In Italia, nelle ultime settimane, Burger King ha fatto parlare di sé per l’iniziativa Torniamo concorrenti, offrendosi di vaccinare non solo i suoi quattromila dipendenti nel Paese, ma anche un numero pari di lavoratori della ristorazione impiegati in realtà con meno di quattro dipendenti e con un fatturato massimo di 500mila euro. Una proposta per ripartire insieme, propiziando la ripresa di un settore che ha molto sofferto i limiti imposti dalla pandemia.
Il fast food vegetariano di Burger King
Ma dalla Germania arriva la notizia che porterà, ancora una volta, i riflettori di tutto il mondo sulla celebre catena di fast food americana, di certo non avara di iniziative di marketing virali. Dal 7 all’11 giugno, infatti, a Colonia aprirà i battenti il primo store vegetariano del gruppo. Un Burger King che omaggia i prodotti plant based sperimentati negli ultimi anni dalla catena, stringendo collaborazioni con le startup più impegnate nello sviluppo di proposte alternative alla carne, a base di proteine vegetali, e con il supporto del gruppo The Vegetarian Butcher (acquisito da Unilever nel 2018). Solo un temporary fast food, che prenderà forma in uno dei locali di Burger King già presente nella città tedesca, per cinque giorni. Spia, però, della necessità di ripensare le nostre abitudini alimentari, recepita anche dalle grandi catene solitamente associate al consumo di junk food (su questo il reportage di Antonella De Santis sul mensile di maggio del Gambero Rosso). Sul suo Impossible Whopper, panino in cui l’Impossible Burger sostituisce il classico hamburger di manzo, Burger King sta puntando tanto da dedicargli una campagna di comunicazione accattivante, come dimostra l’ultimo spot affidato all’agenzia David Madrid, dal titolo Confusing Times. Presso il temporary vegetariano di Colonia, invece, la catena proporrà il Rebel Whopper sviluppato da The Vegetarian Butcher, ma anche i nugget di pollo vegetale già visti sul menu degli store della catena, e due nuove proposte, panini ripieni di pollo non pollo, in versione “pepita” o cotoletta (variante vegetale del cosiddetto Long Chicken, già ribattezzata Royal Vegan), in accompagnamento con maionese vegana.
L’investimento sui prodotti plant based
E l’intenzione di perseguire con serietà il percorso avviato sarebbe testimoniata anche dagli aggiornamenti in arrivo dalla Gran Bretagna. Negli store inglesi che propongono il nuovo panino con pollo vegetale, infatti, Burger King avrebbe per la prima volta allestito un’area separata della cucina adibita alla preparazione dell’alternativa plant based, per scongiurare la contaminazione con carne, uova e latticini che ha fatto gridare allo scandalo la comunità vegana, contrariata dal fatto che gli hamburger vegetali della catena continuino a essere cotti sulla stessa griglia usata per quelli di manzo. Proprio il ceo del distaccamento inglese della catena fa sapere che entro il 2031 il 50% del menu di Burger King UK è destinato a diventare plant based, con lo sviluppo di nuovi prodotti alternativi alla carne. Lo stesso processo è stato appena avviato dal gruppo nel sud est asiatico e in Giappone, in collaborazione con la compagnia australiana v2Food. Mentre negli Stati Uniti procede spedita la diffusione dell’Impossible Whopper, che però è ancora l’unica alternativa plant based disponibile negli store americani.