In Germania è guerra all'italian sounding
Si svolge a Berlino, in questi giorni, il principale Salone dell'ortofrutta a livello mondiale: Fruit Logistica. Occasione in più per ritrovarsi e sostenere il made in Italy, con la complicità di Fiera Milano, che nella capitale tedesca è arrivata per presentare i progetti futuri e organizzare un incontro presso l'Ambasciata d'Italia, coinvolgendo Confagricoltura a l'Associazione Italian Sounding sulla necessità di promuovere la filiera agroalimentare italiana e difendere l'autenticità dei prodotti made in Italy. Al primo obiettivo faranno capo, nel 2017, due appuntamenti importanti del calendario fieristico milanese come TuttoFood (fiera internazionale del food & beverage) e Fruit Innovation (concentrata sul comparto ortofrutticolo), che si svolgeranno in contemporanea dall'8 all'11 maggio. Ma l'incontro officiato dall'ambasciatore Pietro Benassi, alla presenza di tanti autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale ed economico, ha avuto anche il merito di approfondire l'impegno dell'Associazione Italian Sounding, alla soglia del suo primo compleanno. È spettato a Giandomenico Consalvo, presidente dell'associazione e vicepresidente di Confagricoltura, presentare i risultati dell'ultimo anno di lavoro di questa realtà italo-tedesca senza fini di lucro costituitasi nel febbraio 2015 per volontà della Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte sul Meno, la Camera di Commercio Italo-Tedesca di Monaco di Baviera e Stoccarda, Confagricoltura, Unioncamere, Alessi Deutschland GmbH con altre società e consorzi.
L'impegno dell'Associazione. Le prime vittorie
Tutti impegnati per contrastare la vendita di “falsi” italiani sul mercato tedesco, sensibilizzando i consumatori a indirizzarsi su prodotti autentici (anche facendo affidamento sulle certificazioni) e non inciampare su marchi, diciture, slogan che evocano l'Italia nascondendo frodi e sofisticazioni alimentari. Per farlo, l'Associazione ha avviato un monitoraggio accurato del mercato tedesco, con la possibilità di intervenire giudizialmente per evitare che prodotti non italiani siano venduti con false denominazioni d'origine (in un Paese come la Germania, dove la normativa vigente non regola il “made in”, ma si affida ai provvedimenti in materia di concorrenza sleale).
E i primi, importanti, risultati sono già arrivati: recentemente l'associazione è riuscita a smascherare e bloccare il commercio di pasta prodotta in Egitto e a Dubai che esponeva sulle confezioni diciture ingannevoli (“Italiano”, “Milano”, “San Remo”) e la bandiera dell'Italia. Dopo la vittoria al Tribunale di Colonia i prodotti in questioni non potranno più essere commercializzati in Germania. Come ricordato durante l'incontro – che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, e dell'Onorevole Paolo De Castro, in rappresentanza del Parlamento Europeo – il settore alimentare italiano, con 150 miliardi di euro di fatturato, è la seconda voce dell'economia nazionale. Ed è necessario tutelarlo.
La battaglia è appena iniziata, e in Germania, dove il 40% dei consumatori predilige prodotti made in Italy (è il primo Paese per importazione di agroalimentare italiano), si fa sul serio, per scongiurare la diffusione incontrollata di pasta, sughi, pizza con nomi di fantasia ispirati al Belpaese. Chi seguirà il buon esempio?