E se la burrata diventasse un contenitore, un mezzo di trasporto? Tra le innovazioni di Cibus, il salone internazionale dell'alimentazione a Parma, ci incuriosisce l'ultima idea di Domenico Notartomaso, fondatore del Consorzio Da Molise. L'immagine di una burrata che custodisce al suo interno la 'nduja è la sintesi perfetta dei due prodotti di maggiore successo della gastronomia italiana negli ultimi anni, soprattutto all'estero, dove sono ormai sdoganati dall'antipasto al dolce. Non senza eccessi. Dietro alla confezione appena brevettata c'è però dell'altro, la formula ci porta a guardare alla burrata da un punto di vista nuovo.
«L'idea mi è nata durante una cena in un pessimo ristorante italiano in Cina. Mi hanno proposto un piatto di pasta indegno, così ho chiesto dello chef e sono andato in cucina. E mi sono preparato da solo uno spaghetto, maccavano ingredienti e know how. Dovevo fare qualcosa», racconta Domenico. Davanti a noi abbiamo due piccole burrate congelate. «Ho pensato d'inserire all'interno della burrata tutto ciò che serve per condire un piatto di pasta da 80 grammi. E ho pensato di valorizzare i sapori regionali, si va dalla cacio e peppe alla norma, dalla 'nduja al pesto alla ligure. All'interno c'è tutto quello che serve per un piatto dal gusto italiano: semplice, equilibrato, con ingredienti giusti».
160 secondi in microonde
Domenico prende la confezione microondabile. «La burrata è di gran moda: è il terzo formaggio più conosciuto e consumato al mondo. Io volevo semplificare il lavoro per i ristoranti italiani all'estero. Al suo interno c'è tutto, bastano 2 minuti e 40 secondi in microoonde ed è pronta. Poi basta sminuzzare il contenuto e legarlo con la pasta. Ed il piatto è servito. Semplice, veloce. Altro che complessità, le cose vanno sempre pensate a prova di scemo», ridacchia. Testiamo la versione con la 'nduja, sminuzzata con la pasta. La nota piccante è smorzata dal filaccio e dalla panna della buratta, per un boccone morbido, un po' molle, ma equilibrato.
Quando gli raccontiamo che siamo romani, ci tiene a farci assaggiare anche la cacio e pepe, dal punto di vista visivo non ci siamo proprio. I filacci della burrata sembrano quei maledetti grumi contro cui combattiamo costantemente, il gusto è rotondo, si sente più il parmigiano del pecorino, il pepe è sotto traccia. C'è sempre l'effetto 'placebo' della burrata che tutto abbraccia e smorza: standardizza. Il terzo assaggio è sicuramente il più convincente, la versione al pesto ligure profuma d'estate, la fragranza del basilico è intatta e intensa, l'abbinamento funziona. «Grazie al congelato possiamo eliminare molti conservanti, i piatto sono semplici, è vero sono ovviamente più cremosi per via della burrata ma abbiamo fatto una buona ricerca sugli ingredienti e stiamo pensando di arrivare a 15-20 farciture per far divertire i nostri clienti. Punteremo molto sulla ristoraizone italiana all'estero, ma non solo. La volevo chiamare burrata chef, perché in effetti fa tutto da sola», conclude.
Parola d'ordine: velocità
Insieme alla burrata pronta in due minuti, testiamo anche la pasta cotta in due minuti, cocktail ready-to-drink, collezioniamo una quantità incredibile di prodotti in vaschetta pronti all'uso. Quasi tutte le innovazioni insistono su due aspetti: salubrità o risparmio di tempo. Una corsa sfrenata per accorciare i tempi di cottura e di consumo. Veloce da preparare, semplice da mangiare: il binario è tracciato.