sul posto di lavoro o nel contesto sociale in cui vivono. Si tratta di situazioni inaccettabili, sulle quali chiediamo una svolta vera, sia a livello locale che nazionale», conclude Rota.

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