Rossa, Dotta, Grassa. E sorprendente. Lucio Dalla cantava che al centro di Bologna non si perde neanche un bambino, ed è vero che il capoluogo emiliano rimane una località a misura d’uomo, vivace e godereccia, maestra dell’accoglienza a tutto tondo. Risorse che il turismo internazionale pare stenti ancora a riconoscere. Almeno fino a qualche giorno fa, quando un0'indagine ne ha sancito lo status di gioiello ancora da scoprire.
È venuto fuori da una ricerca svolta da Sharael Kolberg nella rubrica Food, Travel and Tech dell'emittente statunitense CNBC e pubblicata on line, dove la travel blogger dalla ventennale esperienza ha intervistato 175 viaggiatori tra esperti di turismo, addetti ai lavori e appassionati chiedendo quale fosse secondo loro la meta più sottovalutata dai circuiti di settore. Tutti vogliamo volare a New York, Parigi e Tokyo, premette nel pezzo, senza sapere che ci sono luoghi “nascosti” o fuori dalle rotte più battute che vale ugualmente la pena di vedere. Soprattutto perché spesso sono meno affollati e più economici.
Bologna capitale della cucina italiana
In cima alla lista è spuntato il capoluogo emiliano. E per varie ragioni. Secondo Tom Marchant, fondatore della compagnia di luxury travel Black Tomato, Bologna sarebbe la meta italiana del momento nonché “foodie Mecca” in quanto patria della pasta fresca. Dello stesso parere Jeff Miller (blogger di Our Passion For Travel), che parla di una gastronomia senza rivali, “probabilmente la migliore d’Italia”, e della possibilità di scoprirla nei ristoranti ma anche nei piccoli pastifici artigianali e nei mercati all’aperto, senza dimenticare FICO Eataly World (“a.k.a. the Disney World of food”). Mentre David Hawkraven, boss di Designed Travel, suggerisce di non mancare un tour fra i produttori artigianali di Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma e a Modena.
Arte, architettura e buon vivere
Ma non è solo questione di cibo. Si menzionano pure i 62 chilometri di Portici, Patrimonio Mondiale Unesco, le iconiche Due Torri (secondo la travel writer Ann-Marie Cahill, la salita su quella degli Asinelli dovrebbe essere la prima tappa di ogni appassionato di storia), la Basilica di San Petronio. E ancora la possibilità di girarla a piedi senza spendere una fortuna in auto a noleggio, i prezzi umani delle strutture di ospitalità, l’accoglienza calda e genuina dei suoi abitanti, nonché la posizione comoda per raggiungere altri “italian hot spots” come Venezia, Milano o Firenze.