Il premio. Come e perché
Li avevamo lasciati quattro mesi fa, tutti insieme al Basque Culinary Center di San Sebastian per la fotografia di rito che battezzava un nuovo, ambizioso progetto. In linea con i tempi che corrono, ora che allo chef è richiesto uno sforzo in più per gettare l'amo oltre la trincea del suo ristorante, il Basque Culinary World Prize nasceva con l'intento di premiare la personalità che meglio sapesse interpretare questa “missione”, conciliando l'indubbio talento culinario con un impegno concreto per migliorare il mondo. Come? Lontano dal clamore e senza ammantarsi del ruolo di guru della solidarietà, e piuttosto sporcandosi le mani per stimolare cooperazione, innovazione, creatività e tutte le risorse necessarie per portare un messaggio di forza e speranza nelle situazioni più estreme. Insomma, un tentativo di apporre il sigillo sulla riflessione – troppo spesso sterile – che dello chef etico fa un eroe dei tempi moderni. Alla commissione internazionale di nomi d'eccellenza–presieduta da Elena Arzak, insieme a molti esperti di storia e cultura gastronomica, incluso il professor Massimo Montanari – il compito di individuare i profili più adatti per competere al premio (in denaro, per la somma di 100mila euro da spendere in progetti sociali), che sarà assegnato il prossimo 11 luglio e poi celebrato in occasione della cerimonia ufficiale dopo l'estate.
I 20 finalisti. Alajmo con Il Gusto per la Ricerca
Intanto però, da pochi minuti, il Basque Culinary Center ha rivelato i 20 finalisti selezionati per contendersi il riconoscimento dopo una prima scrematura che ha scandagliato 110 candidati che in tutto il mondo (da 30 diversi Paesi) si distinguono per l'impegno profuso in progetti di ricerca, didattici, sostenibili, culturali o sociali, nominati per concorrere da colleghi e addetti ai lavori. Al lavoro della commissione, riunita nella città basca di Vitoria, seguirà il confronto finale tra i membri più influenti del Basque Culinary Center - Gaston Acurio, Ferran Adrià, Alex Atala, Dan Barber, Heston Blumenthal, Massimo Bottura, Michel Bras, Yukio Hattori, Enrique Olvera, Renè Redzepi,Joan Roca, Alice Waters e molti altri – per decretare il vincitore. Gli chef individuati rappresentano diversi Paesi del mondo: Brasile, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Francia, India, Messico, Paesi Passi, Sudafrica, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Venezuela... E Italia.
A tenere alta la bandiera tricolore dell'impegno solidale c'è Massimiliano Alajmo, che la candidatura se l'è guadagnata per l'impegno profuso negli ultimi anni nel progetto Il Gusto per la Ricerca, a sostegno della ricerca per contrastare le neoplasie infantili. E recentemente si è speso per l'iniziativa Tavoli Trasparenti, coinvolgendo più di 300 ristoratori per finanziare la causa. Ma il progetto dello chef padovano è solo uno dei tanti meritevoli in lizza. Ne abbiamo selezionato qualcuno per raccontarlo con poche parole. A seguire l'elenco dei 20 finalisti.
Daniel Boulud: Il decano della cucina francese in territorio newyorkese dirige il progetto CityMeals on Wheels per garantire a persone disagiate e senzatetto un pasto caldo. Chefs Deliver è la costola – più frivola - nata per fornire a chi non potrebbe permetterselo uno chef a domicilio che faccia riscoprire a tutti il piacere della buona tavola.
Angel Leon: Lo chef spagnolo di Aponiente persegue da anni una ricerca gastronomica che esplora le risorse del mare per valicare nuove frontiere della commestibilità. Celebri le sue sperimentazioni con il plancton
Alberto Crisci: Il nome tradisce le origini italiane, ma lo chef è impegnato sul suolo del Regno Unito con il progetto The Clink, che ha reso possibile l'apertura di ristoranti fine dining in quattro istituti penitenziari inglesi. In cucina e sala i detenuti a cui è offerta un'importante possibilità di riscatto sociale.
Ann Cooper: Si impegna ogni giorno per contrastare la piaga dell'obesità infantile made in USA la chef americana che ha fornito a molte scuole del Paese gli strumenti e le nozioni necessarie per migliorare i pasti in mensa. Prodotti freschi, basso contenuto di grassi e molto gusto.
David Hertz: In Brasile lo chef è noto per l'impegno decennale profuso nel progetto Gastromotiva: dalle favelas di Rio de Janeiro ai quartieri poveri di Bahia e San Paolo, l'iniziativa offre formazione professionale in cucina per ambire a un futuro migliore.
Gabriel Garza: Si rivolge ai non vedenti il progetto ideato dallo chef messicano, Destellos de Sabor, per insegnare loro a cucinare e rendersi autonomi in casa, come nel mondo del lavoro.
Joshna Maharaj: Canadese, di origini indiane, la chef ha avviato un programma per ripensare il cibo servito ai pazienti negli ospedali, in favore di freschezza, leggerezza e rispetto delle proprietà nutritive.
Maria Fernanda Di Giacobbe: Nonostante la crisi che ha colpito duramente il Venezuela, la chef continua a sostenere il progetto Kakao, supportando i produttori locali di cacao e aiutando le donne che vogliono intraprendere un percorso imprenditoriale nel settore.
I 20 finalisti:
Massimiliano Alajmo
Alberto Crisci
Alicia Gironella
Angel Leon
Ann Cooper
Carlos Zamora
Daniel Boulud
David Hertz
Gabriel Garza
Jessamyn Rodriguez
Josè Andres
Joshna Mahraj
Kamilla Seidler
Leonor Espinosa
Manoela Buffara
Margot Janse
Maria Fernanda Di Giacobbe
Nani Moré
Rodolfo Guzman
Teresa Corcao
a cura di Livia Montagnoli