Best of the year: cosa ricorderemo del 2020?
Annus horribilis. Sicuramente. Anno da dimenticare, questo 2020 segnato dalla pandemia e da tutto ciò che ne è conseguito e ne conseguirà, nel mondo in generale e nel nostro piccolo universo in particolare che è dedicato ai piaceri e al gusto, ai sensi, alle emozioni. Al cibo, al vino, al piacere di vivere, di viaggiare e di scoprire nuove culture. Da dimenticare, ma per molti aspetti anche da ricordare, perché ha segnato tanti punti di innovazione, tante svolte che non si sono limitate e non si limiteranno all'emergenza Covid. Sarà, è stato, questo 2020, un anno che ha segnato e continuerà a segnare il nostro modo di vivere, le nostre abitudini e anche i nostri gusti e i nostri modi di consumare, dentro e fuori casa. Ecco dunque, a nostro giudizio, una carrellata di fatti e storie, di mode e tendenze, di ossessioni, che hanno segnato il nostro mondo e che meritano un approfondimento e soprattutto una riflessione per capire meglio dove andiamo, dove ci porterà l'evoluzione del gusto e degli stili di vita.
Best of 2020. Tutto il meglio dell’anno
Ristoratore coraggioso dell’anno
1- Alberto Gipponi
Classe 1980, ex chitarrista, sociologo, ex operatore sociale… cinque anni fa decide che la sua vocazione da sempre è la cucina. Fa una “gavetta” in luoghi di livello, fino all’esperienza nella cucina di Massimo Bottura. Da Dina, a Gussago (BS), ha imparato a “coordinare il movimento delle sue mani alle sue visioni” (parafrasando una sua intervista di qualche tempo fa). Ha fatto scandalo presentando un dolce a base di cozze e salsa di arancia bruciata. “Ma sono buone” spiega lui. Ma perché ristoratore coraggioso dell’anno? Perché Alberto è stato il primo, lo scorso marzo, a capire che la situazione era grave e che era opportuno fermarsi (come ci aveva spiegato in questa intervista). Mentre la gran parte dei suoi colleghi ancora spingevano per andare avanti.
2-Carmelo Chiaramonte
La scelta di tornare, dopo 12 anni di gastronomo errante, nella sua terra evidenzia il suo carattere e il suo coraggio che non manca di accettare sfide anche improbabili, come aprire un’osteria tra la campagna e il mare a pochi giorni dalla fine del primo lockdown (qui trovate tutti i dettagli sul suo nuovo locale, Caro Melo a Donnalucata).
3- Iuri Chiotti
Il coraggio di portare avanti le sue idee con forza e decisione, di interpretare la montagna e i boschi come ingredienti principali del suo lavoro. Chiotti è diventato in quest’anno l’alfiere della cucina di alta montagna in Italia.
Mega progetto dell’anno
La rete dei Mercati Comunali di Madrid
In piena epidemia, a Madrid i mercati municipali hanno rappresentato una risorsa importante per la città, come vi abbiamo raccontato in questo reportage: fondamentale il lavoro dell’amministrazione che è riuscita a mettere in rete le strutture dei 46 mercati coperti, sparsi un po’ ovunque fra i quartieri più popolosi. Si è sviluppata una realtà virtuosa di shopping online (anche su Amazon Prime) che ha rafforzato la presenza dei banchi rionali al fianco dei cittadini nelle ore più buie del lockdown. Molti mercati, inoltre, negli ultimi anni si sono rinnovati, sviluppando con successo una formula mista di vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di piccola ristorazione, con una gastronomia interessate, spesso internazionale o di ricerca. Un esempio per tutta Europa.
Città italiana dell’anno
Cagliari
Con il suo fascino a metà tra terra e mare, con il suo centro storico suggestivo, ampio e ben tenuto, con il suo attaccamento alle tradizioni… Cagliari ben si merita il titolo di città dell’anno. Nonostante la pandemia, qui c’è una istituzione che continua a tenere banco ed è il Mercato di San Benedetto intorno al quale ruota tutta una serie di cuochi che in parte hanno nel cuore la tipicità, ma che non rinunciano all’alta cucina e alla sperimentazione. Accanto a un nome di livello, come quello di Stefano Deidda al Corsaro, sono nati in questi mesi due altri progetti: il ristorante gourmet emanazione del Forte Village, Palazzo Doglio, con la cucina firmata da Alessandro Cocco; e l’Osteria Moderna dove ha iniziato a muovere i suoi passi in autonomia Alessio Signorino, sbarcato nell’isola dalle cucine dell’Enoteca Pinchiorri. Ma questo è nulla rispetto ai tanti piccoli progetti indipendenti (dai panifici ai laboratori di pasta fresca) che stanno facendo virare verso la qualità tutta l’offerta cittadina.
Rivista dell'anno
L’Integrale
È fresca fresca di forno - possiamo dire! - questa nuova rivista dedicata a “Pane e Cultura” (di cui vi raccontiamo qui l’esordio) che si trova da ottobre online (www.lintegralerivista.it) o in alcuni panifici italiani. Coraggiosa l’iniziativa visto il momento e forte il messaggio: uscire dai circuiti per addetti ai lavori delle riviste specializzate e tornare a considerare il pane - e guarda caso il nome “integrale” evoca diversi ambiti, da quelli legate alle scelte delle farine fino a quelli relativi a scelte etiche e politiche - un fatto di cultura non solo alimentare.
Quartiere emergente dell’anno
1- La Cala a Palermo
La Cala di Palermo è una piccola insenatura situata nel cuore della città, dalla caratteristica forma a U. Ospita ogni giorno decine di barche di piccole e medie dimensioni, oltre a diversi lounge bar e localini che ne hanno fatto un ritrovo serale molto gradito ai palermitani. Si estende dall’antica fortezza del Castello a mare fino al Foro Italico, all’altezza dell’antica chiesetta di S. Maria della Catena, oggi situata dal lato opposto della strada. Qui, via dei Cassari è come una breve vallata stretta e scattante. Un piccolo canyon che collega l’antichissimo porto della Cala al fascino sinistro di Piazza Garraffello, verso la Vucciria. Qui è il cuore del cuore del cuore del centro storico, tra edifici diroccati e recentissima riscoperta turistica. E qui troviamo il ristorante Gagini, col nuovo chef Mauricio Zillo, e anche Aja Mola, trattoria di mare contemporanea, e Bocum, tempio palermitano della mixology di respiro internazionale. E altre cose sono nate e stanno nascendo.
2- Greco a Milano
È una zona popolare a nord di Milano in piena evoluzione culturale e sociale dove Manzoni collocò la casa del suo Renzo, ne I Promessi Sposi. Greco è un quartiere ricco di suggestioni fatte di storia, letteratura e di preziosissimi angoli di verde senza tempo. Diversi i locali giovani e di livello. Qui ha aperto il suo Refettorio Ambrosiano Massimo Bottura e questa zona hanno scelto Cinzia De Lauri, Sara Nicolosi e Giulia Scialanga per aprire il loro bistrot vegetariano Altatto dopo aver frequentato insieme l’Alma ed essersi confrontate insieme nella cucina del Joia di Pietro Leemann. E poi, da qualche parte, c’è un cocktail bar segreto…
3 Corso Vittorio Emanuele a Napoli
È una delle arterie principali della città, nata con lo scopo di collegare la città bassa col Vomero: si snoda per oltre 4 chilometri da piazza Mazzini sino a via Piedigrotta, con un andamento sinuoso e per larghi tratti panoramico. Oggi è un fermento di insegne nuove e vitali, da Veritas Restaurant con lo chef Gianluca D’Agostino al George Restaurant del Grand Hotel Parker con la cucina di Domenico Candela, dal The Britannique Naples (col nuovo chef Edoardo Statico) alla vicina Salumeria Cautiero.
a cura di Giuseppe Carrus, Stefano Polacchi, Pina Sozio, Luciana Squadrilli, Massimiliano Tonelli, Annalisa Zordan
disegni di Studio Lord Z
QUESTO è NULLA...
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