Storia dell'enoteca dei re inglesi dove si nascose Napoleone III, a due passi da Buckingham Palace

31 Mag 2024, 16:46 | a cura di
Dal King’s Ginger dedicato a Edoardo VII al Gin n. 3 che indica un civico sulla St. James Street, ecco la storia del più antico wine merchant di Londra, che riforniva Churchill di Champagne e che fece salire sulla bilancia Lord Byron

Dal n.3 di St. James Street a Buckingham Palace ci vogliono soltanto nove minuti a piedi e tre di macchina. Ma non è solo questo il motivo per cui la Berry Bros. & Rudd ha appena riottenuto il mandato reale della Corona inglese, come fornitore ufficiale della Casa Reale. Il più antico wine merchant di Londra vanta il Royal Warrant dai tempi di Giorgio III. «Un'onorificenza che deve essere accordato ogni volta che cambia il regnante. Siamo, quindi, onorati che anche Carlo III ci abbia scelti», dice con soddisfazione il global commercial director Luigi Barzini, all’indomani della notizia.

Il King’s Ginger e i legami con la Casa Reale

Il percorso verso il Palazzo Reale viene fatto ogni settimana da un furgoncino che dal negozio parte per recapitare le forniture di vino alla residenza del Re. Ad occuparsi degli ordini - che riguardano principalmente i banchetti ufficiali - è direttamente la chairman di Berry Bros. & Rudd, Lizzy Rudd. Top secret la lista delle etichette, ma per lo più si tratta di referenze francesi, ça va sans dire. Quel che è certo è che non manca mai il King’s Ginger, uno dei tre unici prodotti creati proprio al numero 3 di St. James Street a inizio secolo per Re Edoardo VII. «Patito di automobili, il Sovrano girava su St. James Street con la sua decappottabile anche in pieno inverno - ci racconta Barzini - Il medico reale, preoccupato per la sua salute, chiese, quindi, alla Berry Bros. & Rudd una ricetta apposta per lui. Ed ecco che dalla lenta macerazione della radice di zenzero nacque questa originale bevanda dal gusto rinfrescante. Un vero tonico, ancora oggi bevuto da quasi tutti i discendenti di Edoardo. Anche dal principe Harry».

Le cantine sotterranee rifugio di Napoleone III

A parte i regnanti – che ogni anno sono soliti far visita al locale per una cena con tutto lo staff della Berry Bros. & Rudd – si può affermare che dal civico numero 3 ci sia praticamente passata la storia, a partire da quel lontano 1698, in cui la compagnia – dapprima una vera e propria drogheria – fu fondata da una donna: la vedova Bourne. «Non possiamo immaginare come fosse vivere nella Londra del 1698 – racconta Lizzy Rudd – quando il palazzo dall’altra parte di St. James era diventato la sede del Re e della Corte e, tra tutti i beni di lusso importati dalla vedova Bourne, il caffè, ancora prima del vino, era quello più di moda. Anche il piccolo negozio doveva essere invitante: i curiosi venivano a vedere le mercanzie esotiche e l’aria speziata era senza dubbio condita anche dai pettegolezzi. Col tempo divenne addirittura di moda farsi pesare sulla gigantesca bilancia del negozio».

Tra i nomi illustri saliti su quella bilancia, ancora in bella mostra all’ingresso del locale, ci furono il poeta Lord Byron e il primo dandy del Regno Unito Beau Brummell. I loro pesi sono riportati sui registri d’epoca gelosamente conservati in negozio. Le cantine sotterranee, invece, fecero da rifugio a Napoleone III (amico del proprietario George Berry) negli anni dell’esilio: era qui dava appuntamenti segreti in vista dello sfortunato colpo di Stato del 1840. Nel registro delle presenze illustri ne manca, però, una di peso: Winston Churchill che, tuttavia, cominciò a bere con una certa regolarità il cognac della casa che gli veniva recapitato ad ogni compleanno. Una lettera custodita in negozio mostra poi la sua devozione per lo Champagne, in particolare per il Pol Roger, di cui aveva chiesto alla Berry Bros. di procurarsi tutta l’annata 1921 a disposizione.

Il presente del gruppo

Oggi nelle cantine sotterranee del locale storico c’è un tesoretto di 12mila vini di lusso di proprietà delle due famiglie – Berry Bros. e Rudd – ancora detentori del marchio. Oltre alla vendita al dettaglio, l’azienda si occupa di aiutare i collezionisti di vini e liquori pregiati a costruire e gestire le loro cantine, fornendo loro anche il servizio di stoccaggio. Ma per chi capitasse da queste parti, oltre a visitare i locali storici e prenotare una degustazione, è possibile anche fare acquisti lungo la strada, all'angolo con Pall Mall, dove solo pochi mesi fa la società ha aperto un imponente negozio di superalcolici, che si affianca a quello di vini. Nei suoi 326 anni di storia, Berry Bros. & Rudd, che a mano a mano ha lasciato il caffè, per specializzarsi in vino e liquori, ha imbottigliato a suo marchio vari alcolici provenienti da tutto il mondo (Italia compresa), ma ha creato solo tre ricette esclusive diventate iconiche. Oltre al King’s Ginger di cui si è già detto, il Cutty Sark, uno dei più popolari scotch negli Stati Uniti del XX secolo. Il superalcolico, famoso per l’etichetta gialla e l’icona di una nave a vele spiegate (la Cutty Sarke Tea Clipper, appunto) è rimasto proprietà dell'azienda Berry Bros. & Rudd, fino al 2010. Oggi fa parte del gruppo francese La Martiniquaise.

Il Gin che riporta al civico n.3

La ricetta più recente è, invece, quella del Gin N.3, le cui botaniche provengono da tutto il mondo: il ginepro dall’Italia, il coriandolo dalla Bulgaria, la Radice di Angelica dalla Polonia, le bucce di arancia dalla Spagna, le bucce di pompelmo dall’Uruguay e il cardamomo dal Guatemala. Lanciato sul mercato 12 anni fa, è stato per quattro volte il miglior gin al mondo dell'International Spirits Challenge. In Italia è distribuito da Pallini. Non sfuggirà quel 3 del nome che ci riconduce proprio al civico della Berry Bros. & Rudd, mentre la chiave in rilievo sulla bottiglia ci riporta all’inizio della storia: l’antica chiave (l’originale è custodita nei locali storici) che apriva il caveau della vedova Bourne. L'accesso segreto ad un pezzo di quella vecchia Londra che continua a custodire segreti e tramandare leggende.

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