Il coraggio di un'enoteca di vini naturali che ha aperto in un paesino abruzzese di 700 abitanti

31 Lug 2024, 17:42 | a cura di
Sulla piazza di Campo di Giove, sotto la Majella, Bottega di Lilli è aperta da oltre dieci anni. La sua proprietaria, Ilaria Verna, spiega che è stato l'amico Gregorio Rotolo a suggerirle di trasformare così il suo negozio di prodotti tipici di qualità

Da oltre dieci anni Ilaria serve calici di vini naturali a oltre mille metri sul livello del mare, sulla piazza di un paese dove vivono meno di 800 persone, all'interno del Parco nazionale della Majella. Ha aperto la sua Bottega di Lilli a Campo di Giove (AQ) alla fine del 2013, dopo esser tornata a vivere tra le montagne dov'è nata e che aveva lasciato a 17 anni. «L'uomo con cui mi sono sposata mi ha riportato nel mio paese. Qui ho aperto un'attività legata alla vendita dei prodotti del territorio, alla ricerca delle eccellenze che ho sempre scelto per me, dato che amo mangiare e bere bene», racconta Ilaria Verna. All'inizio, spiega, non faceva mescita e aveva un banco frigo, con i migliori formaggi d'Abruzzo. È stato proprio un pastore a suggerirle di trasformare la sua attività.

L'intuizione dell'amico Gregorio Rotolo

«Il mio amico che non c'è più, Gregorio Rotolo dell'azienda agrituristica Valle Scannese (qui il nostro articolo, nda). Mi disse che se non avessi iniziato a mescere vino, tagliare formaggi e aprire i barattoli delle conserve, in sei mesi avrei chiuso. Un consiglio da amico vero, da persona sensibile e capace qual era», ricorda.

I primi avventori della Bottega di Lilli sono le persone del posto, che negli ultimi dieci anni hanno potuto apprezzare ed educare il palato ai vini artigiani. Tante sono le etichette abruzzesi, dalle aziende storiche o ormai riconosciute, come Emidio Pepe e De Fermo, alle nuove realtà che stanno nascendo in tutta la regione, come Agricola Estroversa di Pratola Peligna (AQ) o l'azienda agricola Candeloro di Villa Vomano (TE). «Scelgo da sempre ciò che piace a me. Ho tolto il banco frigo perché non volevo essere vista come un negozio di alimentari: oggi affetto salumi e formaggi solo per la degustazione». Campo di Giove, quando ha iniziato, era un «terreno vergine, per questo quando ho iniziato con la mescita avevo in carta molti vini convenzionali e pochi naturali. Mi sono impegnata a farli comprendere ai miei amici e poi ai clienti, anche ai turisti. Lo spazio è piccolo e questo favorisce il ricambio delle etichette».

Una passione condivisa


La passione di Irene è iniziata ai pranzi di famiglia, grazie al cugino Giorgio, istrionico maestro di sci a Rivisindoli e Roccaraso, ma non solo. «È stato uno dei pionieri tra queste montagne, insieme a Fabio dell'Osteria del Tarassaco, a Rivisondoli, e a Stefano Vin Café dal Corvo, a Pescocostanzo». Irene/Lilli li definisce maestri, dando conto così di una comunità di persone che bevendo insieme in questo lembo d'Abruzzo dove si toccano le province di Pescara, L'Aquila e Chieti sta contribuendo a creare una cultura aperta alle cantine di vino naturale. «Gregorio aveva ragione: è solo facendo provare un vino o un formaggio che uno coglie davvero il valore di produzione artigiane che preservano la qualità dell'uva o quelle del latte crudo di animali allevati al pascolo», sottolinea Irene.

A Campo di Giove la Bottega di Lilli lavora tutto l'anno. Anche se durante la primavera, l'autunno e l'inverno è aperta dal venerdì alla domenica, perché «dal lunedì al giovedì non c'è un'anima». È solo agosto che il paese scoppia: le 4mila seconde case costruite nel secondo Dopoguerra e in particolare a partire dagli anni 70 sono pronte ad accogliere fino a 12mila persone. E chi sale a cercare il fresco dell'Appennino, scoprirà una splendida piccola enoteca in cui affinare la propria conoscenza sui vini abruzzesi e non solo (ci sono anche bottiglie della Georgia).

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