Commissione europea e Regno Unito hanno appena trovato l'intesa sull'uscita dei britannici dall'Ue con un accordo commerciale bilaterale. L'annuncio del portavoce della Commissione europea arriva dopo ore di trattative con Boris Johnson, primo ministro britannico, che ha parlato di “un grande nuovo accordo che ci restituirà il controllo" del Paese. L'intesa andrà votata dal Parlamento britannico (già sabato 19 ottobre) sia, in seguito, dal Consiglio dell'Ue e dal Parlamento Ue. Se tutto filerà liscio, Europa e Regno Unito avranno circa un anno e mezzo di tempo per definire le modalità della Brexit. Borse e sterlina in netta ripresa.
Brexit. Buone notizie per il vino
“Per il vino è un segnale positivo” commenta a caldo il segretario generale dell'Unione italiana vini, Paolo Castelletti “ma dobbiamo essere cauti perché ci sarà bisogno di ratificare la decisione. E abbiamo visto cosa è successo con l'accordo firmato da Teresa May”. Anche la filiera degli importatori ed esportatori inglesi (Wsta) tira un sospiro di sollievo: “Hanno sempre auspicato un approccio pragmatico e chiesto di evitare un no-deal” ricorda l'esponente di Uiv, guardando al futuro delle imprese italiane: “Avremo più tempo per definire tutti i quei temi legati alla protezione delle denominazioni, all'etichettatura, ai documenti per l'export, alle pratiche enologiche”.
Tutelate le Ig nel periodo transitorio
“Nel periodo transitorio, che scadrà a fine 2020, il Regno Unito continuerà a partecipare al mercato unico europeo e all’unione doganale. Non ci saranno, quindi, turbative negli scambi commerciali. E per l’Italia” sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti “saranno riconosciute e tutelate tutte le Indicag e di qualità”. In questo lasso di tempo, che può essere prorogato, ci sarà tempo per negoziare il vero e proprio accordo commerciale tra Ue e Regno Unito, che continuerà a contribuire al bilancio Ue per il 2020. In caso di no-deal la capacità di spesa dell'Unione, ricorda l'associazione degli imprenditori agricoli, si sarebbe ridotta di 12 miliardi di euro.
L'agricoltura non deve pagare il conto
È chiaro che nel prossimo quadro finanziario dell'Unione europea, come fa notare la Coldiretti, bisogna “evitare di indebolire l'agricoltura”, che è l’unico settore realmente integrato dell'Unione: “Significherebbe minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro”, sottolinea il presidente Ettore Prandini, ricordando che il 90% dei cittadini europei (dati Eurobarometro) sostiene la politica agricola a livello comunitario, per il ruolo determinante che essa svolge per ambiente, territorio e salute.
Il Regno Unito, terzo mercato per i vini italiani
Il Regno Unito è, per i vini italiani, il terzo mercato di destinazione dopo Stati Uniti e Germania, con 827 milioni di euro nel 2018. Per gli spumanti è il primo mercato a volume (1,1 milioni di ettolitri) e a valore (434 milioni di euro nel 2018, +6%). L'intesa raggiunta tra Ue e governo britannico è una buona notizia anche per l'agricoltura e per il made in Italy in generale. L'import agroalimentare del Regno Unito ammonta a 56 miliardi di euro, per il 70% composti da merci in arrivo dagli Stati membri della Ue. Le vendite agroalimentari dell’Italia superano i 3 miliardi di euro, tra vini, ortofrutta e formaggi, che risultano i più apprezzati dai consumatori britannici.
a cura di Gianluca Atzeni