Tredici furti, una rapina, 46mila euro di danni. Sono questi i numeri che stanno accompagnando, da oltre un anno, Gian Marco Goldoni, barman e ristoratore del locale In Vino Veritas di Modena che a gennaio, dopo l’ennesimo episodio di vandalismo e violenza, ha deciso di fare un gesto emblematico per chiedere aiuto.
Era il 23 gennaio scorso e in un post pubblico sul suo profilo Facebook scriveva: «Domani dalle 00.30 fino a chiusura offro un gin tonic a chiunque abbia voglia di farmi compagnia fino a che non chiudo il locale. Dopo l’avventura di questa sera ho deciso di non chiedere più aiuto a queste finte e inutili istituzioni piene di persone incapaci, ma chiedo aiuto a tutti, a chi ha voglia di perdere un’oretta per aiutare un ragazzo di 33 anni che si sta ammazzando sia fisicamente che a livello monetario».
A quell’appello ha risposto «una marea di gente, non so, almeno seicento persone da tutta Italia: Roma, Torino, L’Aquila», racconta Gian Marco Goldoni e poi continua: «Ho offerto parecchi gin tonic (sorride, ndr.), ma alla fine hanno voluto tutti pagare, io volevo offrire ma nessuno se n’è approfittato. E io ho fatto un prezzo di riguardo». Gente di ogni genere e di tutte l’età: «Dai 20 ai 90 anni, chiunque», sottolinea Goldoni.
I furti subìti da Gian Marco Goldoni: l’antefatto
Il barman modenese racconta di aver subito tutto questo nell’arco di un anno, l’ultimo episodio a gennaio dove ha visto tirar fuori una pistola: «Io in genere faccio chiusura da solo, mando a casa i ragazzi prima (dipendenti, ndr): facciamo 15 ore di apertura mi sembra giusto che, essendo il titolare, faccia io la chiusura», spiega Goldoni, e di quello che ha subìto dice: «Una volta sono entrati, altre volte il locale era chiuso, due volte mi hanno seguito fino a casa. Mi hanno rotto quattro volte la vetrina, sei volte una finestra, una volta l’inferriata. Non rubavano alcolici, ho anche bottiglie di Champagne da 6mila euro e le ignoravano, invece rubavano 20 euro dal fondo cassa, persino le monetine. Sono stupidate da ignoranti, non sono ladri».

Gian Marco Goldoni dice di non conoscere personalmente chi lo aggredisce, ma sostiene che: «Sono baby gang, come le chiamano adesso, sempre le stesse facciotte che vedevo in piazza tutti i giorni. Dalle immagini delle telecamere mi sembrano giovani, nord africani. A Modena in tutto il 2023, soprattutto da marzo e aprile, sono arrivati una marea di ragazzini extracomunitari e la situazione in città è diventata poco gestibile tra accoltellamenti, risse, furti nei locali».
Nell’arco di oltre un anno Goldoni ha sempre parlato, chiesto aiuto ma senza ottenere risultati entrando nel mirino dei delinquenti: «Io ho un problema: non sto zitto, quando passano e sputano per terra nel locale, ad esempio, io dico quello che penso o mi arrabbio. Ci hanno puntato perché forse dovrei imparare a stare zitto, ma credo che il rispetto sia alla base della vita e appena chiudo provano a fare dei danni».
La situazione adesso in piazza Roma a Modena
Adesso la sua voce ha trovato ascolto: «Dopo un anno che chiedevo un incontro con il sindaco, l’ho incontrato per strada, ci ho parlato e ho spiegato che la situazione non è solo mia, ma di tutti. Ora hanno capito e da tre settimane pattugliano la zona e la gente delinquente si allontana».
In Vino Veritas, il locale di Goldoni, è noto in città: si trova in una delle piazze centrali, piazza Roma, di fronte a una delle accademie militari più grandi d’Europa. Con dodici dipendenti, Goldoni gestisce un’attività di 70mq interni e 100mq esterni che è wine bar, ristorante, gineria e tequileria.

Quando sembra filare tuto liscio, arriva un altro problema, viene richiesto lo sgombero del dehor da parte del Comune e Goldoni dice: «Avendo sponsorizzato male la città il sindaco si è un po’ accanito e diciamo che per punizione, posso dirlo? Mi vogliono togliere il dehor tant’è che poi il Tar ha sospeso la pena perché non è appropriata ai miei errori».