Quanto a investimenti esteri, la Bulgaria potrebbe essere uno dei Paesi chiave per chi crede nel business nel vino. Almeno stando a quanto dice dall'Agenzia bulgara per la viticoltura e la produzione vinicola. Da qui a pochi anni, infatti, l'area meridionale del Paese, vedrà sorgere undici nuove cantine con passaporto straniero. Il motivo di interesse, secondo il direttore esecutivo Krasimir Koev alla rivista Decanter, è principalmente dato dai costi della manodopera più bassi che in altre realtà.
Ma l'interesse si lega anche all'opportunità di introdurre delle varietà di vitigni meglio resistenti alle malattie e al clima siccitoso. Tra le aree interessate a queste nuove costruzioni ci sono quelle comprese tra le città di Petrich, Burgas, Melnik, Karabunar, Harmanli e le province di Shumen e Rusensky.
La Bulgaria produce mediamente ogni anno dieci milioni di ettolitri di vino, con un consumo medio procapite di circa 11 litri, e un consumo totale di vino stimato in cento milioni di litri, cinque dei quali provenienti da mercati stranieri. Metà della produzione bulgara finisce in Russia, anche grazie allo stop di Mosca alle forniture dalla Moldova per questioni sanitarie. Da inizio anno, l'export è stato di 22 milioni di litri. Inoltre, c'è una parte di vino che arriva anche in Ucraina, ma quest'anno si prevede un forte calo su questo mercato a causa della crisi politica.
L'Italia, secondo dati Istat, ha esportato in Bulgaria 1,6 milioni di euro di vino tra gennaio e giugno, rispetto ai 2,2 milioni dello stesso periodo 2013; le quantità raggiungono 1,2 milioni di litri, rispetto ai 2 milioni del primo semestre 2013. Non è uno dei clienti importanti per noi, ma l'agenzia locale invita a prestargli la giusta attenzione.
A cura di Gianluca Atzeni