Bio-intensivo: il modello di agricoltura che concilia natura e profitto

4 Giu 2019, 16:00 | a cura di
Un sistema agricolo pensato per ottimizzare ogni centimetro di terreno, ma nel pieno rispetto della natura e del ciclo delle piante. Tutto quello che c'è da sapere sul bio-intensivo.

1972: l'americano John Jeavons mette a punto un modello agricolo chiamato bio-intensivo, tecnica di coltivazione che fa parte del più ampio mondo dell'agricoltura naturale, che sta acquisendo sempre più seguaci anche in Italia. Ma procediamo per gradi.

L'agricoltura naturale e l'agroecologia

Quello dell'agricoltura naturale è un tema complesso che si inserisce nel panorama dell'agroecologia, disciplina che studia i sistemi agricoli in un'ottica sostenibile e socio-economica. E che comprende una serie di tecniche diverse che hanno come obiettivo quello di rigenerare il suolo. Ce lo spiega Giorgio Pace, ideatore di Piccola Bottega Merenda, bottega di nicchia di Roma che da anni raduna il meglio dell'agricoltura sostenibile italiana.

Agricoltura naturale: cos'è

L'agricoltura naturale è una sorta di agricoltura a impatto negativo, che immette nel terreno più di quanto consuma”. Non impatto zero, dunque, ma addirittura impatto sotto zero. Non è la semplice coltivazione biologica, ma un insieme di procedure “che consentono alle aziende di stare in piedi ed essere competitive, ma senza ricorrere a sistemi intensivi, pesticidi e altri elementi che danneggiano la terra”.

Agricoltura naturale

Agricoltura naturale

Sinergica, biodinamica, organica e rigenerativa: gli obiettivi

Oggi, l'agricoltura naturale si divide in: sinergica, biodinamica, organica e rigenerativa. Ognuna di questa tecniche meriterebbe un capitolo a parte (e a breve torneremo a soffermarci sull'argomento), ma per ora possiamo così riassumerne le caratteristiche principali:

Agricoltura sinergica: modello basato sul principio della sinergia della natura. Mentre la terra permette alle piante di crescere, queste rendono il suolo fertile attraverso i loro residui organici. La terra non va lavorata né compattata, non vengono utilizzate sostanze estranee - né chimiche né organiche - e occorre sempre tenere viva la biodiversità del terreno.

Agricoltura biodinamica: insieme di pratiche agricole basate sulla visione spirituale del mondo elaborata dal teosofo Rudolf Steiner, sostenitore del potere delle forze cosmiche sulla terra. Non sono ammesse sostanze di sintesi, si possono usare solo concimi naturali e preparati biodinamici ottenuti da letame, polvere di quarzo o sostanze vegetali. Per le semine, si segue il calendario lunare elaborato da Maria Thun.

Agricoltura organica e rigenerativa: disciplina che si propone di massimizzare le risorse presenti all'interno di un'azienda agricola, diminuendo i costi di produzione e rispettando le fasi e i cicli biogeochimici (i percorsi compiuti da elementi come l'azoto, il carbonio, l'ossigeno all'interno dell'ecosfera). Ha l'obiettivo di rigenerare il suolo e nutrire le piante, facendo affidamento su pratiche agricole moderne e senza ricorrere a sostanze chimiche e facendo un uso moderato dei macchinari.

Deafal

Deafal

Il lavoro della Deafal

A racchiudere un po' tutto questo, la Deafal (Delegazione Europea per l’Agricoltura Familiare di Asia, Africa e America Latina che opera nell'ambito dello Sviluppo Rurale), ONG che organizza progetti, eventi, corsi e offre servizi di consulenza alle grandi aziende che vogliono dedicarsi all'agricoltura organica e rigenerativa. “Un tipo di agricoltura che noi chiamiamo 'cassetta degli attrezzi', perché non è altro che un contenitore dei diversi approcci sostenibili diffusi in tutto il mondo, da cui traiamo ispirazione”, spiega Matteo Mancini, coordinatore tecnico area Agricoltura Organica e Rigenerativa. La Deafal, infatti, abbraccia anche i princìpi del bio-intensivo, “ma declinandoli di volta in volta a seconda del luogo in cui ci troviamo, delle colture e delle esigenze del momento”.

Il bio-intensivo e l'agricoltura sociale

Fra le varie tecniche utilizzate in agricoltura naturale, il sistema bio-intensivo. A spiegarci nel dettaglio questo mondo è Silvia Paolini, ideatrice dell'azienda agricola CASA, progetto sociale inclusivo che si propone di inserire nell'ambito lavorativo persone con disabilità, che nella zona di Quarto Miglio, a Roma, si dedicano alla cura dei campi.

CASA

CASA

CASA, azienda agricola di bio-intensivo

Una volta diventata mamma, Silvia – agronoma specializzata – si ritrova con poche opportunità di lavoro, e sceglie così di mettersi in proprio. Apre CASA beneficiando dei fondi europei per l'insediamento dei giovani in agricoltura e inizia a lavorare con chi ne ha bisogno applicando il sistema bio-intensivo. “L'obiettivo è capire qual è la superficie minima di terra che serve per produrre il cibo di cui si ha bisogno. I dati più recenti parlando di 400 metri quadrati di terreno che, se coltivati in bio-intensivo, sarebbero in grado di sostenere tutte le necessità alimentari (vegetali) dell'uomo”.

In pratica, si tratta di ottenere il massimo da un terreno, senza però sfruttarlo o arrecare danni all'ambiente e alle persone.

CASA

CASA

Bio-intensivo: gli obiettivi

Un modello prettamente manuale, che si propone di implementare la microflora e microfauna del terreno, “che deve essere mantenuto sempre vivo e sano, con l'utilizzo di compost, che noi produciamo direttamente in azienda da scarti vegetali reintegrati”.

La distanza tra le piante

Ma perché si chiama intensivo? Perché le piante vengono piantate più vicine tra loro, “grazie alla lavorazione con doppia vangatura”, sistema che lavora il terreno alla profondità di due fitte di vanga, strumento utilizzato per smuovere la terra e rompere il terreno in zolle, che vengono poi rivoltate. Una tecnica “che permette di ampliare la distanza tra le radici”. Sotto terra, dunque, la distanza rimane, al contrario di quanto succede nell'agricoltura intensiva convenzionale.

Biodiversità e qualità della terra

Si cerca di disturbare il terreno il meno possibile, si sfruttano le sinergie tra piante, e si autoproducono i semi, creando le proprie varietà locali”. A vantaggio anche della tanto preziosa biodiversità. E mediante dei procedimenti che mirano a migliorare la qualità della terra, dalla preparazione del suolo alla rotazione e comunione delle colture.

Officina Walden

Officina Walden

Un'agricoltura di precisione

Un metodo che, seppur poco meccanizzato, richiede degli attrezzi appositi. Quelli di Terratek, per esempio, di cui Nicola Savio si fa portavoce (e distributore) in Italia, oltre a gestire la sua azienda agricola in Piemonte, Officina Walden. “Quella bio-intensiva è un'agricoltura molto modulare, ma precisa: si lavora su aiuole preformate, tutte delle stesse dimensioni, in modo da poter programmare con sicurezza la rotazione. E si utilizza ogni centimetro di terreno nella maniera più funzionale possibile”, racconta.

Regole e macchinari del bio-intensivo

Spesso si tende a pensare che questo tipo di coltivazione sostenibile sia qualcosa di ancestrale, e per questo privo di regole: “Oltre ai valori etici, alla base ci sono dei parametri ben precisi, da seguire e mettere in pratica anche mediante attrezzature studiate su misura”. Strumenti leggeri pensati per un'agricoltura su piccola scala, “che consentono di lavorare molte ore senza affaticarsi”.

agricoltura naturale

Il bilancio economico e quello naturale

C'è poi un ragionamento numerico: “Per dimostrare che l'agricoltura sostenibile può stare in piedi, occorrono due tipologie di bilanci, quello economico e quello naturale”. Il secondo è il più delicato, e riguarda la fertilità del suolo, la salute del terreno: “Si può decidere di perdere una parte di guadagno monetario, ma solo se si aumenta il capitale naturale, che tornerà così in produzione andando a equilibrare anche il lato economico”. In breve, se la terra sta bene, prima o poi anche il portafogli ne beneficerà.

Il sistema Toyota

Ciò che conta è avere l'intera macchina sotto controllo. “Ci si rifa un po' al sistema di produzione della Toyota”, ovvero quel metodo di organizzazione della produzione basato su una evoluzione della catena di montaggio di Henry Ford. “Bisogna avere chiare le linee di lavorazione, in modo da non avere imprevisti, che devono in ogni caso essere gestiti prontamente”. Così da non perdere nessuno dei due capitali di cui sopra.

Precisa, ma versatile. Basata su valori etici saldi e ben definiti, ma attuabili in tante varianti. Ferrea ma al contempo flessibile, dai parametri rigidi ma intercambiabili: un tipo di lavorazione che racchiude in sé il senso più profondo dell'agricoltura stessa.

Azienda Agricola CASA – Roma – via Talarchiana - facebook.com/azagricolacasa/

Deafal – Milano – via Federico Confalonieri, 3 - deafal.org

Officina Walden – Lessolo (TO) – via Marenda, 2 o – officinawalden.it

Piccola Bottega Merenda – Roma – viale Anicio Gallo, 59/61 - facebook.com/piccola40mq/

a cura di Michela Becchi

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