Cosa sono i Cacao Evo Village
Valentino Gareri Atelier è un produttore di cacao ecuadoriano MUZE molto attento al tema dell’ambiente. Per questo ha unito le forze con la no profit Avanzi, società indipendente volta a promuovere la sostenibilità, per creare una serie villaggi ecologici e carbon neutral. Nascerà entro fine anno a Padernales, una contea nella provincia costiera di Manabi in Ecuador, un territorio che ha basato la sua economia proprio sulla coltivazione del cacao, che è la principale fonte di guadagno delle comunità. I Cacao Eco Village saranno dei villaggi dove si lavorerà il cacao, si produrrà il cioccolato e si farà formazione sul tema: l’obiettivo è infatti quello di creare dei centri educativi e di ricerca, diventando così un riferimento culturale per la zona, oltre che una meta turistica. I villaggi saranno poi autosufficienti dal punto di vista energetico: si prevede di recuperare l’acqua piovana e utilizzare solo materiali locali come il bambù o il biofilamento recuperato dagli scarti dei gusci di cacao e impiegato nella stampa 3D per la realizzazione delle strutture.
I villaggi a basso impatto ambientale
Sarà presente poi la tecnologia degli NFT, i non fungible token, oltre a una serie di veicoli elettrici e colonnine di ricarica, senza dimenticare la rete di viali ciclo pedonali. Un sistema a basso impatto ambientale che vuole restituire dignità alla filiera del cacao, che fino a oggi ha causato non pochi problemi a livello di sostenibilità: si punta su un modello di economia circolare sui generis, per ridurre le emissioni, gli sprechi, rigenerare l’ambiente e anche le tasche degli abitanti. Frutto di questo lavoro certosino saranno i prodotti etici a base di cacao, che si propongono di limitare al massimo gli scarti durante la fase di produzione (oggi corrispondono circa all’80% del prodotto). “I rifiuti non si trasformano solo in risorsa, ma in architettura”, spiega Valentino Gareri. E continua: “In un futuro non troppo lontano potremo progettare edifici interamente realizzati con materiali naturali e riciclarli al termine del loro ciclo di vita per crearne di nuovi o per restituirli alla natura”.
a cura di Michela Becchi