Robert Allen Zimmermann nasce a Duluth nel Minnesota, e all'età di 19 anni sbarca a New York, dove il suo talento ha avuto la sua massima espressione, dove ha vissuto per la maggior parte della sua vita, e dove ha preso lo pseudonimo con il quale è conosciuto: Bob Dylan. In breve tempo, complice il suo impegno politico e la scena della musica folk che in quell'epoca, proprio a New York, stava iniziando a scuotere le coscienze, diventa una delle più importanti figure a livello internazionale in campo musicale, e oltre. In uscita in Italia il 23 gennaio il biopic A Complete Unknown, a dare il volto (e la voce, con sorprendente precisione timbrica) all'unica persona ad aver vinto un Nobel, un Oscar, un Pulitzer e un Grammy, è il giovane Timothée Chalamet, candidato al Golden Globe per la sua interpretazione. Altra immensa protagonista del film è la Grande Mela e i luoghi frequentati dal menestrello.
La New York di Bob Dylan
Come riporta la sua biografia, «Non sarei quello che sono oggi se non fossi venuto a New York, questa città mi ha spinto a continuare». Quando Bob Dylan arriva a New York nell'inverno del 1961, approda nel Greenwich Village, cuore pulsante della scena bohémien e del movimento hippie di quell'epoca. «Finalmente ero arrivato a New York, città ragnatela, troppo difficile da capire, e io non ci volevo nemmeno provare. Ero lì per cercare i cantanti che avevo sentito nei dischi – Dave Van Ronk, Pete Seeger, Ed McCurdy – e soprattutto per trovare Woody Guthrie. New York, è la città che ha dato forma al mio destino. Arrivai nel cuore dell'inverno». Nel Greenwich Village, Dylan conosce e suona con gli artisti della scena folk che si esibivano in luoghi pubblici e piccoli bar con la chitarra, aspirando a cambiare il mondo o, almeno, il modo di pensare della società, cantando contro la segregazione razziale e immaginando un futuro migliore. Partendo da questi luoghi frequentati e amati da Dylan, ecco dove trovare le sue tracce a New York.
Cafe Wha?
In questo caffè ancora in attività, sulla MacDougal Street nel Greenwich Village, si sono esibiti artisti comici stand-up come Joan Rivers e Woody Allen, e musicisti come Jimi Hendrix, Bruce Springsteen, Johnny Cash e, naturalmente, Bob Dylan, che suonò sul quel palco nella sua prima serata a New York un breve set di canzoni di Woody Guthrie. Oggi il Cafe Wha? continua a ospitare spettacoli musicali e anche se non si suona revival folk resta una visita obbligata per i suoi fan.
Gaslight Cafe
All'epoca la zona chiamata semplicemente "the Village" era zeppa di localini uno attaccato all'altro, tutti posti dove il movimento folk si esibiva. Al civico proprio accanto al Cafe Wha? si trovava il Gaslight Cafe, una bettola situata pochi gradini al di sotto del livello stradale. Per la ventilazione, il locale usufruiva di condotti d'aria che salivano fino agli appartamenti soprastanti. Le finestre del Gaslight si aprivano su questi condotti, così quando la gente applaudiva i numeri musicali, il riverbero amplificava lo scroscio, e gli inquilini chiamavano la polizia per il fracasso. Così, per mostrare apprezzamento agli artisti che si esibivano senza applaudire, il pubblico schioccava le dita. Da qui nasce la curiosa abitudine. Il locale ha chiuso nel 1971.
Kettle of Fish Bar
Storico bar del Village, era il ritrovo abituale di personaggi della Beat Generation come Jack Kerouac e Allen Ginsberg, e frequentato anche dai musicisti folk revival come Pete Seeger e Bob Dylan. Il Kettle of Fish si trovava nello stesso stabile del Gaslight Cafe e gli artisti andavano spesso al Kettle tra un set e l'altro. Bob Dylan e il suo manager, Albert Grossman, occupavano sempre il tavolo in fondo alla lunga sala, appoggiati con la schiena al condizionatore.
Fat Black Pussycat
Oggi al suo posto c'è un ristorante messicano chiamato Panchito's, ma questo locale ha ospitato Bob Dylan in molte occasioni. Agli esordi di Dylan a New York, il locale (sempre sulla stessa MacDougal Street) era uno dei tanti caffè letterari che ospitava letture di poesie, spettacoli di musica folk e jazz. A volte Dylan si esibiva suonando chitarra, pianoforte e armonica, ma era anche un posto dove comporre. A quei tavolini Dylan ha scritto uno dei suoi più grandi successi, Blowin' in the Wind, uno dei più famosi inni liberal della storia della musica. L'originale insegna sbiadita col gatto nero è ancora visibile sul muro di mattoni sopra quella del Panchito's.
Village Gate
Aperto nel 1958 con il nome di Village Theater, questo nightclub sulla Bleecker Street all'angolo della Thompson, ha ospitato alcuni dei più grandi nomi del jazz, del teatro, della commedia e della musica folk. Tra i personaggi di spicco che si sono esibiti in questo locale agli inizi ci sono Nina Simone, John Coltrane, Duke Ellington e Aretha Franklin, che vi fece la sua prima esibizione a New York. Nel 1962, Dylan che era ospite del suo amico Chip Monck che viveva nel seminterrato dell'edificio, al Village Gate scrisse la sua hit A Hard Rain's A-Gonna Fall nel maggio 1963. Il Village Gate ha chiuso nel febbraio 1994. Al piano terra ora c'è una farmacia.
Gerde's Folk City
Rapidamente emerso come uno dei locali di musica dal vivo più importanti dell'epoca, ha contribuito a lanciare la carriera di numerosi artisti e stili musicali, dal folk al rock alternativo. Il bar-ristorante italiano tra la Mercer e la West 4th Street è dove pochi mesi dopo essere arrivato a New York, Dylan suona la chitarra d'accompagnamento alla leggenda del blues John Lee Hooker. Qui conosce Joan Baez, con cui nasce subito un'intesa artistica, un legame sentimentale e una condivisione ideologica. È stato uno dei club musicali americani più influenti prima della chiusura definitiva nel 1987.
Caffè Reggio
Sempre sulla stessa strada del Village, la MacDougal, c'è anche il Caffe Reggio, un altro locale frequentato da Dylan e che esiste ancora oggi. Benché non si possa più ascoltare musica folk, qui si può ancora gustare l'Original Cappuccino, il primo cappuccino introdotto negli Stati Uniti dal suo fondatore Domenico Parisi nel 1927. Presente in molti blockbuster hollywoodiani, come il Padrino parte II e Shaft, il Caffe Reggio ha una enorme macchina per il caffè e una un'antica panca di legno appartenuta, si dice, alla famiglia dei Medici. La panca non è recintata e gli avventori ci si possono sedere. Forse anche Dylan ha bevuto il suo cappuccino seduto su quella panca.
Come ricorda un'intervista del 1986 a Interview Magazine, quando fu chiesto a Dylan cosa amasse mangiare, il cantautore rispondeva: «Pannocchie di mais alla griglia, fagioli all'occhio, insalata di barbabietole, spinaci e riso pilaf con cavolfiore fritto, pollo fritto e angel cake al cacao». Persino il menù è una poesia.
Il film per la regia di James Mangold, che in Italia esce appena un mese dopo la prima mondiale, ha già incassato oltre 33 milioni di dollari.