È il fulcro di “Assaggi di storia”, un evento che si terrà a Roma il 6 ottobre, tra visite guidate, momenti di riflessione e workshop, dentro e fuori il Mercato Testaccio.
Assaggi di storia. Il programma
Al Rione Testaccio tutto è pronto per la prima edizione di “Assaggi di storia”, una giornata intensa volta a favorire e sostenere il legame imprescindibile tra il patrimonio enogastronomico e il paesaggio culturale e ambientale del quartiere capitolino, da sempre a vocazione commerciale e gastronomica. A partire dal II secolo a.C. qui vennero infatti ospitati porti fluviali, magazzini per la conservazione e la distribuzione delle merci ed edifici commerciali. Alla fine dell’età tardo antica, poi, la zona divenne interamente agricola e produttiva con la presenza di vitigni e la lavorazione del grano. Un destino, quello di Testaccio, che ha segnato anche l' età medievale e che gli organizzatori Matteo Ventricelli e Marco Morello vogliono far rivivere al pubblico di oggi.
Si comincia dalla mattina con le visite guidate ai siti archeologici del Museo diffuso di Testaccio, a cura dell’Associazione CCPAS, per continuare, fino a mezzanotte, con musica, laboratori e lezioni (ma anche degustazioni) sulla cucina della Roma antica, tenute dall'archeologa del gusto Gabriella Cinelli. “Studiare antiche fonti e cucinare antiche ricette – spiega la Cinelli - è un viaggio nei secoli alla ricerca di tracce, contesti, concetti e pratiche culturali, memoria e identità. E tutto ciò si intreccia con idee di futuro, di viaggio, di contemporaneità e di interculture”. Parole (sante) che gettano le basi per la tavola rotonda organizzata alle 18.00 presso la sala convegni Renato Biagetti, dove a intervenire saranno archeologi, architetti e cuochi per riflettere tutti insieme sulla cucina romana, sui suoi prodotti e sapori, sulla sua storia, che si lega a doppio filo con l’archeologia, l’arte e l’architettura. L'obiettivo? “Gettare i semi per il futuro di un’alimentazione sempre più attenta all’autenticità, alla sostenibilità e al benessere”, affermano gli organizzatori. Un intento virtuoso già apprezzabile all'interno dell'“Archeomercato della Terra”, allestito per l'occasione dalla rete Slow Food alla Città dell’Altra Economia.
Capire il futuro della cucina romana, comprendendone il passato
Un evento, dunque, che parte dal cibo e dai prodotti del territorio per arrivare a una riflessione ben più complessa e articolata, che analizza e riutilizza la storia della gastronomia per capire quale possa esserne il futuro (una tendenza che noi del Gambero Rosso abbiamo riscontrato in molti chef e abbiamo chiamato New Ancient Cuisine). Un processo utile per comprendere cosa siamo stati e dove stiamo andando. Tanto utile da ispirare chef, ma anche imprenditori della ristorazione, come per esempio David Ranucci (suoi tre ristoranti a Milano e uno a Miami) che sul tema ha scritto addirittura un libro dal titolo provocatorio: “La cucina romana non esiste”. “La cucina romana non esiste è certamente una provocazione – spiega David nel suo libro – ma ciò che ci si prefigge è solo ricostruire un po' della lunga storia, che è passata attraverso le contaminazioni e incontri con le altre culture e storie gastronomiche”. Un excursus storico che dimostra come si possa fare tradizione anche attraverso l'innovazione e la contaminazione. E questo è uno spunto ( e ritorniamo ad “Assaggi di storia”) per un auspicabile “Manifesto della cucina romana” che gli organizzatori Marco e Matteo sognano di stilare con cuochi e gastronomi romani, dimostrando l'importanza fondamentale della contaminazione in cucina, ma anche nella vita.
Assaggi di Storia – Roma (quartiere Testaccio) – 6 ottobre, dalle 10.00 alle 24.00 - mercatoditestaccio.it
a cura di Annalisa Zordan