Il Cava, spumante spagnolo ottenuto col metodo classico, si arricchisce di una nuova sfumatura territoriale che potrà trovare presto uno spazio ufficiale in etichetta. Quella dell'area di Requena, in provincia di Valencia. Ma lo fa al prezzo di una durissima battaglia legale, protrattasi per ben quattro anni. «Valencia es Cava», scrivevano i produttori di bollicine già nel 2017, rivendicando un diritto e un'identità territoriale che ora il Tribunale supremo spagnolo ha finalmente riconosciuto. A uscire sconfitto nella vicenda è stato proprio il Consorzio di tutela della denominazione Cava (Consejo regulador de la Do Cava), guidato principalmente dai produttori della vicina Catalogna. Il risultato è che a partire dal 2024 anche le imprese che risiedono nel territorio di Requena potranno promuovere, nero su bianco col termine «Cava de Requena», l'appartenenza come sottozona alla famiglia del Cava, denominazione spumantistica che nel 2022 ha toccato quota 250 milioni di bottiglie vendute, con un export vicino al 70 per cento.
Una disputa di oltre quattro anni
La disputa ebbe inizio diversi anni fa dopo la decisione di assegnare dei nomi specifici alle diverse aree e sottozone di produzione dello spumante all'interno della Denominazione d'origine Cava, di cui fanno parte le comunità autonome spagnole Comtats de Barcelona, Valle del Ebro e Viñedos de Almendralejo. Il problema si presentò coi produttori di Requena, comune e area alto-collinare interna della provincia di Valencia, su cui il Consorzio pose il veto. Il motivo era la possibile confusione con il nome dei vini di un'altra Denominazione, la Utiel-Requena (31 milioni di bottiglie in 30mila ettari). Una tesi che, però, non è stata accettata dai giudici supremi spagnoli, che con la recente sentenza hanno messo la parola fine alla questione, dichiarando che non è possibile confondere il nome della sottozona Requena con la Do Utiel-Requena.
Le vecchie rivalità tra Valencia e Barcellona
L'associazione dei produttori del Cava de Requena ha esultato per la recente vittoria nei confronti di un Consorzio che parla per lo più catalano, spiegando che il riconoscimento premia uno sforzo di oltre 40 anni da parte della filiera valenciana. Non solo: la decisione del tribunale di dare il via libera al Requena dal 2024 cade in un periodo strategico per la promozione del vino, come quello natalizio. Il cammino non è stato per niente agevole, dal momento che Valencia ha dovuto lottare, sempre a suon di ricorsi in tribunale, dapprima per ottenere il diritto a entrare far parte della famiglia della Do Cava (attualmente i vini di Requena sono inseriti nella zona Altos de levante), scontrandosi anche coi tentativi dei catalani di limitare, sempre in seno al Consorzio, l'impianto di nuovi vigneti. Ora, grazie anche al fatto che un rappresentante dei viticoltori di Requena ha trovato un posto nel consiglio di amministrazione del Consejo regulador de la Do Cava, l'auspicio è che questo territorio orientale, particolarmente indicato per produrre spumanti di qualità, sia visto come risorsa e non come un concorrente interno.
L'articolo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 30 novembre 2023
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