Con le temperature che iniziano a scendere, sale la voglia di prodotti stagionali. In autunno la spesa però si fa più cara. A pesare sono la crescita dei costi di produzione registrati nell'ultimo anno, come anche quelli del packaging. Se l'abbassamento delle temperature favorisce il consumo di prodotti stagionali, il maltempo invece crea problemi. La crescita e disponibilità dei prodotti autunnali è fortemente influenzata dalle condizioni meteo.
Frutta più cara
Fra i prodotti autunnali, fra i più cari ci sono storicamente i tartufi (anche se l'abbondanza dovuta alle piogge ha comportato un abbassamento del prezzo di quello bianco quest'anno), l'uva da tavola e melograni. Il record della frutta più cara lo detengono i gettonatissimi cachi che a +30% segnano l’aumento più alto nei listini. A dirlo è la Borsa della Spesa di questa settimana, realizzata da Borsa Merci Telematica Italiana, in collaborazione con Italmercati e Unioncamere.
Si regista anche la crescita del consumo di castagne nonostante i rincari del 15%. La mancanza di piogge nel cuneese ad ottobre, infatti, ha determinato un rallentamento nella crescita del frutto, con una riduzione nelle quantità ma non nella dimensione. Nelle regioni settentrionali, la produzione è regolare ma con un prodotto di pezzatura più piccola. La poca disponibilità ha portato ad un aumento del prezzo medio per il calibro piccolo che va da 3,50 a 4,30 euro/kg mentre per il calibro grande si parte da 4,80 fino ad arrivare a 5 euro/kg.
È il momento giusto per comprare le mele con prezzi che vanno da 1,50 a 1,70 euro/kg, benissimo le mele di montagna italiane, con la comparsa anche della varietà Renetta; in aumento anche i quantitativi della Annurca campana. Non vanno bene le pere, invece: le gelate primaverili in Emilia-Romagna hanno tagliato la produzione, facendo lievitare molto il prezzo della varietà Abate che da 2,50 sale a 3 euro al chilo.
Il rincaro degli ortaggi autunnali
Subiscono un aumento anche le quotazioni degli ortaggi di stagione come il cavolfiore bianco, che segna +25% rispetto al 2022, e le zucche che fra Halloween e i menù d’autunno, al mercato ortofrutticolo crescono: la varietà Violina si vende sui 0,90 euro/Kg; in rialzo del 12% la Moscata di Provenza intorno a 0,67 euro/Kg, e la zucca tonda Delica anche in leggero aumento, con prezzi intorno 1,23 euro/Kg.
Lo zafferano è la spezia più costosa
Sono solo tre – se va bene cinque – i preziosissimi stimmi di colore rosso-arancione che vanno essiccati per ricavare il costoso ingrediente. Lo zafferano, raccolto in autunno, è la spezia più cara. Questo è dovuto principalmente alle cure che necessita la sua coltivazione (si raccoglie solo una volta l'anno e solo all'alba, prima che il fiore, il Crocus sativus, apra i suoi petali), alla manodopera specializzata, e alla bassissima resa delle piante. Lo zafferano essiccato, usato in cucina, pasticceria e gelateria, ma anche per la cosmesi e la farmaceutica, sul mercato costa circa 30 euro al grammo.
La raccolta è in corso, inizia a fine ottobre e prosegue per tutto novembre. In Abruzzo lo zafferano di L'Aquila vanta una DOP che comprende 13 comuni, ma è un prodotto presente anche nel basso Lazio, in Toscana, e in Sardegna: una geografia che spesso coincide con quella del tartufo nero. "Il costo di questa spezia rara è elevato perché per produrre un chilogrammo di zafferano in fili sono necessari circa 100mila fiori e oltre 420 ore di manodopera", dice all'Ansa Sonia Fiucci, presidente dell'associazione "Vie dello zafferano".
In Italia il meteo fino ad ora ha significato una buona crescita dei prodotti stagionali, senza particolari problemi di maltempo. Bisognerà vedere adesso quali strascichi ci saranno nelle campagne dopo le piogge e inondazioni dell'anticiclone Cairan dei giorni passati.