Il vino nel circuito della grande distribuzione
Trend in risalita confermato per gli acquisti di vino nella Gdo italiana che dopo cinque anni registra contemporaneamente delle crescite sia in volume sia a valore, con il Lambrusco e il Chianti che si confermano in testa alle preferenze degli italiani e Nero d'Avola, Vermentino e Trebbiano che crescono in modo importante. In tutto il 2015, gli italiani hanno speso nel canale della distribuzione moderna 1,54 miliardi di euro (+1,4%), acquistando 511 milioni di litri di vino, a un prezzo medio di 3 euro al litro.
Guardando ai formati, secondo dati Iri per Vinitaly, le bottiglie da 0,75 litri, che rappresentano 1,1 miliardi di euro di spesa, sono cresciute a volume del 2,8% e a valore del 4%. Segnano il passo i formati brik e quelli tra 0,76 litri e 2 litri. Bene, invece, il bag in box: se ne vendono quasi 11 milioni di litri (+10,8%) per una spesa di 17,5 milioni di euro (+6,5%). Male il formato in plastica che lascia sul terreno un -4,1% a volumi e -7,8% a valore. Buona la performance dei vini Docg, Doc e Igt in bottiglia da 0,75, con +1,9% in quantità e +3,8% a valore. In aumento anche gli spumanti con + 7,8% a volume e +7,5% a valore. Buone le performance anche dei biologici (+13,2% a volume e + 23% a valore), ma ancora le vendite di questa tipologia sono basse: un milione e 630 mila litri, per una spesa di 8,29 milioni di euro.
I più acquistati
Il Lambrusco resta il vino preferito dai consumatori, con 12 milioni e 771 mila litri, seguito dal Chianti, che vince però la classifica a valore con 60,5 milioni di euro. Al terzo posto per quantitativi acquistati sale l'internazionale Chardonnay, con +9% a volume. Particolare attenzione alla ripresa del Nero d’Avola (+4,6%), alla continua risalita del Vermentino (+8,5%, terzo nella classifica a valore) e del Trebbiano (+5,6%). Male Bonarda, Merlot (Triveneto) e Dolcetto.
Gli emergenti
I vini emergenti, ovvero quelli che sono cresciuti di più nel 2015: Passerina marchigiana (+34,2%) che ripercorre quanto di buono fatto negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), ora al terzo posto dopo il Valpolicella ripasso (+22,2%, prezzo medio di 7,69 euro); quarto posto per il Nebbiolo (+18%, prezzo medio 5,91 euro).
Nel complesso, il bilancio complessivo del 2015 è buono e lascia ben sperare per il futuro, secondo Virgilio Romano, client solutions director di Iri: “Una crescita doppiamente positiva perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento”.
“Sono dati che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno” commenta il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani, che sottolinea il continuo aumento delle vendite a valore: “Segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità”.
a cura di Gianluca Atzeni