Il ministro della Pesca e degli Oceani della Norvegia ha aumentato il numero di balenottere minori che possono essere uccise dai cacciatori nel 2025, portando la quota a 1.406, ovvero 249 in più, nonostante la domanda di carne di balena stia effettivamente diminuendo in tutto il Paese. Nonostante gli sforzi internazionali per limitare le pratiche di caccia alle balene e ignorando le implicazioni etiche, ecologiche ed economiche, ignorando anche il drastico calo dei consumi di questa carne, il governo norvegese e la sua industria baleniera continuano a sostenere con insistenza la caccia commerciale.
Le motivazioni del governo per il supporto alla caccia e le critiche degli attivisti
Secondo il governo norvegese, che ha spiegato la sua posizione in una nota stampa, la caccia alle balene "contribuisce all'equilibrio nell'oceano". Non mancano, inoltre, le citazioni degli obiettivi di sostenibilità indicati dalle Nazioni Unite, suggerendo che la caccia alle balene "fornisce cibo sano e di provenienza locale" e copre la "necessità di mangiare più pesce". I gruppi di attivisti hanno messo in dubbio la validità delle argomentazioni avanzate dal governo norvegese a favore di questa pratica, tra cui l'affermazione secondo cui "le balene divorano un gran numero di stock ittici locali, con gravi ripercussioni sull'ecosistema". I membri della Whale and Dolphin Conservation sostengono che l'argomento secondo cui la caccia alle balene è una necessità per la nazione per nutrirla, semplicemente non è vero. «Le balene svolgono anche un ruolo scientificamente provato e fondamentale nel mantenere l'oceano sano, il che aiuta nella lotta contro il crollo climatico. La disinformazione sulle balene come dannose per le popolazioni ittiche è anche contraria alla ricerca scientifica, perché in realtà è vero il contrario: un numero maggiore di balene determina una maggiore produttività dell'ecosistema, che supporta popolazioni ittiche complessive più grandi», ha affermato Danny Groves, responsabile delle comunicazioni presso Whale and Dolphin Conservation.

Il calo dei consumi di carne di balena
Contrariamente alle affermazioni sull'importanza culturale di questa pratica, l'industria baleniera norvegese si trova ad affrontare una domanda interna di carne di balena in calo. Un sondaggio del 2021 ha rilevato che solo il 2% dei norvegesi mangia carne di balena (in calo rispetto al 4% del 2019), mentre nessuno sotto i 35 anni ha dichiarato di mangiare spesso carne di balena.
La panoramica della caccia ai cetacei nel resto del mondo
Nonostante una moratoria globale sulla caccia commerciale alle balene nel 1986 ci sono ancora Paesi che adottano questa pratica senza troppi scrupoli. Uno di questi è il Giappone che, come riporta l'associazione Sea Sheperd, nonostante la Corte federale australiana nel 2008 abbia dichiarato illegale la caccia alle balene del Giappone, la pratica è continuata per anni senza sanzioni dal governo australiano. Nel 2014, i governi di Australia e Nuova Zelanda hanno portato il governo del Giappone alla Corte internazionale di giustizia nei Paesi Bassi, dove la loro caccia alle balene nell'Oceano Antartico è stata ritenuta illegale. Il governo giapponese continua a inviare la sua flotta baleniera nell'Oceano Antartico ogni estate australe, con un programma riprogettato e una quota autoimposta per uccidere 333 balenottere minori protette ogni anno. L'Islanda è uno dei paesi balenieri che si è separato dall'Iwc più a lungo. Dal 1991 ha deciso di non rimanere in contatto con l'organizzazione che sostiene le restrizioni alla caccia commerciale alle balene. Questa nazione è una delle tre che cattura le balene a scopo di lucro. Nel 2015, alcuni sostenitori della caccia credevano che questi grandi animali mangiassero tutto il pesce. Una decina di anni fa meno del 2 percento della gente del posto mangiava la carne di cetaceo, tuttavia più del 35 percento dei visitatori lo faceva, causando quindi un enorme spreco di carne.