cetta fa la cuoca e Nicola il pizzaiolo. Pizzaiolo perché viene da Tramonti, il paese della tramontana e di tanti pizzaioli sparsi per l’Italia, in gergo i tramontini. La voglia di trattoria è tutta di Luciano, bresciano di Fiesse e marito di Concetta, altra tramontina doc. Così quando Gennaro vende comprano loro. E comprano senza cercarsi troppe beghe coi banchieri di pianura. Più realisti del re, all’insegna aggiungono solo un santo loro e di buon auspicio, San Gennaro. Gli arredi quelli sono e restano. In cucina a far brigata ci può andare pure Antonietta, la moglie di Nicola che nel dilemma pasta alta o bassa, qualche altra soluzione spiccia la dà. Tiraggio del cornicione medio e diametro sui 30 centimetri scarsi. Non sarà la pizza dei Tigli di San Bonifacio, ma qualche emozione è sicura.
Tra i clienti, anche tristellati della zona e qualcosa significa. Ma pizza pure a portar via, nel cartone per la cena della sera stessa. Se poi fate pizza e birra, c’è la collezione Le Baladin oltre alle spine comuni. A voi scegliere, considerato che in pausa pranzo il forno a legna resta spento. Alternative: i salami d’oca di Palestro, il pesce di mare “delle origini”, i tortelli di zucca, i cotechini, i polli del proprio pollaio, l’orto di casa… qualunque cosa pur di starsene lontani dalle penne all’arrabbiata dei concorrenti. Un’idea che educa il gusto a costi equi. Passo per volta ne vedremmo bene anche il franchising. Dovunque.
Qui, poi, la festa raddoppia ogni fine novembre quando le vie del centro si animano con la sagra del “pursèl”. Che tradotto per chi non è di Brescia, Mantova o Cremona (le provincie confinanti) suona come la festa del maiale con assaggi lasciati al buon senso di ognuno. Per chi ama i mangiari di strada, una chiusura d’anno col botto. “Copà el pursèl” e poi via col “brasarol” la “pistàda” o le “sgrefole”. Ammazza il porco e poi vai col salamino cotto alla brace, il lardo di maiale in crema condito o le cicciole. Tutte cose che da San Gennaro si trovano in menu fino a metà dicembre. Per la trattoria si comincia ogni mattina alle 10. Perché qualcuno che cerca ancora il caffè di Luciano, anticamente barista, in paese c’è. Come non mancano calici di vino biologico. Luciano nel settore conosce molto. Da Angiolino Maule di Gambellara a Donati di Parma fino al lambrusco di Stefano Spezia di Mariana Mantovana. Ma poi spazia un po’ su tutto tanto che la sua carta dei vini alla fine conta 100 etichette di qualità.
Due cose sono scomparse in campagna tra le altre: le scodelle per il lambrusco di antica memoria e fin qui poche novità. Ma pure le carte da briscola. E qualche sorpresa, per queste atmosfere, c’è.
«All’inizio si facevano briscole e scope, ma oggi la gente non ha più tempo per queste cose» confermano da San Gennaro. Messi al bando i giochi preziosi, dalle 14 alle 18 Luciano sale in macchina e seleziona contadini, cantine e buoni salumi.
«Il salame mantovano è quello che piace di più ai nostri clienti. Forse anche il migliore» dichiara l’oste smezzando dispute annose. Chi fa da motore alla ricerca quotidiana sono i Malinverno della Crepa di Isola Dovarese, amici di lungo corso.
A sera, poi, comincia il turno di Nicola. Forno rigorosamente a legna e temperature padane che d’estate tolgono il respiro. Qualche sbotto c’è ripensando alla propria tramontana.
«Sì, adesso qui al nord sono tutti di Tramonti». Raffreddiamo l’afa dando numeri. Una ventina di tramontini “regolarizzati” solo in provincia di Brescia. Non male. Il totale parla di 3.000 partite Iva aperte nel tempo nell’intero paese. Su queste solo 3 attività fallite negli anni. Che tradotto in percentuale spicce fa lo 0,1 per cento, tanto da far impallidire Marchionne. Ma anche qui hanno aperto bottega risparmiando su arredi e costi di avviamento, per cui «se vuoi sapere della vera “pettola” chiedi a mia mamma» suggerisce Nicola.
E mamma Giuseppina, anni 87 e un cipiglio sempre sul pezzo di pane, la ricetta base della pizza ce l’ha: dal pane cotto nel forno si ricavavano schiacciate circolari; sopra olio aglio origano pomodoro e alici di Cetara, se c’erano. Consumazione massima delle “pettole” nei giorni del ricordo dei propri defunti. Poi l’Italia conosce il boom economico e “le 4 formaggi”: «dei formaggi qualunque» integra Nicola. C’è da capirli in fondo.
Quando sono arrivati a Fiesse dai Monti Lattari con loro avevano solo speranze. Adesso dopo anni di duro lavoro qualcosa che fila davvero ce l’hanno. Cosa? Una storia e un lavoro che va, pale in alluminio per rigirare “le pettole” in forno, e una figlia per coppia: vale a dire due belle ragazze, Sara e Giuseppina. Quasi da dire miracoli di una sana provincia.
La Trattoria
SAN GENNARO | Fiesse (BS) | via Garibaldi 4 | tel. 030 950 142 | chiuso lunedì | orario 10.00/14.00; 18.00/24.00
appunti di viaggio
ALTA MODA E ALTA CUCINA. Il legame è sempre più stretto, anche in qualche difficoltà di fatturati. Un’azienda modello nel settore è la Castor srl | Castellucchio | via S.Marco 23/d | tel. 0376 437 221 | www.castorsrl.it |, vicina alla Salumi Levoni, condotta dalla famiglia Picozzi e animata dalla verve creativa di Tommaso Aquilano e Roberto Raimondi, i due del marchio 6267. Vanno a lavorare in bicicletta e la domenica mangiano alle Grazie di Curtatone nella Locanda omonima di Daniela e Nando. Giovani, emergenti e con il benestare di Anna Wintour, direttrice di Vogue America, critica dei critici nonché capricciosa signora del Diavolo veste Prada. Si nutre solo di cappuccini bollenti, dicono di lei i tanti nemici stilisti col pollice gourmet. Si può pernottare nel vicino “paese della calza”, all’Agriturismo Le Seriole | Asola | fraz. Seriole | via Campagnotti 6 | tel.
0376 729 837 antico cascinale ristrutturato con contorno di parco e piscina. Poi un tris di macellerie consigliate da Luciano del San Gennaro: Massimo Zani | Canneto sull’Oglio (MN) | via Garibaldi 28 | tel. 0376 709 020 ha l’esclusiva in zona della chianina pura; Macelleria Olivetti | Gambara | Via Montello,6 | tel. 0309 567 788; per manzo e vitello c’è invece Luciano Uggieri | Fiesse (BS) | Uggeri
via S. Rocco 8 | tel. 030 950 089. Per la cotognata ci si sposta da Andrini | Gottolengo (BS) | via Armando Diaz 18 | tel. 030 951 005: ha una ricetta del ’700. Se è stagione del prodotto fresco è valida pure la crema di marroni.
Provatela da Sirani | Bagnolo Mella (BS) | via Gramsci 5 | tel. 0306 821 179 |, che ha torte e pasticcini sopraffini.
Non troppo distante, il Birrificio Babb | Manerbio | via San Martino del Carso 6 | tel. 03 099 388 185 dove giovani entusiasti producono birra artigianalmente a base di frumento mono cocco: qui si può anche mangiare. Nel cremonese ci si spinge sul sicuro da Franco Cazzamali | Romanengo (CR) | via G. Vezzoli 2 | tel. 037 372 101: è il re delle carni e della frollatura.
Non lontano, si può sostare all’Umbreleer | Cicognolo (CR) | via Mazzini 13 | tel. 0372 830 509, l’osteria dei Luccini che, oltre a esser bravi osti, producono una mostarda da leccarsi i baffi: La Cicogna | via Oglio 9 | Cicognolo (CR) | tel. 0372 830 624 | www.mostardaluccini.com
IL BAR
Bella sosta e ottimo happy hour
Caffè storico dal 1915. Negli anni si succedono le insegne. Da Caffè del Popolo a Gran Caffè Savoia a Caffè Centrale. La posizione a tutt’oggi è dominante. Bello il plateatico che dà sulla piazza. Sotto ai gran tendoni, tre vetrine che dicono Gran Caffè Enoteca e Gelateria. Dentro arredi belle epoque. Molti specchi a riflettere il bancone bar, piccolo ma funzionante. A sinistra gli spazi si aprono. A centro sala addirittura un pianoforte. Alla mattina buon caffè. Brioche di provenienza esterna. A mezzogiorno servizio ristorante con menu a sé stante. Per primi e secondi prezzi generalmente sui 10 euro. Cucina classica di un certo impegno. Moltissimi i vini per accompagnare. All’ora dell’aperitivo offerta sbalorditiva: carta a sé per alcolici analcolici long drink e cocktail vari… e vassoi di pizza da spizzicare in piedi. Servizio giovane e gentile, in mise bianca e nera. Toilette degnitose.
Gran caffè liberty | p.zza XX Settembre | Asola (MN) | tel. 0376 710 167 | Orario 07.00/01.00 | chiuso lunedì
IL RISTORANTE
Pesce di mare nella casetta romantica
Prendete la via che va ad Acquanegra. Svoltate a destra all’indicazione. Fate mille metri di strada sterrata tra i campi verdi. All’arrivo trovate la chiusa sul Chiese, emissario del Lago d’Idro. Nella casetta romantica, due sale di calore e colore: caminetto nell’angolo, travi a vista e tavoli a distanze variabili. Servizio con qualche preferenza per gli abitudinari. Il menu è concentrato sul pesce di mare. Piatti opera del giovane Umberto, testa rasata e calata da simpatico imbonitore. Nel piatto non cerca vie strane e già questo tranquillizza. Per iniziare (da lode) la tartara di scampi e gamberi. Ottimi i canederli di pesce. Volendo, pure i salumi. Al primo, straordinari i bigoli con carbonara bottarga e crudaiola di tonno. Per secondo rombo selvaggio, dentice o ricciola al forno. Agnello da visibilio. E poi tagliate e lumache. Dolci: salame di cioccolato e gelato casalingo. Pane buono, ma cestello non troppo ricco. Niente appetizer né piccola pasticceria. Coperto abolito e carta dei vini discreta.
LA CHIUSA | via Parma 82 | Asola (MN) | tel. 0376 710 242 | chiuso martedì e sabato a pranzo |
prezzo 60 euro vini escl.