Best New Bistro. La guida ai nuovi bistrot di Le Fooding
Priceless cities è lo slogan dell'ultima avventura editoriale del gruppo francese Le Fooding. Progetto finanziato da Mastercard, come esplicita il celebre claim mutuato dal gruppo delle carte di credito. E centrato su una specifica tipologia di ristorazione, seppur piuttosto fluida e suscettibile di interpretazioni differenti alle diverse latitudini del mondo: il bistrot. Partendo da Parigi – che prima del bistrot, poi della bistronomie è la patria – per estendere la ricerca ad altre tre capitali gastronomiche dei giorni nostri: Londra, New York, Città del Messico. Quindi configurando una sorta di gemellaggio intercontinentale tra città di sicuro interesse per viaggiatori in cerca di tavole dotate di grande personalità. Così il gruppo che di recente ha concretizzato la fusione con Michelin (in Bibendum) pubblica per la prima volta un prodotto editoriale che valica il confine francese. E stila la sua selezione di “nuovi bistrot”, descritti come “ristoranti pieni di vita, senza limiti e liberi di esprimere un pensiero gastronomico originale, in un contesto informale e a prezzi competitivi”.
Il concorso. La selezione dei migliori bistrot in 4 città
Sulla base di queste coordinate, all'inizio dell'estate scorsa sono stati scelti una ventina di indirizzi per ognuna delle città interessate (fondamentale che non avessero più di 18 mesi di vita), poi scremati da un panel di esperti fino a raggiungere tre insegne per città. Ma per eleggere i vincitori è stato interpellato anche il pubblico del web, chiamato a esprimere la propria preferenza con votazione anonima, fino al 25 ottobre scorso: il voto della giuria popolare, così espresso, ha contribuito alla redazione della lista definitiva al 25%.
Le Maquis. Best New Bistro di Parigi
Partendo da Parigi, la volata a tre ha coinvolto negli ultimi mesi tre realtà interessanti per motivi diversi, capaci nell'ultimo anno di rinnovare un'idea di bistronomie che si ripeteva un po' stancamente in città: Cheval d'Or, Cuisine e Le Maquis. Al terzo indirizzo è andata la vittoria, ottenuta grazie all'esperienza di due veterani (pur giovani) della bistronomie parigina, Paul Bodier e Albert Touton, che nel locale del XVIII arrondissement sono riusciti a trovare l'equilibrio giusto tra pulizia d'esecuzione, semplicità e ricchezza di gusto, originalità di pensiero.
Saint Julivert Fisherie. Best New Bistro di New York
A New York, invece, si partiva da tre finalisti molto diversi tra loro: l'eleganza informale di Crown Shy al Financial District, la moderna cucina indiana di Adda nel Queens, la proposta di mare della Saint Julivert Fisherie a Cobble Hill (Brooklyn). La scelta è caduta sulla tavola di Brooklyn specializzata in piccoli assaggi di mare (l'ispirazione punta sul tapas bar, ma lontano da interpretazioni pedisseque), ideata da Alex Raji ed Eder Montero, coppia nella vita e sul lavoro. Un'idea di bistrot per certi versi molto europea. Perché la mela non cade mai troppo lontano dall'albero.
Expendio de maiz sin nombre. Best New Bistro di Città del Messico
Tipicamente messicana, invece, seppur con approccio moderno alla tradizione, è l'esperienza da non perdere a Città del Messico; Expendio de maiz sin nombre è una tavola dedicata allo scoperta del mais e delle sue origini. Non c'è menu, ma una sequenza di piatti che escono dalla cucina a vista, tutti a base di mais, in uno spazio che fa della convivialità la sua cifra più caratteristica. Gli altri finalisti, e le tavole incluse nella prima selezione, sono comunque descritti con dovizia di particolari e consigli in stile Fooding sul sito dedicato al progetto, che nasce e si concretizza online.
Mao Chow e Tayer+Elementary: pari merito a Londra
Rientrando in Europa, Londra si segnala con un pari merito: dell'iniziale trio di finalisti vincono Mao Chow e Tayer+Elementary (resta fuori per un soffio Bright). Il primo è espressione dell'originale approccio vegano alla moderna cucina cinese di Julian Denis, in Mare street; il secondo è il cocktail bar con cucina ideato da un collettivo di bartender – Alex Kratena e Monica Berg – e chef di talento (Zijun Meng e Ana Goncalves). Che sia legittimo sperare nell'ingresso di qualche città italiana per la prossima edizione?