Bere per sballarsi. L'avanzata silenziosa del binge drinking: ecco come cresce l'abuso di alcol tra i giovanissimi

10 Ago 2024, 12:12 | a cura di
L'abuso di alcol tra i minorenni sta raggiungendo livelli allarmanti e cresce l’importanza di un’educazione al consumo consapevole che valorizzi il piacere e la cultura delle bevande alcoliche

Quando è troppo? Per alcuni giovani adolescenti, mai. Il binge drinking, ovvero il consumo smodato di alcol in un breve lasso di tempo, è un fenomeno importato dai paesi del Nord Europa che sta attecchendo anche nella cultura giovanile italiana, trasformandosi da abitudine sociale a rifugio contro i disagi psicologici. I numeri rivelano un quadro drammatico. Sempre più ragazzi tra i 14 e i 18 anni si lasciano trascinare in questa spirale autodistruttiva, cercando svago nell’alcol come se fosse un’ancora di salvezza. Ma a quale costo? Il consumo di alcol ha smesso di essere un semplice piacere, diventando una necessità che minaccia la salute di una generazione.

Il fenomeno del binge drinking

Un po’ di chiarezza: il binge drinking o “abbuffate alcoliche” si caratterizza per l'assunzione rapida di un numero elevato di unità alcoliche, solitamente quattro o più, in un lasso di tempo molto breve (spesso meno di 15 minuti). I giovani consumano alcol per raggiungere più rapidamente l'effetto psicotropo desiderato, risparmiando anche sui costi. Tuttavia, l'impatto sulla salute è devastante. Uno studio condotto nel 2019 dal professor Giovanni Addolorato presso il Policlinico Universitario Gemelli di Roma su oltre 2.700 liceali, di Roma e del Lazio, ha rivelato che quasi il 50% dei partecipanti era positivo al test Audit (Alcol use disorders identification test), indicatore di un consumo problematico di alcol che può sfociare facilmente in dipendenza. Questi dati sono particolarmente allarmanti se si considera che la maggior parte dei soggetti esaminati erano minorenni, di età compresa trai 14 e 17 anni, i cui organismi sono ancora incapaci di metabolizzare adeguatamente l'alcol, con conseguenze dannose su organi vitali.

L'Italia come il nord Europa

Questa tendenza è sintomatica di una transizione culturale, dove il consumo tradizionale di vino ai pasti è stato in parte sostituito da un consumo eccessivo e compulsivo di alcolici, soprattutto fuori pasto. I danni psicologici adolescenziali post pandemia, poi, non hanno aiutato a migliorare la situazione: secondo l'Osservatorio Nazionale Alcol (ONA), nel 2020, 760mila soggetti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni hanno consumato alcol con modalità rischiosa, con la fascia di popolazione di 16 e 17 anni maggiormente rappresentata (maschi, 43,8%; femmine, 40,5%). Non positivi neanche i dati sui consumi del 2021, con 32% dei maschi e il 25% delle femmine tra gli 11 e i 25 anni ha consumato alcol fuori pasto, e l'11% dei maschi e il 6% delle femmine ha avuto episodi di binge drinking. Nonostante la crescente preoccupazione per i danni associati alle abbuffate di alcol, la consapevolezza tra i giovani è ancora bassa. Solo il 57% degli adolescenti riconosce la pericolosità del bere in eccesso durante la propria età, un dato che riflette una necessità urgente di interventi educativi mirati. Per questo è necessario programmare più campagne di sensibilizzazione - come il progetto lanciato nel 2022 da Federvini in collaborazione con Sapienza Università di Roma con la campagna “Te la bevi? Non bertela troppo” - che coinvolgano scuole, genitori e comunità, per promuovere una cultura del bere responsabile e ridurre i comportamenti a rischio.

Parola d'ordine: moderazione

Anche l’opinione pubblica è divisa in due: una quota sostiene che l’abuso di alcol è un semplice passaggio adolescenziale, mentre un’altra quota ha cominciato a chiedersi se potesse essere qualcosa di più - proprio come è avvenuto negli anni Settanta con l’uso di cannabinoidi, l’ipotesi gateway drug effect (teoria secondo cui l'uso di alcune sostanze predisponga al futuro consumo di altre sostanze stupefacenti) - la stessa cosa sta succedendo con l’alcol. Nel frattempo, alcuni paesi europei stanno già adottando misure preventive: in Francia, il Dry January, iniziativa di astinenza alcolica per tutto il mese di gennaio, in Belgio, il Tournée Minérale, che incoraggia l'astinenza dall'alcol per tutto il mese di febbraio, accompagnate da campagne pubblicitarie e dibattiti mediatici che sottolineano come l'alcol sia la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni. Anche in Irlanda, da maggio 2026, le etichette delle bevande alcoliche dovranno includere avvertenze sui rischi per la salute, facendo di questo paese il primo al mondo a implementare una simile legislazione.

Gli effetti sulla salute e la dipendenza

Gli effetti del binge drinking non si limitano all'intossicazione acuta. Studi recenti hanno dimostrato che l'abuso di alcol durante l'adolescenza può avere effetti a lungo termine sullo sviluppo cerebrale. Un'indagine condotta dall'Università di Cagliari e dall'Istituto di Neuroscienze del CNR ha evidenziato come la combinazione di bevande energetiche e alcol possa compromettere la memoria e la capacità di comprensione negli adolescenti, con danni permanenti all'ippocampo, una regione del cervello cruciale per l’apprendimento. Oltre ai danni cerebrali, l'abuso di alcol è strettamente correlato a un aumento del rischio di sviluppare malattie epatiche nel lungo termine, come la cirrosi e l'epatocarcinoma. Questi rischi sono indipendenti dal consumo medio di alcol e sono aggravati dal binge drinking, che espone l'organismo a concentrazioni elevate di alcol in brevissimo tempo.

Serve un po' di consapevolezza

Il binge drinking è una realtà preoccupante che richiede una risposta coordinata da parte di governi e istituzioni, che devono collaborare con le famiglie, le scuole e le comunità per promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi associati all'abuso di alcol. Mentre la ricerca scientifica continua a indagare sugli effetti deleteri dell'abuso di alcol sul corpo e sul cervello, è essenziale che i giovani e le famiglie siano educati a comprendere che l'abuso di alcol non è un semplice rito di passaggio, ma un comportamento che può avere conseguenze devastanti sulla loro salute e sul loro futuro. E non deve essere definita semplicemente come una "cattiva abitudine": è una patologia che merita l'attenzione e l'intervento di tutti. L’ideale oraziano della via di mezzo, che tanto si rispecchiava nelle parole del critico Eric Asimov su un articolo del New York Times, va applicato e ascoltato soprattutto dai giovani adolescenti, poiché consumare alcolici significa scegliere con criterio e moderazione. Via di mezzo e non la via più semplice.

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