Un altro caso di contraffazione alimentare è stato scoperto. Ma questa volta i numeri sono decisamente alti. Si tratta di 10 tonnellate di pasta. Il personale del Corpo Forestale dello Stato del Nucleo Tutela Regolamenti Comunitari e della Sezione di Analisi Criminale del Comando Regionale Puglia, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (N.I.P.A.F.) di Napoli, ha effettuato diversi controlli in alcuni pastifici del comune di Gragnano (NA) riscontrando delle forti irregolarità su quanto riportato in etichetta. I rappresentanti legali di tre ditte sono stati denunciati per frode in commercio perché non producevano la pasta negli stabilimenti di Gragnano, secondo l’antica tradizione, così come era pubblicizzato nelle etichette delle confezioni di pasta, ma la compravano da altre aziende situate fuori dalla famosa città della pasta, in un caso addirittura veniva prodotta a Pescara. Un rappresentante di una ditta è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per la detenzione di pasta all’interno di cartoni non idonei a contenere alimenti. Due le ditte nelle quali i Forestali hanno riscontrato illeciti amministrativi: una deteneva la pasta senza informazioni inerenti le date di produzione e scadenza; l’altra presentava delle irregolarità nelle etichettature delle confezioni di pasta ed in particolare era realizzata in modo da suggerire che il prodotto possedesse caratteristiche particolari che in realtà sono tipiche di tutti i prodotti alimentari analoghi. “In alcuni casi l'etichetta riportava che la pasta era realizzata a Gragnano secondo la tradizione”, ha spiegato a Gambero Rosso Giuliano Palomba, il Commissario Capo del Comando Regionale di Bari che ha condotto l'operazione, “invece era realizzata a Pescara ed era solo confezionata a Gragnano. Nello specifico i metodi di essiccazione più veloci permettevano di ottenere la pasta ad un costo decisamente inferiore all'originale gragnanese. Veniva venduta sia in Italia che all'estero. Ora i controlli continueranno, sono partiti dalla Puglia dove abbiamo sequestrato diversa pasta, tanta. Anche in questo caso sulle etichette c'erano difformità, le diciture riportavano che era realizzata con grano italiano ma che in realtà veniva dal Canada. In un altro caso addirittura si specificava che era fatta con grano dell'Alta Murgia a km 0, ma anche qui veniva dal Canada. Solo il nostro nucleo ha controllato oltre 250 ditte sequestrando più di 50 tonnellate di pasta. Ma c'è ancora tanto da lavorare. Questi che facciamo sono controlli che hanno l'obiettivo di tutelare l'IGP, le ditte serie e il Made in Italy”.