Poche istantanee sono impresse nell'immaginario comune italiano come quelle dei lauti pasti consumati in spiaggia, sotto l'ombrellone, seguite dalle successive ed interminabili tre ore di attesa prima di rituffarsi in mare. Un'usanza che, tuttavia, negli anni ha dovuto fare i conti con divieti imposti dai gestori di stabilimenti balneari riguardo la possibilità di portare bibite e generi alimentari da casa, anziché acquistarli presso la struttura.
I casi di Bacoli, Ischitella e Gallipoli
Due anni fa a Bacoli, in Campania, si era arrivati alle perquisizioni delle borse dei clienti di uno stabilimento per essere certi che non contenessero alcun alimento. Di appena qualche giorno fa, invece, la notizia dell'accesso inizialmente negato ad una mamma presso uno stabilimento a Gallipoli. La sua colpa? Avere con sé una borsa frigo. Solo dopo avere spiegato che essa conteneva prodotti senza glutine per la figlia celiaca di dieci anni le è stato permesso l'ingresso. Un episodio molto simile a quello denunciato da un'altra donna, che in questo caso voleva recarsi presso uno stabilimento di Ischitella a Castel Volturno.
L'intervento della Federconsumatori
Sul caso Gallipoli è intervenuta la Federconsumatori, evidenziando come le segnalazioni su questo «nuovo strano divieto spuntato nei lidi pugliesi» siano tutt'altro che isolate, spiegando come «ogni anno» aumentino «le stranezze e la prepotenza di alcuni gestori, che pur di lucrare, persino su cibo e bevande, hanno imposto questo assurdo divieto, che è del tutto illegittimo».
Mangiare in spiaggia è sempre consentito
Come già riportato dal Gambero Rosso in un vademecum su ciò che si può e non si può fare in spiaggia, consumare cibi sotto l'ombrellone è sempre legittimo. A confermarlo è la stessa associazione dei consumatori, chiamando in causa l'ordinanza balneare 2024 della Regione Puglia che stabilisce come sia «consentito, sulle spiagge e sulle aree demaniali, introdurre alimenti e bevande per il consumo proprio e/o dispositivi medici di emergenza negli opportuni contenitori (es. borse termiche), nonché consumare alimenti/bevande anche se non acquistati in loco».
La concessione riguarda solo i «servizi spiaggia»
Un concetto ribadito all'Adnkronos da Martina Donini, presidente nazionale dell'Unione per la difesa dei consumatori (Udicon), che ha definito «sconcertante constatare come alcuni gestori di stabilimenti balneari continuino a imporre divieti illegittimi». A farle eco Massimiliano Dona, presidente dell'Associazione nazionale consumatori, che ricordava come «giuridicamente la concessione demaniale riguarda i 'servizi spiaggia' (lettini e ombrelloni) e non la ristorazione. Dunque non possiamo essere obbligati ad utilizzare il bar/ristorante del lido. A condizione di rispettare però il decoro del luogo, quindi una enorme borsa frigo potrebbe essere un problema».
Lo sciopero dei balneari
L'altra campana, ovvero quella dei balneari dal canto suo ha indetto uno sciopero per venerdì 9 agosto che vedrà gli stabilimenti aderenti all'iniziativa aprire alle 10 della mattina invece che alle canoniche 8. Il cosiddetto "sciopero degli ombrelloni" si rifà all'annosa questione delle concessioni e alle relative gare di assegnazione che dovrebbero tenersi a partire dal prossimo anno ma, secondo le associazioni di categoria – ovvero la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), l’associazione della Confcommercio che rappresenta le imprese del turismo, e la Federazione sindacale della Confesercenti, che rappresenta i balneari – mancherebbe di criteri nazionali, con conseguenti disparità di trattamento tra una località e l'altra.