«Dovrebbero indagarti per istigazione al suicidio. Hai dato il tuo grosso contributo in questa morte». Oppure: «La signora è stata ritrovata morta. Forse telefonare, esporre qualcuno così non è stata una buona idea». E ancora: «Era davvero necessario?». Sono solo alcuni dei commenti che si leggono sotto ai post di Instagram di Lorenzo Bigiarelli — trentatré anni, un po’ “social chef” e un po’ personaggio televisivo, compagno di Selvaggia Lucarelli — il primo ad aver sollevato dei dubbi sul post di Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, trovata morta il 14 gennaio nelle acque del fiume Lambro. Tanto da arrivare a chiamarla per parlarle: ed è proprio questo quello che non è piaciuto al web. L’aver fatto alla donna il terzo grado, pur non avendone titolo — «Non sei un poliziotto, né un giornalista che deve ricostruire i fatti» —, e avendo dedicato alla vicenda più attenzione di quanto, secondo alcuni followers, avrebbe effettivamente dovuto.
Il post della ristoratrice e i dubbi sulla veridicità della recensione
Giorni fa sulla pagina Facebook della pizzeria Le Vignole era comparso uno screenshot di una recensione di un presunto cliente anonimo che si lamentava per la presenza di gay e disabili nel locale, pur apprezzando la pizza e il dolce che gli erano stati serviti. La titolare, Pedretti, gli aveva risposto criticando la sua posizione omofoba e abilista, chiedendogli di non tornare più nel locale. Il post era diventato rapidamente virale ed era stato ripreso da numerose testate giornalistiche. Ma Bigiarelli — così come la sua compagna — ha sollevato dubbi fin da subito: «Il font della recensione, così come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google». Anche «la forma della “a”» di alcune parole, «l’interlinea e la spaziatura», sono finiti nel mirino del cuoco, insieme a «errori di ortografia simili tra la recensione e la risposta».
La telefonata
A spingere Bigiarelli addirittura a chiamare la ristoratrice era stata una sensazione di «fastidio» e per andare a fondo: «Se lo screenshot fosse davvero falso, ci troveremmo di fronte a parecchie implicazioni scomode”, come «l’utilizzo di abilismo e omofobia come leva di marketing». E così, con un altro post, il compagno di Lucarelli ha annunciato di aver chiamato la ristoratrice «per chiederle spiegazioni sullo screenshot sospetto». La telefonata, racconta, «è durata sei minuti», durante i quali «ho chiesto se lo screenshot fosse vero». La ristoratrice ha risposto che è vero, che avrebbe solo «allargato e messo in evidenza» la sua risposta. Così il cuoco social ha chiesto «lo screenshot originale». Ma la ristoratrice avrebbe risposto di averlo cancellato per fare spazio sul telefono, che usa «anche per fare i menu». E quindi niente da fare: i dubbi sono rimasti e anzi si sono aggravati. Poi la notizia della morte della donna e i followers che se prendono con Bigiarelli, accusandolo di essersi accanito.
I commenti: «Sei contento ora?»
C’è chi gli scrive che dovrebbero indagarlo «per istigazione al suicidio», perché ha dato il suo “grosso contributo in questa morte”: un commento al quale hanno messo like, per ora, circa 200 persone. Lo stesso numero che ha apprezzato chi ha voluto ribadire quanto prevede l’articolo 580 del Codice penale: «Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni».
Ma la lista è lunga. «Soddisfatto ora?», chiede, secco, un altro utente. “Wow, complimenti per aver scovato una pericolosissima criminale”, ironizza una donna. Insomma: secondo il popolo del web, followers e non followers, Bigiarelli avrebbe esagerato. E c’è chi glielo scrive direttamente: «Forse hai un po’ esagerato — è il commento di una ragazza —. Ma questo l’ho pensato pure prima che la donna morisse. Tutto questo livore, questa sete di verità su una cavolata di questo livello, perché in fondo di questo si tratta, a me sa più di deriva da giustizieri della notte che avete, spesso a ragion veduta, in famiglia». Ma «la tua compagna lo fa con mestiere, tu nell’imitarla sei finito a fare un inutile polverone».
La difesa di Bigiarelli: «Nessun odio social»
«Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze — scrive il cuoco social e tv —. Ci tengo a respingere con forza le accuse di “odio social” e “shitstorm” dal momento che la signora Giovanna, in questi due giorni, non ha ricevuto dalla stampa che lodi e attestazioni di stima e solo qualche sparuto e faticoso tentativo di ristabilire la verità che, in ogni caso, non ha e non avrebbe mai avuto pari forza». Di più. «Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in una storia dovesse temere questo epilogo dovremmo chiudere tutto, giornali e social. I messaggi di odio che mi state scrivendo sono invece, quelli sì, di una tale violenza e quantità che effettivamente, anche a una persona non troppo fragile, potrebbero fare pensare a un questo estremo». Travolto dalle critiche, Bigiarelli oggi in tv non si è visto. «Questa mattina non è con noi Lorenzo che come sapete è stato coinvolto nel fatto di cronaca di cui parlano tutti e ha deciso di stare a casa. Tornerà con noi nei prossimi giorni», ha detto Antonella Clerici all’inizio della puntata del programma di Rai1 «È sempre mezzogiorno».