Messico e nuvole. Ma senza ciarpame folcloristico. A Milano ha aperto da qualche mese Cactus Joe, un locale che fa dell’assortimento di prodotti ricavati dall’agave il suo punto di forza. Ma che cerca di essere prima di tutto un bar contemporaneo, in grado di proporre alla clientela qualsiasi classico della mixology. Quindi, malgrado il nome cinematografico, che fa pensare a western distopici e a cespugli rotolanti (che ho appena scoperto in italiano si chiamerebbero niente di meno che “rotolacampo”), non andateci pensando di trovare sombreri appesi alle pareti, brani mariachi dai diffusori e colori sovraesposti. Anzi, il locale è semplice e lineare, ruspante-chic, e se volete vedere nei colori ocra del locale un riferimento al deserto de Altar, beh è un problema vostro.
Cactus Joe, dove bere ai Navigli
Cactus Joe è in zona Navigli, al numero 62 di Alzaia Navigli Grande, una delle zone a maggior tasso di sete di Milano, città che da qualche anno se la toglie per lo più bevendo gin e vini naturali. Ma i titolari Niccolò Caramiello e Stefano Rollo, che già avevano riscoperto il maledetto assenzio in Norah was drunk a Lambrate, credono molto sul successo dei distillati di agave, con l’aiuto di Simone Filoni, un bar hopper milanese, e di Samuele Lissoni, il bar manager a cui spetta il compito di buttar giù la drink list.
Una pianta magica
In realtà i distillati a base di agave non sono una novità a Milano. Già da qualche tempo si è fatta strada in città una fandome piccola ma accanita di tequila e mezcal, ma chi arriva da Cactus Joe può scoprire anche prodotti come raicilla, sotol e bacanora, figli minori di questa pianta che prospera in Centro America. E che con il suo portamento magnifico e i suoi mille talenti per millenni ha fornito ai nativi ombra, ornamento, alimento, fibre tessili, medicamenti, saponi. Fin quando gli europei portarono in queste terre l’arte della distillazione che consentì all’agave di scoprire la sua vocazione più notturna e controversa, quella di madre del tequila e del mezcal.
Tra classici e innovativi
Ma che cosa si beve da Cactus Joe? La carta studiata da Caramiello e Lissoni è divisa in due parti. La prima comprende cinque “agave classic”, che utilizzano i distillati per rivitalizzare alcuni classici come nel Cactus Negroni, che è stata la mia prima scelta, perché se è ufficiale che nessuno sa resistere alla tentazione di un twist del cocktail creato a Firenze dal mai troppo lodato conte Camillo, è anche vero che io non so rinunciare comunque a ordinarlo, e il matrimonio di interesse tra il mezcal Ilegal, il bitter e la xila de agave funziona alla grande. In questa sezione anche il Joe’s Margarita con tequila Vecindad, mezcal Ilegal, agave e lime, il Mezcal Mule con mezcal Ilegal, passion fruiti, cetriolo, agave, lime e ginger beer, il Fresh Paloma, con tequila Vecindad, pompelmo rosa, agave, lime, soda, sale maldon, e il Batanga, con Tequila Vecindad, Coca-Cola, lime e sale maldon.
Il resto della carta comprende quattordici drink più progressisti suddivisi nei cinque gusti amaro, sour, dolce, spicy e umami, in cui fa capolino un certo qual tocco asiatico, che fa parte del bagaglio a mano di Lissoni, in particolare nel Durango 95 (sezione sour), dove il miso se la fa con il whisky Sierra Norte, col burro di arachidi, con il latte di cocco e con il limone (l’effetto è quello di un Highlander in infradito); e nel Santa Sangre a base vodka con rafano, miso, passata di pomodoro, mix di pepi, limone, sale di umeboshi e worcestershire. Notevole anche l’Alzaia Gimlet che la proprietà punta a far diventare il primo singature del locale. Chi ama bere liscio con un QR può accedere a una lista di un centinaio di etichette di distillati a base agave (con l’intrusione di un Sosol texano, ma in fondo siamo là).
Tacos e tortillas
E a chi bevendo bevendo viene fame? Può piluccare qualche piattino in stile mex-street: tacos con tortillas artigianali al gambero, al salmone, al manzo e vegetariano alla barbabietola con formaggio vegano, menta e fiore di cappero. All’ora dell’aperitivo basteranno mais tostato, chips di verdure croccanti, olive condite, guacamole e nachos viola.
Materiali di recupero
L’ambiente, come detto, è piuttosto minimale, anche se una bottiglieria di ragguardevoli dimensioni domina l’ambiente. Il bancone è ovviamente il cuore della sala ma ci sono anche eleganti tavoli in cemento con dettagli in legno. Gli arredi e gli accessori sono tutti pezzi unici realizzati appositamente per Cactus Joe dal laboratorio Controprogetto, un collettivo di giovani artigiani-designer che utilizza materiali di recupero.