Napoli era un’altra Napoli quando, nel 1898, Domenico Silvestri, detto Minigone, aprì la Cantina del Gallo, locale ubicato nel Rione Sanità, tra le Catacombe di San Gaudioso e il suggestivo Cimitero delle Fontanelle, ex ossario adoperato per ospitare le vittime della grande peste del 1656. Il Rione Sanità risale alla fine del 1500: il quartiere fu edificato per ospitare famiglie facoltose in un vallone incontaminato e salubre chiuso tra le colline di Materdei e di Capodimonte ed i Colli Aminei che in epoca greco-romana era usato come luogo di sepoltura. Lì dove un tempo era campagna e si allevavano e vendevano galli – da qui l’insegna - da oltre un secolo c’è il locale della famiglia Silvestri.
La sorpresa comincia dal parcheggio
Napoli è bella sopra il livello stradale, ma anche sotto: il sottosuolo della Sanità è testimone della stratificazione archeologica e storico-artistica della città e del suo rapporto con i defunti. Tratti di necropoli ellenistica, poi le catacombe di San Gennaro, quelle di San Gaudioso e di San Severo. Lo stesso Cimitero delle Fontanelle è realizzato all’interno di una gigantesca cava di tufo, sotto la collina di Materdei, votato al culto seicentesco delle anime pezzentelle, quelle anonime e abbandonate, le anime del Purgatorio. La Cantina del Gallo ha un ampio parcheggio sotterraneo, rarità nel centro storico partenopeo, che scende fin nelle viscere della città: è una cava di origine borbonica, dalla sezione trapezoidale, che si trova alle spalle dell’attuale pizzeria e che durante la Seconda Guerra Mondiale fungeva da rifugio antiaereo. Chi non viene in macchina, però, può affidarsi alla Linea 1 della metropolitana, siamo vicini alla Stazione Materdei.
Cosa si mangia alla Cantina del Gallo
L’insegna della famiglia Silvestri è qui dal lontano 1898, nasceva come Vini e Oli, numerose le foto d’epoca che ritraggono il vecchio locale. Negli anni è stata prima trasformata in cantina con cucina e poi in trattoria e pizzeria (c'è pure uno spazio all'aperto). Oggi, oltre a proporre cucina tradizionale e pizza napoletana di tutto rispetto, rappresenta anche un presidio appassionato per la storia del luogo. Rosario – quarta generazione, ma la quinta, con i figli, è già a lavoro con lui – è abile narratore e accoglie i clienti come in casa sua. In cucina la moglie Rosalia Cacace prepara ottimi crocchè, arancini, pasta alla genovese, pasta e patate, stoccafisso al forno.
La pizza di Rosario è una madeleine, leggera e ampia, declinata in un menu essenziale, una ventina le scelte: cavalli di battaglia la Cafona, con pomodoro, pomodorini, origano, aglio, peperoncino e parmigiano, e il Cappello del prete, un calzone, la cui forma s'ispira al copricapo indossato un tempo dagli ecclesiastici, con due "falde" create ad hoc per contenere rispettivamente salsiccia e friarielli e ricotta e cicoli. Altra colonna del menu le montanarine, fritte e poi ripassate in forno, e i pizzicotti, piccoli fagottini di impasto ripieni come fantasia consiglia, anche in versione dolce.
Cantina del Gallo – via Al. Telesino, 21 – Napoli - www.cantinadelgallo.com