È finita l'èra della birra artigianale? Negli Stati Uniti più chiusure che aperture dopo anni di crescita

11 Gen 2025, 10:02 | a cura di
Dopo decenni di espansione e di grande moda, nel 2023 per la prima volta dal 2005 hanno chiuso più birrifici artigianali di quanti ne abbiano aperti

La birra artigianale, simbolo per anni di grande moda in tutte le città, si sta sgretolando sotto il peso di nuove sfide. «Abbiamo portato a termine la nostra missione», ha dichiarato fermamente sul New York Times Phil Bannatyne, fondatore della storica Cambridge Brewing Company, chiudendo le porte del suo birrificio dopo 35 anni. Quella che un tempo era una delle punte di diamante dell’industria artigianale americana si è arresa a una crisi che sta scuotendo un intero settore.

L’industria della birra artigianale è in crisi

Nel 1989, Bannatyne apriva la sua Cambridge brewing company nello stato del Massachussetts, con l’obiettivo di «insegnare alle persone cosa potrebbe essere la birra artigianale». Per decenni, il settore ha rivoluzionato il panorama birrario americano: dagli anni Settanta, quando si contavano appena 89 birrifici negli Stati Uniti, fino a oggi, con oltre 9.900 produttori registrati nel 2023, secondo la Brewers Association (l’associazione dei produttori di birra artigianale degli Stati Uniti, l’equivalente dell’italiana UnionBirrai). Questo boom ha trasformato la birra artigianale in un fenomeno culturale, creando un’industria che oggi impiega circa 460mila persone in tutto il paese. Eppure, dopo anni di crescita vertiginosa, il 2023 ha segnato un’inversione di tendenza: 335 nuove aperture contro 399 chiusure. Una battuta d’arresto significativa per un settore che da quasi due decenni rappresentava un modello di successo.

Un mercato saturo e in evoluzione

Le ragioni del declino, secondo il quotidiano statunitense, sono molteplici. La concorrenza non arriva solo dai birrifici industriali ma anche da nuove categorie di bevande, come hard seltzer, cocktail ready to drink e liquori. «I gusti dei consumatori cambiano», ha osservato sul New York Times Bart Watson, presidente della Brewers Association, descrivendo il fenomeno come una «razionalizzazione dolorosa» in un mercato ormai maturo.

birra

Ne è un esempio la Revolution Brewing a Chicago. Nata come brewpub di quartiere per rivitalizzare una piazza mal frequentata, ha chiuso il suo locale per concentrarsi esclusivamente sulla produzione. Tuttavia, dalle materie prime alle dimensioni dei lotti, la produzione di birra è un'attività a basso margine basata su economie di scala, ed è dura per i piccoli birrifici artigianali inscatolare confezioni da quattro di Ipa che possano competere, in termini di prezzo, sugli scaffali dei negozi.

L'aumento dei costi di gestione

Ma la gestione di un birrificio artigianale è sempre stata complessa, anche se oggi le difficoltà sembrano insormontabili. Materie prime, utenze e affitti sono aumentati vertiginosamente negli States. Gun Hill Brewing nel Bronx ha chiuso i battenti a causa di un aumento del 30 per cento sul contratto di locazione, trasferendo la produzione in una struttura più economica nello stato di New York. Anche chi ha cercato di reinventarsi non sempre è riuscito a sopravvivere. Elsewhere Brewing ad Atlanta, aperto nel 2020, ha tentato di attrarre nuovi clienti con cocktail, eventi e brunch creativi, ma il carico di debiti ha costretto i proprietari alla chiusura, nonostante tutti gli sforzi.

Eppure, non tutto è perduto. La crisi sta offrendo opportunità a chi è in grado di adattarsi. Wesley Keegan della TailGate Brewery di Nashville, nel Tennessee, ha approfittato della chiusura di altri birrifici per acquistare attrezzature a prezzi stracciati, mentre nuovi imprenditori vedono nei locali dismessi delle occasioni. Jacob Kemple e Alyssa Hoberer, birrai di Denver, nel Colorado, hanno rilevato un birrificio chiuso, trasformandolo in una nuova attività a costi ridotti. «Come un nuovo ristorante che apre in uno vecchio, un birrificio chiuso può offrire un’opportunità chiavi in mano», ha osservato Kemple, riflettendo sull’ondata di chiusure che potrebbe, paradossalmente, alimentare la prossima fase dell’industria della birra artigianale.

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