A Bari nessuno è straniero. Recita così il vecchio detto popolare, ma il problema dell’overtourism, delle città soffocate dal grande flusso di viaggiatori, è reale e causa più di un grattacapo ad attività e albergatori delle zone più gettonate. A Bari vecchia, per esempio, è diventato difficile persino acquistare un pezzo di focaccia. Le lamentele sono arrivate, come sempre, via social: a fine agosto, Telebari aveva fatto un sondaggio sull’aumento di turismi stranieri in città, una salvezza per la stagione 2024, considerando il calo delle presenze italiane. I commenti non si sono fatti attendere: «Questo è il turismo di massa che porta inquinamento, rialzo dei prezzi immondizia» ha scritto un utente, seguito da un «Bari è dei baresi, non del turismo di massa». Telebari ha ricevuto poi delle segnalazioni da parte dei residenti sulle lunghe code di fronte al panificio: specialmente nei forni di Bari vecchia, dove sembra impossibile acquistare un pezzo della tradizionale focaccia.
L'opinione pubblica divisa a metà
I barivecchiani parlano anche di mezza giornata in fila di fronte al panificio, un’attesa fin troppo lunga che, unita all’aumento dei prezzi, scoraggia molti ad acquistare la specialità locale. Un secondo servizio di Telebari, però, ha mostrato l'altra faccia dell'opinione pubblica: il costo della cosiddetta ruota è sì aumentato, ma si aggira attorno ai 3 euro, che per i baresi intervistati è ancora un prezzo «accessibile». Gli stranieri? Meglio che ci siano, «non tolgono niente a nessuno» dice una signora fermata in strada, «è un po’ come quando vai in un supermercato: se trovi gente, devi aspettare». La fila può essere lunga, ma non dura intere ore: le persone in coda al panificio riprese dalla telecamera stanno attendendo il proprio turno da una ventina di minuti, un tempo consistente ma comunque accettabile.
Su un punto sono tutti d’accordo: per la focaccia vale la pena aspettare. «Chi viene a Bari e non vede San Nicola e non mangia la focaccia, non è stato davvero a Bari».