Millenials e Gen Z non rinunciano al loro caffè quotidiano, nonostante l'impennata dei prezzi. Nel Regno Unito, per esempio, si spendono più di 700 sterline l’anno in caffè (oltre 830 euro), stando a quanto emerge dall’indagine commissionata da McDonald’s, che sul suo format cafè ha puntato molto. In Italia, le cose non sono molto diverse: basti pensare che a Roma, dopo undici anni e una lucida riflessione, il titolare del ristorante Marzapane ha scelto di cambiare format e darsi alla pasticceria. E così, la creatura di Mario Sansone si è trasformata in una bakery con caffetteria, per permettere ai dipendenti di avere un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa, con orari meno restrittivi e turni più leggeri.
Bakery, il format del momento
Ma anche perché, ammettiamolo, quello delle bakery è il format del momento: la rivoluzione dei croissant (con forme bizzarre ma soprattutto una nuova consapevolezza da parte dei consumatori, più attenti ed esigenti) ha contribuito a far tornare alla ribalta il mondo della pasticceria, in particolare della colazione, che diventa a prova di Instagram, bella da fotografare ma anche buona da mangiare. Il settore dei caffè specialty, intanto, continua a crescere in Italia: fino a qualche anno fa, le insegne in una città grande come Roma si contavano sulle dita di una mano, oggi invece di caffè buoni se ne trovano sempre di più, anche tra panifici e ristoranti. E forse l’approccio alla caffetteria sta finalmente cambiando, almeno per le nuove generazioni.
Non serve più l'alcol per star bene
Quelli della Gen Z sono i consumatori di oggi, e quelli del prossimo futuro. Sono viaggiatori, conoscono bene Starbucks, le grandi catene e sanno apprezzare un caffè filtro, una proposta gastronomica più internazionale e un ambiente diverso da quello del classico bar all’italiana. Sono disposti a spendere di più per la tazzina, considerando la grande differenza di prezzo che c’è tra la bevanda all’estero e in Italia. Senza dimenticare che l’interesse verso l’alcol sta scemando. O meglio, a un bicchiere non si dice di no, ma l’approccio al bere ora è diverso, soprattutto per i nati tra il 1997 e il 2012: si beve per volontà e non per necessità, non è più l’alcol il fulcro della socialità tra i giovani, sbronzarsi non è «cool» e ordinare un paio di drink è una possibilità, non una prassi. E allora la colazione, la merenda, l’appuntamento in caffetteria diventa un qualcosa fruibile da tutti, in grado di mettere l’intero gruppo di amici d’accordo.
Una coccola quotidiana
C'è da considerare poi il fattore prezzo, che resta più abbordabile di qualunque wine bar. È vero che una colazione coi fiocchi in un bel locale oggi richiede un piccolo investimento, ma bottiglie di vino, giri di cocktail e tapas prevederanno comunque uno sforzo economico maggiore, che molti giovani non sono disposti a fare. Le caffetterie moderne regalano un’atmosfera rilassata, intima e informale, romantica ma senza pretese: diventano così il luogo perfetto per un appuntamento, tappa irrinunciabile per concedersi quella piccola coccola quotidiana che per le nuove generazioni si fa sempre più necessaria, tanto da aver coniato il termine «cultura delle coccole». E a quanto pare, niente conforta di più di un buon caffellatte.