Una parte della still wine division di Campari sarebbe sul mercato. Le intenzioni del colosso del beverage di riorganizzare il proprio portafoglio vini sono più concrete. A essere interessati, importanti marchi, premiati con i Tre Bicchieri dalla Guida Vini d'Italia 2015, come Sella&Mosca, Enrico Serafino eTeruzzi&Puthod.
Il Gruppo (presente in 190 Paesi e quotato in Borsa dal 2001, che nel 2014 ha acquistato la Forty Creek distillery e la Averna) già dallo scorso giugno avrebbe incaricato Mediobanca (inqualità di advisor) di trovare acquirenti tra i grandi player del vino italiano. Decisione, però, che sembrerebbe maturata già a inizio anno, forse dovuta sia alle non eccelse performance del portafoglio degli still wine (che compongono una piccola parte del fatturato, l'1,7%), sia alla volontà di lavorare sui marchi con margini più alti.
La ricerca di acquirenti finora non avrebbe dato esito, ma si parla anche di offerta a spezzatino, alternativa al blocco unico. Bocche cucite ("no comment sui rumors dimercato") al quartier generale di Sesto San Giovanni. Ufficialmente, il Gruppo ha reso nota la decisione di "intraprendere una riorganizzazione del business degli still wine attraverso l’interruzione dei contratti di distribuzione dei brand di terzi e una rifocalizzazione sui brand di proprietà con elevato margine". Bisognerà attendere per capire se l'esito della 'rifocalizzazione' comporterà la cessione di uno o più marchi. Nel frattempo, il comparto still wine di Campari registra una ripresa delle vendite nei primi 9 mesi (+3,1%) sul mercato italiano, a fronte di un fatturato totale del Gruppo cresciuto dello 0,8% a un miliardo di euro, con un utile ante imposte di 116,9 mln di euro (-21,8% sul 2013).
Comunque vada, i tre marchi regionali, Sella&Mosca in testa (acquistata nel 2002, che oggi produce 6,7 milioni di bottiglie, Teruzzi che supera il milione ed Enrico Serafino con 500 mila), possono contare su gambe solide. Qualità, esperienza e notorietà non mancano.
A cura di Gianluca Atzeni