Quando nel 1982 nelle sale cinematografiche usciva Blade Runner, epico film di Ridley Scott ambientato in una distopica Los Angeles nel 2019 (tratto dal romanzo di Philip Dick del 1968) era la prima volta che scoprivamo un mondo popolato da androidi dotati di intelligenza artificiale. Quarant'anni più tardi il mondo reale vede avverarsi le predizioni fantascientifiche di Philip Dick con la nascita di Chat GPT, il chatbot che consente di dialogare in tempo reale con l'intelligenza artificiale per rispondere a qualsiasi quesito: dalla creazione di una ricetta a una ricerca universitaria fino alla scrittura di un verso poetico.
Una rivoluzione che rilancia uno storico interrogativo: l'innovazione tecnico-scientifica è una minaccia per gli esseri umani? Vincerà la macchina, la mente dell'uomo o è possibile sviluppare una relazione di mutua assistenza?
La sfida tra bartender e AI
Mattia Pastori di Nonsolococktails, agenzia italiana di servizi integrati nel mondo dell'ospitalità con focus specifico nella mixology, ha deciso di approfondire la dinamica sull'uso dell'AI nel mondo della miscelazione mettendo a confronto, durante un focus group, la creatività di Chat GPT con quella di un professionista del bere, per analizzare la dicotomia uomo-macchina e sfidare gli ospiti stampa presenti all'evento a scoprire cosa deriva dalla mente umana e cosa invece è frutto di una mente artificiale.
"Abbiamo voluto realizzare questo focus group perché, in quanto specialisti dell'ospitalità, non potevamo ignorare un macro argomento come l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel nostro lavoro." spiega Mattia Pastori. E poi continua sulla questione dibattuta tra uomo e macchina: "Ma solo la mano e la mente di un bartender possono rendere interessante e originale una creazione. Chat GPT infatti non dispone di skills tecniche e della capacità di analisi sull'intero scenario di riferimento. E ancora più importante, la macchina non potrà mai sostituire il legame fondamentale che si crea fra il barman e il suo cliente, la capacità di interpretare i suoi gusti, le sue aspettative e le sue abitudini, miscelandole nel cocktail perfetto per ogni interlocutore."
Uomo VS Intelligenza artificiale: l'esperimento
Al focus group del 13 luglio nello spazio di Nonsolocokatils a Milano è stata lanciata la sfida tra Chat GPT e bartender, con la partecipazione speciale di Andrea Maugeri, Bar Manager dell'esclusivo 10_11 (ten eleven), casual dining del nuovo hotel – destinazione Portrait Milano, di proprietà della Famiglia Ferragamo.
All'evento, un campione di professionisti della stampa di settore food&beverage ha preso parte all'esperimento e degustato le diverse creazioni realizzate. Gli ospiti sono stati suddivisi in 3 gruppi, ognuno dei quali aveva a disposizione 4 urne dalle quali pescare altrettante parole ispirate ad aspetti rappresentativi di un cocktail, ovvero:
· Tasso alcolometrico
· Gusto
· Tema/contesto
· Categoria/dose di servizio
Attraverso le 4 parole estratte il gruppo ha poi composto una frase da sottoporre a Chat GPT con la richiesta di crearne una ricetta per un cocktail. Il risultato è stato poi elaborato seguendo due differenti strade: la prima con una preparazione letterale delle indicazioni dettate dal chatbot, e la seconda attraverso una rivisitazione creativa del Bar Manager Maugeri, che ha aggiunto il suo tocco personale rispetto alle guidelines ricevute.
Cocktail oggetto del focus group: un esempio
Il focus group ha realizzato vari esperimenti, qui ve ne riportiamo uno:
Esperimento 1: Ispirazione vintage al gusto umami
Parole estratte: Cocktail vintage, dal gusto umami, servito in coppa Martini, analcolico.
Risposta Chat GPT
Un cocktail vintage dal gusto umami servito in coppa Martini analcolico potrebbe essere un'opzione come il "Virgin Mary Martini" che combina il sapore umami del pomodoro con ingredienti alcolici come succo di pomodoro, succo di limone, salsa Worcestershire, salsa di peperoncino e condimenti vari.
Ricetta Chat GPT
90 ml di succo di pomodoro
15 ml di succo di limone fresco
1 cucchiaino di salsa Worcestershire
1 cucchiaino di salsa di peperoncino
Sale e pepe q.b. per condire
Cubetti di ghiaccio
Mescolare tutti gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio e quindi versare il cocktail in una coppa Martini. Guarnire a piacere con una fetta di limone o un gambo di sedano.
Ricetta Bar Manager Andrea Maugeri
2,5 cl succo di pomodoro
1 cl aceto di mele
1,5 cl zucchero
5 foglie basilico
Pepe
Considerazioni finali esperimento 1
La richiesta di realizzare un cocktail vintage con sapore umami, ha spinto sia AI che bartender nella direzione di realizzare esperimenti sul Virgin Bloody Mary, cocktail dall’aura leggendaria con protagonista il succo di pomodoro. Una ricetta che non incontra facilmente il gusto del grande pubblico e anche questo focus group non ha fatto eccezione: il drink non è riuscito a conquistare il palato della stampa presente. Tra le due proposte però ha vinto la versione firmata da Andrea Maugeri, ispirata a una sorta di "pizza liquida" che è stata giudicata di maggior complessità e ricercatezza, grazie all'aggiunta del fattore umano che ha saputo stemperare l'acidità del pomodoro e regalare equilibrio al risultato finale.
Bartender vs. AI: il responso
"La differenza tra le preparazioni realizzate durante il focus group è data dal cuore del bartender" – Andrea Maugeri, Bar Manager
Partendo da questa affermazione di Andrea Maugeri, special guest dell'esperimento, si possono evincere le prime considerazioni su ciò che rende diverso il metodo di lavoro tra Chat GPT e un professionista del bere, ovvero la tecnica, l'esperienza sul campo, la passione e la capacità di analisi di molteplici aspetti da considerare durante la preparazione di un drink, come l’orario di servizio, i gusti del cliente, i trend di settore e l'evoluzione del gusto.
Ciò che invece è emerso di positivo sull'uso di Chat GPT a servizio del mondo mixology è la sua netta superiorità rispetto a una ricerca standard su Google, grazie alla sua capacità di assemblare informazioni da molteplici fonti in contemporanea e di offrire risposte sempre più specifiche in base alle richieste, cosa che la rende un ottimo alleato per ottenere suggerimenti di preparazione partendo da un determinato argomento. Da quel punto in poi sta alla sensibilità e alla creatività del mixologist compiere i passi successivi per realizzare un cocktail di qualità e ricercato.
L'intelligenza artificiale infatti agisce molto bene sul fornire informazioni di base, offre una sorta di tavolozza di colori che deve poi trovare il suo senso espressivo attraverso l'estro del professionista (umano).
Ciò che l'AI non potrà mai sostituire è la relazione tra il barman e il suo cliente, la capacità di interpretare umori, desideri e aspettative che allietano i momenti trascorsi al bancone del bar.