La strategia del terrore
“Il Borough Market è una comunità affiatata, e non permetteremo all’azione di pochi violenti di impedirci di continuare nella tradizione di cui andiamo fieri, servendo il miglior cibo inglese”. Così scrive a meno di 24 ore dall’ultimo attacco terroristico che ha colpito Londra nel cuore di un sabato sera di svago come tanti, il Roast Restaurant di Borough Market. Un messaggio di speranza e orgoglio affidato a Twitter, come tanti se ne contano all’indomani dell’ennesima azione violenta e imprevedibile di un commando di tre uomini armati fino ai denti, che hanno generato il panico tra London Bridge e il celeberrimo mercato londinese, lasciando sul campo 7 vittime e instillando il virus del terrore in città. Sì, perché la strategia ormai perfettamente manifesta degli attentatori è proprio quella di spezzare la serenità di un’uscita con gli amici, seminare il panico durante una cena in famiglia, portando morte e dolore nei luoghi dello svago cittadino. Così a Parigi nella sera del Bataclan, quando i bistrot della zona avevano offerto rifugio agli avventori in fuga dalla furia omicida, come a Nizza, sul lungomare in festa dell’estate scorsa (è già passato quasi un anno, era il 14 luglio 2016). Questa volta, per la prima volta, il terrore si scaglia proprio su uno dei luoghi-simbolo della gastronomia londinese. Borough è, infatti, assieme al Chelsea Market di New York e alla Boqueria di Barcellona l’esempio di come può evolvere nella contemporaneità un mercato rionale tradizionale. Oggi tuttavia, pur essendo uno dei luoghi più importanti al mondo per quanto riguarda la gastronomia, diventa noto a livello globale per ben altre motivazioni.
Cordoglio e speranza
E così a Londra gli esercenti di uno dei mercati più grandi e affollati della città – nel distretto di Southwark, giusto sotto la ferrovia del London Bridge – si uniscono contro il terrore e la diffidenza, esprimendo solidarietà alle vittime tramite i social network, ma pure ribadendo la voglia di non farsi scoraggiare: “we are all safe”, scrive la maggior parte di loro la notte stessa dell’attentato, ringraziando la prontezza di spirito degli staff al lavoro in un sabato sera affollato, e il comportamento esemplare dei clienti barricati nel mercato (ora c’è persino chi torna per saldare il conto lasciato in sospeso sabato sera). Partecipano ai “ringraziamenti” il Miller Pub e l’insegna italo-inglese Padella, l’Elliot Cafè e il Borough Wines and Beers, la taqueria El Pastor inaugurata alla fine del 2016 dal team di Barrafina (uno dei locali presi di mira, “siamo scioccati e profondamente addolorati per quanto successo; l’ammirazione e il rispetto per il nostro staff è incommensurabile, e il nostro pensiero va a tutti i vicini e le famiglie che hanno condiviso con noi quei momenti di terrore”), Fish – che condivide la scritta “take courage”: “Non vincerete, non lo permetteremo” - e Pulia, l’angolo delle specialità pugliesi all’interno del mercato, che ospita un bel mix di tradizioni gastronomiche internazionali, l’una accanto all’altra, com’è caratteristico di una grande capitale che non ha mai chiuso le porte a usanze e consuetudini di tante culture straniere che convivono pacificamente in città (dall'Italia, per esempio, ha trovato spazio Matteo Borea, di cui vi raccontavamo un anno fa). Fa eco anche Brindisa, coinvolto direttamente nell'attacco, che prega per le vittime della tragedia e auspica il ritorno alla normalità: la bottega gastronomica con cucina ispirata ai tapas bar spagnoli è in attività all'interno del mercato dal 1998 (il ristorante invece ha inaugurato nel 2004), vende in città prodotti iberici di qualità e in passato ha tenuto a battesimo lo chef Josè Pizzarro, cofondatore del brand e oggi alla guida di diversi format di ristorazione.
Borough Market. La storia
Da più di mille anni – la fondazione si fa risalire al 1014 – il Borough Market accompagna la storia della città. Ma è nella Londra degli anni Novanta che le prime manifestazioni orientate allo street food di qualità e ai prodotti da filiera corta restituiscono nuova spinta al mercato, che comincia a popolarsi di appassionati gourmet in arrivo da tutta la città. E presto si affacciano tra i banchi in fermento anche i turisti. Oggi si va al Borough Market per fare la spesa, assaggiare prodotti nuovi, scovare ingredienti di nicchia e scoprire sapori diversi (molti dei commercianti sono loro stessi produttori). Ma pure per mangiare, fra degustazioni guidate, eventi, street food di qualità, piccoli caffè e insegne caratteristiche.
Una comunità unita
“Borough Market è il cuore di una comunità forte, creativa, improntata alla diversità” ribadisce il responsabile del mercato Donald Hyslop “Una comunità che si supporta e unirà le forze per mostrare solidarietà davanti all’attacco spietato. Ringraziamo le forze dell’ordine e continueremo a collaborare con loro”. Ecco perché il messaggio congiunto che arriva dal mercato a lutto, ma non fiaccato nello spirito – sebbene chiuso per 24 ore dopo la tragica nottata, e ora vestito di fiori e messaggi di chi vuole partecipare al cordoglio – è importante per rompere il silenzio di una Londra tramortita, e spaventata com’è comprensibile e giusto che sia. Perché l’auspicio di tutti è che presto Stoney street, la strada affollata di pub e locali tra il mercato e il fiume, torni a essere semplicemente uno dei punti nevralgici della movida cittadina, con un bicchiere di birra in mano in una tranquilla sera d’estate.
a cura di Livia Montagnoli